Allo stato selvatico Cavallo e Asino non presentano, né per aspetto né per abitudini, una differenziazione così accentuata quale si può notare nelle specie domestiche: infatti, le orecchie più sviluppate, la criniera corta ed eretta, la coda avente solo un ciuffo terminale di peli, una diversa forma degli zoccoli (leteralmente compressi), la presenza delle “castagne” solo sulle zampe anteriori, l’altezza (m. 1,15), il pelame marcato da una s triscia longitudinale sul dorso e da una specie di croce sulle spalle, e, infine, il raglio, una maggiore adattabilità alle regioni più impervie e l’intolleranza per il freddo, sono infatti quasi le sole e più salienti caratteristiche che distinguono l’asino selvatico dal suo… più fortunato compagno.
Uguali invece sono le caratteristiche generali: come tutti gli Equidi, l’asino è monodattilo, ha lo scheletro e la conformazione del cranio simili a quelli del cavallo, dal quale, nelle specie domestiche, si differenzia maggiormente per il cranio più lungo e il profilo più dritto, nonché per le proporzioni ridotte del tronco e degli arti. Anche la dentatura è simile: come avviene nel cavallo, da essa si può riconoscere l’età; dopo i 7-8 anni, data l’usura a cui i denti vanno soggetti, è però possibile giungere solo a dati approssimativi. La femmina, di media, raggiunge i 25-30 anni d’età.
Testi, dati, fotografie, ecc.., pubblicati in questa rubrica sono tratti, per gentile concesione dell’AIA, dal libretto: “POPOLAZIONI EQUINE RICONDUCIBILI A GRUPPI ETNICI LOCALI” realizato dall’ASSOCIAZIONE ITALIANA ALLEVATORI e MINISTERO PER LE POLITICHE AGRICOLE.
REGISTRO ANAGRAFICO EQUINI – dati al 31/12/1999