Alla XXX ° edizione della Festa del Pane di Genzano il 17 settembre 2018, durante il concorso “Mangiando e Poetando” indetto dal Comune di Genzano ed organizzato dall’Accademia Giuseppe Gioachino Belli, che conserva da decenni la tradizione poetica in romanesco, mi sono classificato al primo posto con la poesia “La bruschetta”. Volevo farvene partecipi (anche perché la “bruschetta è bona”!!)
LA BRUSCHETTA
Na vorta ar contadino je bastava
er pane secco e l’ojo dell’olive
per smorzaje la fame sur lavoro
quanno se raccojeva er pommidoro.
“Fettunta” la chiameno In Toscana
“soma d’aj” a due fette ner Piemonte
“fedda ruscia” all’origano in Calabbria
e artrove la battezzano “panunto”.
C’è chi dice che ha preso la parola
dalla spazzola usata pei cavalli,
ma er vocabbolo viè da abbrustolita
o “bruscata” sur foco della brace
sulla piastra purchè sia bella calla
ma puro ar forno e ner sartapicchio.
È l’effetto de Marte sulle fette
de pane casereccio, a daje er nome
se de Genzano, poi, puro er cognome!
Ma lassamo sto sfoggio de curtura
e passamo in cucina. Alla sostanza.
Tu strusci l’ajo crudo sulle facce
rese ruvide proprio dar calore
è sano e va sfregato a farabbutto
perché je dia quer pizzico orientale.
Un pò de sale non sta affatto male
e un filo d’ojo passi poi sur tutto,
d’oliva, l’estravergine, ch’è er mejo
der Paese der sole e anco d’er mare.
Semplicità, carattere italiano
è colore, salute e dà sostanza,
della campagna nostra ci’ha er profumo.
Ambasciatrice io vedo la “bruschetta”,
der magnare italiano è icona giusta
fatto de gusto sogni e fantasia
che ner Mediterraneo ci’ha la culla
ed è er cibbo più sano che ce sia.