con le immagini dei cavalli inviate dai lettori del portale.
LUOGO DI ORIGINE:
ITALIA
ATTITUDINI:
Turismo Equestre, tiro leggero, completo, monta da lavoro classica, ippoterapia
POPOLAZIONE:
Popolazione equina insulare riconducibile al gruppo etnico del Cavallo Indigeno Siciliano
ALTEZZA AL GARRESE:
da 157 a 164 cm
MANTELLO:
Pregiati e qualificati quelli a tinta unica baio, sauro, grigio e morello; sono frequenti e si accettano stelle in fronte, tracce di balzane – più numerosi i bai meno numerosi sauri, grigi, morelli.
CARATTERISTICHE:
docile, nevrile, coraggioso
STANDARD DI RAZZA:
– Occhio: espressivo e di giusta larghezza
– Orecchie: piccole
– Collo: in genere è proporzionato, piramidale, muscoloso, di regolare lunghezza
– Spalla: muscolosa, asciutta, inclinata (55°) con movimenti liberi (Goubaux e Barrier)
– Garrese: poco pronunciato
– Linea dorso lombare: dritta, larga, muscolosa, poco lunga nella regione lombare (ottima per l’estensione e l’intensità) – ben attaccata con la groppa – Cavallo nel quadrato (cavallo iberico)
– Groppa: lunga con buon sviluppa muscolare, giustamente obliqua, larga, questo ultimo carattere denota intensità di contrazione, energia e potenza di impulso degli arti posteriori e si associa ad una buona larghezza di petto e profondità di torace
– Coscia: muscolosa, larga, lunga, ben discesa e ben diretta e quindi non troppo obliqua e forma con la tibia una apertura femore-tibiale abbastanza grande
– Petto: largo con notevole potenza di contrazione nella giusta misura contenuta, con buon sviluppo della muscolatura pettorale
– Torace: profondo, largo, con buon sviluppo della gabbia toracica e degli organi in essa contenuti
– Piede: duro e solido che esprime una costituzione forte e ciò è sempre un carattere di razza distinta
– Muscoli: robusti, forti, che esprimono potenza
– Tendini: sviluppati, asciutti, solidi, ben distaccati all’osso
– Articolazioni: larghe e forti
Nell’insieme ha un’apparenza attraente si adatta alla sella e al tiro, di buon carattere dolce e sottomesso. Esprime un immagine di forza, compattezza, equilibrio e lo si può considerare per i suoi caratteri zootecnici e per i suoi attributi zoologici un Cavallo Polivalente
DATI STORICI:
Il cavallo da sella Siciliano Indigeno definito il cavallo dei re e delle “Città Demaniali”, perché portato in Sicilia nelle diverse dominazioni, definito il cavallo del sole perché vive la terra di Sicilia, tra storia e legenda, cultura e tradizioni questa è una delle ricchezze della terra di Sicilia.
L’origine dell’Autocno Cavallo Siciliano Indigeno deve essere ricercata, con ogni probabilità, nei territori e nei pascoli collettivi delle antiche comunità delle “città Demaniali”, unici siti dove, storicamente in Sicilia anche il popolo poteva liberamente allevare e detenere equini in gran numero.
La storia delle “razze Equine Popolari” in Sicilia è indissolubilmente legata all’origine ed alla storia stessa delle città Demaniali (che sorsero a partire dal 1060, inizio della conquista normanna) ed agli avvenimenti storici, politici e sociali che la determinarono.
In quel periodo nasce e si consolida in Sicilia l’idea delle “Città Demaniali” che tanta parte avranno nella storia Siciliana ed anche nella storia d’ippicoltura relativa alle “razze Popolari”. In condizioni storiche diverse e per diversi altri motivi, le “Città Demaniali” rivestiranno grandissima importanza anche per la politica ed il governo del regno all’epoca di Federico II di Svevia.
Federico, memore delle esperienze negative dell’infanzia e delle rivolte ad appropriazioni indebite subite nei primi anni del suo insediamento sul trono di Sicilia ad opera dei singoli signorotti locali, non permise mai ai Borboni del suo regno di detenere una propria cavalleria e propri eserciti, limitando per legge il numero delle guardie armate nelle rocche dei suoi vassalli a non più di quattro uomini, riservando tale privilegio alla corona e alle sue genti delle “Città Demaniali”.
Il ruolo di Federico II nell’allevamento equino siciliano è tutto da scoprire, poiché coloro che sconfissero Federico e che si insediarono quali nuovi padroni in quello che fu il suo “regno Meridionale”, si dedicarono , con una storia di accanimento, alla cancellazione di ogni memoria riguardante colui che nel suo tempo era stato definito lo “stupor mundi”.







