Il lavoro con tre barili è parente stretto della ricerca delle rigidità a proposito della quale c’è un video specifico sulla mia pagina Facebook e su YouTube.
Vediamo di analizzare nello specifico tutto il problema.
Durante l’addestramento del puledro ci troveremo senz’altro a dover affrontare le resistenze e le rigidità del nostro allievo. Tali resistenze possono estrinsecarsi in vari modi, ma in sostanza il puledro è più sciolto da una parte e da questa sarà in genere portato a cadere sulla spalla, a non eseguire una volta regolare, ad affrettare, mentre dalla parte verso la qual è più rigido tenderà ad intavolarsi, o a irrigidire l’incollatura a prendere il ferro tra i denti, a tirare su la testa, ad incensare, sempre che questa rigidità non si manifesti in vere e proprie ribellioni con impennate o cavallo che si rifiuta di avanzare e chi più ne ha più ne metta.
È una fase dell’addestramento abbastanza noiosa ed alcune volte pericolosa, in ogni caso una fase durante la quale i rapporti di fiducia reciproci sono messi a dura prova.
In questo periodo, a mio avviso, bisogna concentrarsi massimamente, ma non ossessivamente, sulla risoluzione di questi problemi: è inutile passare avanti sperando che col tempo si risolverà tutto da solo perché non si risolverà e, andando avanti il problema si ripresenterà sempre, specialmente quando ci troveremo ad affrontare i cambi di galoppo.
Ed ecco che ci viene in provvidenziale aiuto il lavoro con tre barili.
Si dispongono tre barili a formare un triangolo equilatero di circa tre o quattro metri di lato: le lunghezze dei lati andranno via via riducendosi, e si comincia un lavoro in tutta serenità al passo.
Dapprima di semplice slalom tra i barili, poi incrementeremo nei giorni la difficoltà chiedendo delle lievi cessioni alla gamba, che poi si trasformeranno in lievi appoggiate, pirouettes, pirouettes renversèè, alt passo indietro finché non si vede il barile che era posto dietro e poi si può chiedere un pirouette , o un’appoggiata di pochi passi eccetera a seconda della sensibilità del cavaliere e dell’attitudine del cavallo.
Si passa poi ad eseguire il tutto al trotto molto riunito, per arrivare, dopo circa un mese a poter disporre anche qualche barriera a terra, naturalmente avendo cura di passarle perpendicolarmente, per rispettare l’integrità degli arti ed evitare che il cavallo le pesti malamente. Questo lavoro va eseguito quotidianamente per una decina di minuti, non state a sentire l’esperto famoso che vi dirà che così il cavallo non impara ad avanzare perché quando un cavallo è ben “muscolato” e sciolto non avrà nessun problema ad avanzare.
La presenza dei barili ci facilita molto il compito perché il cavallo porterà la sua attenzione sui barili: il cavallo non può pensare due cose alla volta, ed anche vedendo i barili tenderà a non urtarli naturalmente spostando la groppa da solo senza che noi lo costringiamo. Come al solito raccomandazione basilare è la massima serenità da parte nostra e la massima delicatezza di gesto: bisogna lavorare col cavallo, non contro al cavallo. Beh vi lascio un compito che sembra facile, ma in realtà è molto complesso e richiede grande finezza da parte del cavaliere.
INFORMA n.4 – luglio/agosto 2022