del Dott. Simone Ferrian
I controlli di qualità possono essere effettuati a vari livelli in rapporto alla preparazione dell’operatore.
Il cavaliere il quale di solito rappresenta un operatore non esperto deve assicurarsi che non vi siano grossolani errori di ferratura. L’obbiettivo del presente opuscolo è proprio quello di armare il lettore nei confronti di tali grossolani errori. Inoltre sarebbe impossibile fornire ulteriori indicazioni a coloro che non conoscono la materia. Solo i professionisti conoscono i campi di applicazione e i corollari di ogni teorema mentre i neofiti onde evitare confusioni, possono avvalersi delle regole più semplici. Queste ultime sono contenute nei capitoli precedenti ma verranno comunque riassunte in questa sede.
Il cavaliere oltre che controllare l’applicazione delle regole può rilevare la presenza di difetti nelle andature del cavallo quali raggiungimenti o zoppie e negli appiombi. Anche le schinelle metaboliche ovvero esostosi formatesi non per traumi ma sulla via di passaggio di forze fisiche, possono costituire un campanello di allarme circa la validità della ferratura. A volte anche il consumo irregolare dei ferri può essere rivelatorio.
In generale ogni cambiamento morfofunzionale osservabile può richiedere un controllo di livello superiore o integrato. Quest’ultimo richiede l’intervento del maniscalco o del veterinario o di entrambi. In tal modo il controllo risulta integrato dalle conoscenze e dalle osservazioni del cavaliere, del maniscalco e del veterinario.
E’ utile la consulenza del proprio maniscalco dato che egli conosce già i piedi dei vostri cavalli e ciò vale anche per il veterinario. Se non esiste un dialogo costruttivo tra le parti, come quando manca volutamente l’elaborazione delle opinioni altrui, è meglio cercare nuovi consulenti oppure riceverli separatamente confidando nel proprio spirito critico.
Ritorniamo adesso ai controlli effettuabili dal cavaliere o comunque dall’operatore inesperto.
A tal proposito fornisco il seguente riassunto:
Pareggio dell’unghia. Il controllo verte sulle procedure elementari di preparazione dell’unghia. L’unghia va’ sezionata con le tenaglie non oltre il livello della suola mentre quest’ultima va asportata moderatamente onde evitare indebolimenti. La mancata pulizia della suola la rende facile pabulum per i microorganismi. Il pareggio del fettone va effettuato in funzione del tipo di terreno a cui è destinato il cavallo. Le barre vanno lasciate e la superficie della muraglia deve essere raspata solo se necessario. Infine il pareggio del piede deve essere piano.
La scelta del ferro. Esso deve essere proporzionato allo zoccolo sia per quanto riguarda il peso che per le dimensioni. In particolare il ferro dovrebbe essere il più leggero possibile. Le dimensioni del ferro devono permettere che esso si estenda oltre i talloni di mezzo centimetro e per un paio di millimetri oltre la parete. Il tipo del ferro è in funzione al lavoro a cui è destinato il cavallo.
I chiodi. Essi dovrebbero penetrare a livello della linea bianca per fuoriuscire a circa 2 cm dal piano di contatto tra ferro e parete. I chiodi devono essere in numero di sei e comunque mai oltre gli otto per ogni ferro. Le stampe posteriori ai quarti vanno utilizzate esclusivamente nel caso in cui si voglia limitare l’elaterio come nelle fratture della III falange. Premesso che il ferro sia proporzionato all’unghia è consigliabile l’impiego di chiodi il cui calibro sia il più piccolo possibile. In ogni modo anche i calibri eccessivamente piccoli sono da evitare.
Ferrature correttive e terapeutiche. Innanzitutto l’uso di tali ferri dovrebbe essere limitato ai soli casi di effettiva necessità. La ferratura correttiva o terapeutica è il risultato della cooperazione del cavaliere o proprietario del cavallo, del maniscalco e del veterinario: il cavaliere è chiamato a segnalare al veterinario ogni sua osservazione. A sua volta il veterinario formulerà una diagnosi sulla quale sarà elaborata la migliore prescrizione di ferratura. Infine il maniscalco integrando le istruzioni del veterinario applicherà i ferri più idonei al problema presente.
Materiali per ferri a solette. A volte con intenzioni quasi velleitarie abusiamo di materiali come alluminio leghe e resine o di solette in gomma o pelle. Se un cavallo abitualmente calza materiali speciali senza che sussistano necessità terapeutiche o agonistiche, quali materiali potremo allora usare quando esso incorrerà in un trauma o in una patologia podale? Probabilmente basterà lo stesso materiale tuttavia ciò non è sicuro. Anche l’abuso di resine per quanto traspiranti, può modificare la fisiologia dell’unghia.
Professionalità. Non significa solo puntualità e preparazione tecnica, al contrario essa è funzione della capacità di gestione dei comportamenti equini. Il maniscalco deve anticipare le difese del cavallo tranquillizzandolo con bassi toni vocali, parlando a lungo e a volte riprendendolo. Quando queste pratiche risultano insufficienti a contenere il puledro o il cavallo, l’operatore può alzare la voce o usare il frustino a scopo educativo ma senza infierire. Esiste la possibilità di usare le balze o il torcilabbro i quali se usati in modo corretto possono essere meno traumatizzanti anche del frustino.
A tal proposito ricordo che il frustino può diventare un autentico strumento di tortura, tanto da terrorizzare il soggetto fino all’inverosimile se usato su certe parti anatomiche oppure con particolare violenza. Al contrario le balze possono risultare utili ed educative purchè siano semplici da rimuovere in caso di pericolo. In conclusione quasi tutti i metodi coercitivi possono essere utlizzati a patto che ciò avvenga correttamente.
L’estremo invito che mi sento di rivolgere al lettore, è di evitare di chiedere sconti di prezzo al maniscalco. Malgrado l’apparente banalità della mia richiesta, un compenso basso influisce sulla qualità della ferratura. La qualità è inoltre condizionata da intervalli eccessivamente dilatati fra le ferrature. In tal senso si ricorda al lettore che se il maniscalco è obbligato a effettuare due giri di tenaglie per pareggiare la muraglia, egli tenderà a soffermarsi meno sulle altre fasi della ferratura con risultati ovvi.
Infine una mascalcia di qualità è premessa irrinunciabile per la trasformazione di quest’arte antica in disciplina tecnico-scientifica moderna.
INDICE
1 – IL PRIMO TEST
2 – PAREGGIO DELL’UNGHIA
3 – LA SCELTA DEL FERRO
4 – L’IMPORTANZA DEI CHIODI
5 – FERRATURE CORRETTIVE E TERAPEUTICHE
6 – MATERIALI PER FERRI E SOLETTE
7 – PROFESSIONALITA’ PER LA QUALITA’
8 – I CONTROLLI DI QUALITA’
Medico veterinario già maniscalco dal 1992. Le sue aree di interesse riguardano l'anatomia, la fisiologia, la patologia degli zoccoli del cavallo e da questi risalendo gli arti, comprendono tutti gli altri argomenti inerenti l'apparato locomotore.