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14 Luglio 2025

“Oceani Perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri”

Kosmos museo di storia naturale dell’università di Pavia annuncia la grande mostra che riporterà in vita creature preistoriche colossali vissute tra 285 e 85 milioni di anni fa. Dal 27 settembre 2025 al 28 giugno 2026 a Pavia.

Incontri ravvicinati con creature mai viste, faccia a faccia con rettili giganteschi vissuti molto prima di balene e delfini, immersioni nelle foreste subacquee della preistoria. La grande mostra Oceani perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri, in programma dal 27 settembre 2025 al 28 giugno 2026 presso Kosmos Museo di Storia naturale dell’Università di Pavia riporterà in vita animali che hanno popolato la Terra tra 285 e 85 milioni di anni fa, per regalare al pubblico un’esperienza interattiva senza pari.Grazie a modelli a grandezza naturale di dimensioni colossali, animazioni e ricostruzioni 3D, i visitatori potranno immergersi nella vita abissale del passato più remoto, comprendendo in modo coinvolgente l’evoluzione dei vertebrati acquatici. Per l’ampiezza di contenuti scientifici e per l’approccio espositivo, Oceani Perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri si annuncia come una mostra senza eguali nel panorama delle rassegne dedicate ai rettili marini preistorici.

Paolo Guaschi, naturalista e curatore della sezione di Paleontologia presso Kosmos Museo di Storia naturale dell’Università di Pavia, spiega: «Osservando il passato, possiamo comprendere meglio i grandi cambiamenti in atto e il ruolo che possiamo avere nel mitigarli o nel cercare di non influenzarli e accelerarli. I fossili non sono solo testimonianze di un passato remoto: sono strumenti preziosi per leggere il nostro presente e fare previsioni sul futuro degli ecosistemi. Stiamo assistendo oggi a un rapido cambiamento climatico e la conoscenza delle dinamiche ambientali è l’unico modo per poter sviluppare dei modelli per affrontare questa fase così cruciale tanto da venire spesso definita sesta estinzione di massa. Lo studio dei fossili ci aiuta a capire come funziona la Terra, come reagisce agli sconvolgimenti su larga scala e come la vita si possa adattare o estinguere. In questo senso, Oceani perduti non è solo un viaggio nel tempo, ma anche un esempio per il mondo di oggi». Il progetto è nato dalla collaborazione tra Kosmos Museo di Storia naturale dell’Università di Pavia con PaleoAquarium – l’originale format espositivo della società Prehistoric Minds – ed è stato realizzato da un team multidisciplinare sotto la guida di paleontologi professionisti. I percorsi di approfondimento sono studiati per il pubblico generico, per i bambini e per gli esperti, in collaborazione con l’Associazione Paleontologica Paleoartistica Italiana, APPI.

UNA MOSTRA ITALIANA CON PIÙ LIVELLI DI APPROFONDIMENTO. Interamente sviluppata in Italia, Oceani Perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri è una mostra inedita, la più completa sul tema dei rettili marini al tempo dei dinosauri e la più ricca mai realizzata tra quelle a marchio PaleoAquarium, con la maggioranza di elementi mai esposti prima. Kosmos e l’Università di Pavia propongono così un percorso di scoperta che offre al pubblico la possibilità di incontrare gli abitanti degli oceani preistorici.

Paolo Guaschi, curatore della sezione di Paleontologia presso Kosmos Museo di Storia naturale dell’Università di Pavia, aggiunge: «La vita sulla terra è fortemente legata al mondo acquatico e agli oceani in particolare, che svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima. L’Unione Europea ha appena lanciato il Patto per gli Oceani per sostenerne la conservazione, ricordando come questi ambienti rappresentino l’80% della biodiversità globale e producano oltre il 50% dell’ossigeno sulla Terra. Non va poi dimenticato che l’economia legata agli oceani garantisce 5 milioni di posti di lavoro in UE. Per trasmettere queste conoscenze a un pubblico ampio, ci siamo avvalsi del lavoro congiunto di paleontologi, illustratori, scultori e artigiani, che hanno collaborato per “riportare in vita” animali estinti partendo dallo studio dei loro resti fossili. Il racconto della scienza oggi passa attraverso la transdisciplinarietà. La resa immersiva e multimediale dell’esposizione riflette la visione della divulgazione scientifica di Kosmos».
I PROTAGONISTI DELL’ESPOSIZIONE. Tra i punti di forza dell’esposizione, numerose sculture a grandezza naturale e installazioni interattive. I protagonisti principali sono i rettili marini dell’Era Mesozoica, detta l’Era dei Rettili, che dominarono cielo, terra e mari: pterosauri, dinosauri, ittiosauri, plesiosauri, mosasauri e tartarughe.Simone Maganuco, paleontologo, co-fondatore di Prehistoric Minds e ideatore del progetto PaleoAquarium, afferma: «In termini di varietà e abbondanza, gli oceani mesozoici non avevano nulla da invidiare a quelli odierni, ma non solo. Alla luce delle conoscenze attuali, sappiamo che alcune specie di plesiosauri partorivano un solo cucciolo per volta, che probabilmente veniva seguito e protetto per lungo tempo. Si tratterebbe di una forma di cura parentale complessa, che ci costringerebbe a rivedere l’idea di “rettili freddi e distaccati”: i protagonisti degli Oceani perduti avevano comportamenti che, in alcuni casi, ricordano quelli dei mammiferi marini di oggi». Accanto a loro, pesci antichi e invertebrati sorprendenti che popolavano i mari prima e dopo l’epoca dei dinosauri. Rari fossili di questi animali sono stati ritrovati anche nella provincia di Pavia, come nel caso dell’osso di plesiosauro scoperto a Zavattarello, di cui vedremo in mostra l’originale (in prestito dal Civico Museo di Scienze Naturali “Giuseppe Orlandi”  di Voghera). Il Museo Kosmos detiene una collezione di 30.000 campioni fossili, tra cui, di estremo rilievo, 65 lastre di pesci che arrivano dal giacimento fossilifero di Bolca, un esemplare originale di ittiosauro (Stenopterygius quadriscissus) del Mesozoico, un crinoide piritizzato del genere Pentacrinus e uno scheletro completo di orso delle caverne (Ursus spelaeus), originario dalle Alpi lombarde.

COSA INSEGNANO I GIGANTI DEGLI OCEANI. Durante il dominio dei dinosauri sulle terre emerse, tra il Giurassico e il Cretacico, gran parte della penisola italiana era sommersa da un mare profondo, abitato da cefalopodi, pesci e rettili marini. Simone Maganuco, ideatore del progetto PaleoAquarium, aggiunge: «Partiamo dalla concretezza degli oggetti esposti e dalle storie che raccontano, desunte dai fossili, per comunicare in modo accattivante ma rigoroso le tematiche più generali e i concetti-chiave che essi rappresentano, dalle parentele tra i vari organismi alle più importanti innovazioni anatomiche messe in campo nel corso dei milioni di anni per poter respirare, muoversi, nutrirsi e riprodursi nell’ambiente acquatico. L’obiettivo è anche quello di fornire spunti critici a un pubblico di non esperti per dare una visione aggiornata del passato alla luce dei continui progressi della ricerca scientifica. Ogni giorno, infatti, si scoprono nuovi tasselli di questo grande puzzle che permette di ricostruire l’evoluzione della vita sulla Terra. Con questo approccio riusciamo a stupire e meravigliare il visitatore ma, al tempo stesso, a riportarlo sui binari del dato scientifico, smontando idee radicate nell’immaginario collettivo e spesso alimentate dalla cultura pop. Vogliamo infatti presentare questi esseri che ci hanno preceduto come veri e propri animali, al pari di quelli odierni, e non come mostri marini hollywoodiani», conclude Maganuco. Oltre il 60% degli elementi che saranno esposti a Kosmos è stato realizzato per questo percorso e non è mai stato esposto prima. Oceani perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri è infatti la mostra più ricca mai realizzata sotto il marchio PaleoAquarium, distinguendosi per completezza di contenuti e originalità. I testi sono stati elaborati in collaborazione con ricercatori che studiano gli oceani antichi sotto il coordinamento del paleontologo Simone Maganuco e sono accompagnati dalle illustrazioni di Davide Bonadonna, uno tra i paleoartisti più noti a livello internazionale.

I NUMERI DI OCEANI PERDUTI. Le sezioni della mostra sono 24 e complessivamente lungo il percorso sono presenti oltre 50 ricostruzioni di animali preistorici, 10 calchi di fossili ottenuti dagli originali e 8 postazioni multimediali, di cui 3 interattive. La realizzazione del solo Tylosaurus ha richiesto quattro mesi di lavoro, coinvolgendo sette persone, con l’utilizzo di 200 kg di creta, 250 kg di resina, 150 kg di fibra di vetro, 5 kg di colore, 100 kg di ferro e l’ausilio di una gru per il montaggio. Il modello più grande presente in mostra è proprio il Tylosaurus, lungo 12,7 metri, di cui a Kosmos è esposta solo la parte anteriore, perché l’intero esemplare sarà visibile come postazione itinerante presso i partner del progetto in giro per l’Italia, a cominciare dal Centro Commerciale Fiordaliso di Rozzano. Altro pezzo forte, il modello a grandezza naturale del Liopleurodon, gigante dei mari giurassici. Tra le sezioni più spettacolari, il diorama che rappresenta i protagonisti dei mari triassici e i loro adattamenti alimentari, con specie come i placodonti durofagi (Placodus), i notosauri (Nothosaurus), i mixosauri (Mixosaurus) e le ceratiti (Ceratites). RICOSTRUZIONI VIRTUALI ED EXHIBIT INTERATTIVI. Paolo Mazzarello, delegato del Rettore ai Musei dell’Università di Pavia, Presidente del Sistema Museale di Ateneo e Direttore di Kosmos illustra i diversi livelli di approfondimento dell’esposizione: «Abbiamo voluto impiegare molteplici tecnologie di comunicazione, come le ricostruzioni virtuali animate e gli exhibit interattivi, per rendere ancora più coinvolgente e immersiva l’esperienza per i visitatori di ogni età. Abbiamo strutturato la mostra con diversi livelli di lettura, grazie alla pannellistica e alle visite guidate condotte da personale esperto. I pannelli includono una parte descrittiva, un commento dell’esperto che spiega il metodo di lavoro dei paleontologi e una sezione “Lo sapevi che?”, rivolta soprattutto ai più giovani, con curiosità e falsi miti da sfatare. Il nostro obiettivo è diffondere la cultura scientifica al pubblico più ampio, anche in vista dei flussi turistici legati ai Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina, che intercetteranno fasce di interesse molto variegate». L’intento è quello di veicolare l’apprendimento attraverso un forte impatto emozionale sul visitatore senza la necessità di supporti didattici complessi. Per esempio, nell’aula Spallanzani del museo, un tempo teatro anatomico, il professor Steno – impersonato da un ittiosauro – spiegherà l’anatomia dei plesiosauri analizzandone una carcassa sezionata. La sezione “Making of, invece, cattura l’attenzione raccontando il percorso che va dai fossili alla ricostruzione “in vivo” del rettile, sia come scultura fisica sia come animazione virtuale. Con Oceani perduti, il pubblico potrà finalmente vedere ciò che i fossili da soli non raccontano. La paleoarte è la chiave per unire scienza e immaginazione, in un perfetto equilibrio tra precisione scientifica e impatto visivo.

L’OFFERTA EDUCATIVA, TRA CONFERENZE E LABORATORI. La mostra sarà accompagnata da una ricca offerta educativa curata da ADMaiora, con visite guidate, laboratori per scuole di ogni ordine e grado, attività ludodidattiche per famiglie e bambini come compleanni a tema, visite-gioco e notti al museo. Inoltre, Kosmos ospiterà eventi con paleontologi ed esperti del settore. Tra i protagonisti già confermati, Federico Fanti, geologo e paleontologo, docente all’Università di Bologna, noto per i suoi studi sugli ecosistemi mesozoici, oltre che per il programma televisivo Il cacciatore di dinosauri; Cristiano Dal Sasso, curatore della sezione di Paleontologia dei Vertebrati al Museo di Storia Naturale di Milano, uno degli scopritori dei più importanti fossili italiani, tra cui il celebre “Ciro”; Davide Bonadonna, paleoillustratore di fama mondiale, cofondatore di Prehistoric Minds insieme al paleontologo Simone Maganuco. La mostra gode del patrocinio del Comune di Pavia, dell’APPI – Associazione Paleontologica Paleoartistica Italiana, della SGI – Società Geologica Italiana, dell’ANMS – Associazione Nazionale Musei Scientifici e della SPI – Società Paleontologica Italiana. Media partner di Oceani Perduti. Giganti marini al tempo dei dinosauri, il noto mensile di divulgazione scientifica Focus. L’iniziativa si svolge in collaborazione con lo shopping center Fiordaliso.
La presentazione della mostra si è tenuta presso Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, prestigiosa istituzione scientifica con la quale Kosmos Museo di Storia naturale dell’Università di Pavia ha collaborato con il prestito a lungo termine di un gruppo di beni naturalistici per le Gallerie Leonardo da Vinci.

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