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16 Gennaio 2025

Il tempo, quando, quanto, come e perché?

Il tempo è un’entità che noi uomini misuriamo, e che lasciamo che ci misuri la vita. Ne abbiamo sempre troppo poco, e dobbiamo dividerlo tra attività, necessarie e non.

Il tempo che si passa con il proprio cavallo non è mai tanto quanto vorremmo, e spesso decidiamo di spenderlo in attività che il cavallo non apprezza, ma sopporta. Nel tempo passato insieme, durante il quale ci può percepire con uno dei suoi sensi, noi abbiamo la possibilità di comunicare con lui. L’essere consapevoli di questo fatto può darci grandi vantaggi.

E’ sempre una buona idea dedicare almeno parte del tempo passato insieme in occupazioni che il cavallo capisce, come quelle che ci permettono di instaurare con lui una relazione sociale. Questo tempo fa in modo che, quando entriamo nel suo spazio, non ci veda solo come un elemento di disturbo da evitare, se possibile. Tra le interazioni che il cavallo può apprezzare c’è il grooming che gli permette di imparare la comunicazione attraverso il tatto, così importante poi quando si sale in sella. La comunicazione è il presupposto necessario per instaurare con lui una relazione, altrimenti la nostra interazione, tristemente, si riduce alla nostra richiesta e alla sua esecuzione di azioni condizionate.

Altra attività che il cavallo capisce è quella collegata al cibo, che ha spesso implicazioni di ordine gerarchico, che richiederebbero una trattazione a parte. In breve, se il cavallo ci rispetta in presenza di cibo, possiamo usarlo tranquillamente nelle nostre interazioni, quando ciò non è vero, è meglio non usarlo.
Ci siamo mai chiesti come il cavallo intende il tempo. Chiedere al cavallo di darci una risposta dettagliata richiederebbe una precisione nella comunicazione della descrizione che è ancora lontana in horsemanship.
Osservando comunque il cavallo è possibile vedere che il tempo non è un concetto a lui estraneo, anche se, a differenza dell’uomo, il suo tempo è scandito dalle sue esigenze vitali, e non dall’orologio e dall’agenda.

Il tempo che dipende direttamente dall’organismo di ogni individuo è estraneo al nostro controllo e dipende dalla durata delle giornate. Per il cavallo, ad esempio, a esso, sono collegate le funzioni riproduttive e alcuni altri cambiamenti stagionali, come la lunghezza del pelo e la sua densità, che aumenta con l’accorciarsi delle giornate. O il fatto che ha fame e deve mangiare, o sete e ha bisogno di bere, o si sente solo e ha bisogno di compagnia. Questo è il tempo di cui il cavallo realmente tiene conto!

Se siamo mattinieri, è sempre meglio che ci assicuriamo che il cavallo abbia avuto il tempo di mangiare prima di proporgli il “lavoro”. Se così non fosse, una buona idea sarebbe di portargliela noi la colazione, e aspettare che finisca, tenendogli compagnia, aggiungendo alla nostra relazione un elemento per lui ha senso immediato ed è piacevole.

Se il tempo del pasto è vicino, è meglio lasciare che lo consumi, anche in nostra compagnia, e poi ritornare a quello che vogliamo fare insieme. In natura, il cavallo mangia quando ne sente la necessità, mentre allo stato domestico passa dei lunghi periodi senza poter mangiare, quindi il suo apparato digerente è costantemente sotto stress per la mancanza di cibo. L’intestino del cavallo fornisce a tutto l’organismo energia per funzionare e quindi è buona norma che funzioni più continuamente possibile. Se abbiamo in mente di uscire per un tempo lungo con il cavallo, dobbiamo anche contare di permettergli di nutrirsi e abbeverarsi  per rinnovare l’energia a sua disposizione durante la nostra passeggiata. Nel caso invece lui deva compiere un’attività strenua, ma di breve durata, è meglio farlo lontano dal pasto, in modo che durante lo sforzo il suo organismo non sia impegnato anche a digerire.

Tempo che passiamo con il cavallo
L’uomo e il cavallo hanno una lunga storia in comune, durante la quale il cavallo ha servito l’uomo, sia come necessario supporto alla nostra vita, sia come necessario supporto al nostro piacere. In ambo i casi, il cavallo ha dovuto lavorare e eseguire senza avere la possibilità di scelta nel partecipare all’azione. Ci siamo mai chiesti cosa succede se invece di proporgli cose che deve accettare, gli diamo la possibilità di esprimersi al riguardo.

Un’altra forma di tempo che ha importanza in horsemanship è quello che si usa nella comunicazione, quando si trasmette qualche cosa al cavallo e gli si lascia un momento per capire, per elaborare, e per imparare l’azione. Più si tiene conto di questi tempi tecnici e più il cavallo ne trarrà beneficio e sarà in grado di apprendere quello che vogliamo trasmettergli. Ogni individuo ha tempi e modalità di apprendimento diversi. Cavalli che hanno confidenza in se stessi apprendono molto più velocemente di quelli che invece sono sempre in allerta, perché questi ultimi non riescono a concentrarsi su una situazione per periodi di tempo significativi.

Ovviamente l’ostacolo reale è la comunicazione, nodo che mi propongo sempre di sciogliere, anche quando mi trovo in sede di evento, quando devo esporre e trasmettere ad altri la possibilità di “parlare il cavallese”, come qualcuno ha definito il mio lavoro.

Quello che tengo a dimostrare e a trasmettere è che esiste veramente la possibilità di comunicare spontaneamente con il cavallo, ma che per farlo occorre dargli la possibilità di esprimersi apertamente e accettare noi la possibilità che dica di ”no”, e che poi abbia  il tempo e una ragione per cambiare idea e dire di “sì”. Il tempo che ci vuole per fare questo è relativo alla qualità della comunicazione che noi offriamo al cavallo e che siamo disposti ad accettare da lui.

Come aprire subito la comunicazione
Le immagini che vedete sono tratte da un evento recente, ma le stesse potrebbero essere state tratte da altri passati, perché in ognuno comincio su terreno neutro, con il cavallo in libertà, immerso nella dimensione dello spazio e del tempo reale. Chi è presente non deve stare zitto e tranquillo, concentrato a guardare e non “disturbare” il lavoro che si svolge nel maneggio. Noi e il cavallo siamo ugualmente calati nella realtà che ci circonda, Nel caso di questo evento, che era una dimostrazione della comunicazione attraverso H2H Sensing ho persino avuto difficoltà a fare capire questo punto agli organizzatori, poiché non riuscivano a immaginare di “fare vedere” al pubblico come insegnare a “giocare con la palla” o a passare un ostacolo difficile, come il telo a terra, senza “barare”. Pensavano che avrei dovuto portare un cavallo che lo sapesse fare, mentre, negli eventi che conduco, lavoro con cavalli che non ho mai visto ne tanto meno avvicinato. Il tempo era decisamente un fattore limitante, perché avevo 90 minuti, due cavalli e una trentina persone a cui dimostrare come costruire dal nulla una relazione con il cavallo. Ogni volta che ho lasciato libero un cavallo, permettendogli di usare il linguaggio dello spazio e del movimento, seguendo i principi che uso in H2H Sensing, ho ottenuto subito la sua disponibilità. Così fu anche a Bonsall in Ottobre, dove lavorai con Mango e Rain, che facevano parte di un programma di riabilitazione.

Dare tempo al cavallo di decidere se partecipare o no all’azione ripaga sempre il nostro lavoro in modo positivo. Se poi gli diamo la possibilità di capire completamente cosa succede e un motivo per fare l’azione, che non sia la paura del dolore, spesso riusciamo a instaurare velocemente una relazione di collaborazione, che poi possiamo ritrovare in altre circostanze, perché il cavallo ha certamente la capacità di rapportare una situazione a un individuo, e anche di farlo attraverso il tempo.
Il tempo che abbiamo, anche se è poco, lo possiamo pianificare in modo da sfruttarlo al meglio. Con ciò s’intende che “al meglio” sia tale sia per  l’essere umano sia per il cavallo.

Human Horse Sensing Horsemanship
Human Horse Sensing Horsemanship è un metodo per interagire con i cavalli in qualsiasi circostanza che funziona allo stesso modo sia per l’uomo che per l’equino, in una situazione di lavoro a terra così come in sella. Esiste un libro che illustra il metodo pubblicato in inglese su Amazon e in italiano da Edizioni Equitare. Il sistema è stato applicato dall’inizio alla competizione con i cavalli, ed esiste un protocollo utilizzato per valutare l’abilità di un cavallo per l’equitazione. La teoria alla base di questo sistema ha principi che possono essere applicati a qualsiasi performance equestre, perché la sua meccanica è indipendente dall’azione che sta accadendo. L’interazione è dinamica, modulata nel tempo, dal nostro movimento, e considerando che uomo e cavallo interagiscono principalmente attraverso i sensi della vista, dell’udito e del tatto. L’equitazione è strutturata come una relazione sociale, in cui esseri umani e cavalli interagiscono attraverso il comportamento e il movimento, attorno a valori sociali comuni. Il tipo di relazione ha lo scopo di consentire a ciascun individuo di essere un leader o un seguace consapevole. La cosa più importante è che lasciamo la coercizione fuori dall’interazione, e un vero leader sembra essere tale dal modo in cui si comporta. Questo è molto importante, senza questa considerazione non sarebbe un rapporto spontaneo, e smetterebbe di funzionare non appena diamo al cavallo una scelta nelle sue azioni.

Dott.ssa Alessandra Deerinck collabora con Il Portale del Cavallo da anni e risponde alle domande dei lettori nella rubrica L’ESPERTO RISPONDE

La nostra sede è a San Diego, California, offriamo corsi tradizionali e lezioni online. Visita il sito www.hhsensing.com o chiama il numero (760)715 1554.

Puoi approfondire il metodo di Alessandra, leggendo il suo libro
Human Horse Sensing – Tra uomo e cavallo, il movimento è comunicazione
€ 23,75 – in vendita solo sul sito www.equitare.it

HH Sensing è nato per chiarire le radici del comportamento equino, le loro relazioni sociali e come comunicare con loro scegliendo le azioni più appropriate, in contesti che i cavalli capiscono incondizionatamente.
Offriamo corsi di horsemanship (online).

Lo scopo dei corsi è la costruzione di stabili fondamenta per la relazione da uomo a cavallo e metterli in pratica in ogni situazione in cui ci troviamo a interagire con i cavalli, a terra e in sella, con e senza finimenti.

Invia un’e-mail a hhsensing@icloud.com Visita www.HHSensing.com Chiamaci in USA al +1 760 715 1554
HH Sensing offre formazione dall’inizio alla competizione, riqualificazione di cavalli problematici e istruzioni di equitazione per qualsiasi livello o disciplina.

Forniamo un metodo per costruire una solida horsemanship, che va oltre l’addestramento, e può supportare l’uomo e il cavallo ad avere successo in qualsiasi disciplina equestre.
Il nostro approccio si basa sul dressage classico, studi comportamentali, addestramento alla libertà e una gestione approfondita del benessere, consentendo di affrontare sfide che non immagineremmo possibili anche con un buon addestramento tradizionale.
Con HH Sensing, l’uomo e il cavallo lavorano in squadra, attraverso il modo in cui percepiscono le situazioni. Funziona sia che si tratti di avviare o di riutilizzare un cavallo, in qualsiasi momento della sua vita. Insegniamo all’uomo e al cavallo come stabilire un dialogo attivo e dinamico che li assisterà in ogni situazione.

Nata e cresciuta a Milano, ora vive con la sua famiglia in California. Laureata in veterinaria, attualmente addestratrice di cavalli e istruttrice con Human Horse Sensing, organizza corsi online e di persona presso strutture equestri anche in Italia. Migliorare la comunicazione tra uomo e cavallo è sempre stato il fulcro della sua attività iniziata 30 anni fa all'ippodromo di S. Siro a MIlano. Autrice del libro "Human Horse Sensing Horsemanship", pubblicato in inglese e italiano da Edizioni Equitare. Scrive e illustra articoli sul cavallo in Italia e negli Stati Uniti.
Per ulteriori informazioni consultare il sito web: www.hhsensing.com

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