Il recupero di una struttura nel parco di Villa Borghese da mettere al servizio dei vetturini e delle loro carrozze, considerate dalla giunta un “patrimonio cittadino”. Rosati: “Non si può considerare patrimonio un’attività basata sullo sfruttamento di poveri animali costretti a fatiche insopportabili. L’unico patrimonio da difendere è la vita dei cavalli”
Roma, 7 giugno 2022 – Il Comune di Roma ha deciso di recuperare una struttura abbandonata da 15 anni all’interno di Villa Borghese, riqualificarla e darle nuova vita per contrastare il degrado in cui è stata lasciata. Tutto bene fin qui, se non fosse che la struttura in questione è una stalla che, nelle intenzioni dell’Amministrazione capitolina, verrà utilizzata dai vetturini come rimessaggio per le botticelle e come stalla per i loro cavalli. L’Assessore all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, ha addirittura definito le botticelle un “patrimonio della nostra città”, come se fosse qualcosa di cui andare fieri.
“L’unico vero patrimonio, l’unico vero valore da preservare e da difendere, è la vita dei cavalli”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “È vero che quella delle botticelle romane è una tradizione molto antica, ma questo non vuol dire che sia una pratica al giorno d’oggi accettabile o da applaudire come un patrimonio da salvaguardare. I cavalli coinvolti in questa usanza sono troppo spesso sfruttati fino allo stremo, costretti a viaggiare con qualsiasi condizione meteo e l’arrivo del caldo è una vera e propria piaga per questi poveri animali. Anche in estate, infatti, devono trainare carrozze cariche di persone nonostante le temperature roventi e il sole cocente, e infatti – in tutte le città dove si pratica questa usanza – capita spesso che i più sfortunati e deboli di loro stramazzino al suolo e muoiano per la fatica.”
“Lo scorso anno il TAR ha confermato la validità del nuovo regolamento capitolino che obbliga lo svolgimento di questa attività soltanto all’interno dei parchi cittadini e delle ville, quindi lontano dalle strade pavimentate e arroventate dal caldo o rese scivolose dalla pioggia. Tuttavia, questo è soltanto il primo passo necessario verso l’abolizione di questo ‘servizio’ che si basa sostanzialmente sulla sofferenza di animali innocenti, sfruttati per lunghissime ore e sottoposti a fatiche incredibili”, conclude Rosati.
Ufficio stampa & RP LNDC Animal Protection