La ferratura è l’applicazione del ferro allo zoccolo del cavallo.
Le esigenze che la ferratura deve soddisfare sono diverse a seconda delle condizioni, della forma del piede e dello scopo che si prefigge.
Si possono distinguere principalmente 3 tipi di ferratura:
– Normali, relativa all’applicazione del ferro a piedi privi di difetti e malattie.
– Correttive, relative a zoccoli difettosi che si intende correggere.
Sono quelle in cui il particolare pareggio e la particolare foggia del ferro intervengono a correggere un particolare atteggiamento dell’arto del cavallo come potrebbe essere un difeto d’appiombo (es. mancinismo, piedi cagnoli, etc.).
– Patologiche, che ha lo scopo di guarire e proteggere un piede malato.
Sono tutte quelle in cui la particolare ferratura richiesta è necessaria a scopo terapeutico, cioè per risolvere o attenuare le conseguenze di uno stato patologico di cui è preda l’arto del cavallo.
Le regole principali per mantenere in buono stato la salute dei piedi del nostro cavallo e che possono garantire la giusta durata della ferratura sono poche, elementari e ci costano pochi minuti:
– Controllare frequentemente i piedi del cavallo;
– Controllare sempre che non ci siano sassi o altri corpi estranei incastrati tra ramo del ferro e fettone prima e dopo il lavoro;
– Pulire a fondo e con cura tutta la suola e le lacune del fettone che altrimenti possono andare incontro a marcimento;
– Non aspettare che il cavallo si sferri da solo per chiamare il maniscalco
– Rispettare gli intervalli tra le ferrature;
– L’unghia del cavallo trattiene l’umidità ma risente anche delle situazioni di estrema secchezza, quindi se necessario ricorrere a specifici prodotti capaci di aumentare l’impermeabilità della parete;
– Curare al massimo l’igiene della lettiera e/o dell’ambiente in cui il cavallo trascorre la maggiore parte del tempo;
Un cavallo a cui vengono regolarmente puliti gli zoccoli, che viene ferrato regolarmente e che dispone di una lettiera rinnovata quotidianamente, difficilmente avrà problemi di marcimento del fettone o setole per l’eccessiva secchezza della muraglia. Quelle appena esposte sono regole banali ma dimenticate molto più frequentemente di quanto si possa immaginare.
L’attrezzatura del maniscalco
Quella del maniscalco è una professione che presuppone notevoli capacità e conoscenze oltre a richiedere l’impiego di un notevole numero di strumenti; infatti il furgone di un maniscalco sembra una vera e propria officina.
Gli “attrezzi” di base del maniscalco sono: “coltellaccio” e “martello di gomma dura” per ribattere i chiodi della ferratura precedente, una “tenaglia” per rimuovere il ferro vecchio, una serie di “tenaglie” per accorciare l’unghia, dei “coltelli inglesi” o “sgorbiette” che sono delle lame ricurve atte ad asportare piccole zone di unghia in eccesso, “l’incastro” che ha la stessa funzione dei coltelli inglesi, una serie di “raspe” per il pareggio del piede, “l’incudine” per apportare le giuste variazioni al ferro, “martelli, lime, puntoni metallici” per la lavorazione del ferro sia a caldo che a freddo, un piccolo “forno a gas” (oggi non si usa più la vecchia “tramoggia”) per riscaldare il ferro o le barre da cui forgiare il ferro stesso, varie misure di chiodi per le varie misure di ferri, “l’incastrino” per creare l’opportuna sede alla punta dei chiodi quando viene ribattuta e la “pinza a coccodrillo” che si usa per tirare i chiodi.
Ci sono poi diversi altri attrezzi come trapano, filettatrice, morsetti, saldatrice, necessari per agevolare il lavoro del maniscalco.
Caratteristiche del ferro e dei chiodi
IL FERRO
La forma dei ferri degli arti anteriori è diversa da quella dei posteriori. Questa differenza è una logica conseguenza della diversa forma dei piedi anteriori e posteriori, e per verificarlo è sufficiente osservare la suola dei rispettivi bipedi.
Altra differenza tra ferro anteriore e ferro posteriore è il diverso numero di “barbette” presenti: il ferro anteriore presenta un’unica barbetta a livello della punta, mentre quello posteriore ha due barbette a livello dei quarti. Le barbette sono delle espansioni triangolari o a semicerchio ricavate dal margine esterno, detto orlatura, del ferro; una volta che il ferro è stato fissato al piede queste vengono ribattute sulla parete della muraglia per garantire una maggiore stabilità al ferro stesso. Ciascuna metà del ferro, punta esclusa, si chiama “ramo”, a sua volta divisibile, come la muraglia del piede, in mammelle, quarti e talloni. I rami del ferro, allora, sono due: uno laterale ed uno interno; nei posteriori il ramo esterno è generalmente più lungo e può essere anche di larghezza leggermente più grande.
A livello dei talloni possono trovare sede i “ramponi” che si utilizzano per migliorare la presa del piede sul terreno; questi possono essere ricavati durante la forgiatura del ferro (e ciò può accadere per i posteriori) oppure il ferro stesso viene bucato e filettato in modo che, quando necessario, si potranno avvitare i ramponi; questi vanno utilizzati solo quando è strettamente necessario.
La larghezza del ferro viene detta “binda”; a livello della faccia che entra in contatto con il terreno ed in posizione leggermente verso l’esterno c’è la “scanalatura” all’interno della quale ci sono dei fori, le “stampe”, nelle quali verranno alloggiate le teste dei chiodi. Nelle ferrature normali la superficie che è a diretto contatto con il piede del cavallo, di regola è liscia ad eccezione della parte più esterna di ciascun ramo del ferro a livello dei talloni; a questo livello viene opportunamente svasata per consentire al piede la giusta elasticità e per non rimanere contratto con il successivo accrescimento dell’unghia.
I CHIODI
I chiodi usati per fissare i ferri hanno una forma particolare: presentano una “testa”, al di sotto della quale si trova il “colletto” che si continua a sua volta nel “fusto” che termina nella punta o “bisello”.
Esistono chiodi di varie misure proprio per potersi adattare perfettamente alle stampe dei ferri di differente misura; la particolarità di questi chiodi è nell’essere schiacciati e presentare, quindi, uno spessore di misura ridotta al confronto della larghezza; inoltre la faccia esterna è liscia, mentre quella interna è leggermente concava e da ciascun lato presenta delle leggere scanalature che partono dal colletto ed arrivano fino alla punta. Visto in sezione il chiodo ha la forma di un trapezio; questa particolare fattura è stata quindi studiata per favorire l’uscita da parte del chiodo stesso verso la parte esterna della muraglia mentre viene infisso; così se il chiodo viene posizionato nella giusta maniera tenderà ad allontanarsi naturalmente dalla parte viva del piede.