Sono diventato veterinario nel 1986 presso l’Università di Perugia e ho svolto la mia attività di libero professionista nei primi anni negli allevamenti dell’Agro Romano a contatto con realtà di elevato interesse zootecnico (AZIENDA MACCARESE, AZIENDA TORRE IN PIETRA, etc.) insieme ad altri allevamenti in crescita sia di numero di capi allevati che di organizzazione aziendale e di miglioramento tecnologico sia alimentare che strutturale
D. La zootecnia è stato il suo primo interesse, ha poi continuato in questo campo?
R. Dopo circa due anni sono entrato nel Servizio Sanitario ASL presso Il Canile Sanitario di “Portaportese” a Roma dove ho svolto la mia attività legata alla profilassi della rabbia e alla lotta al randagismo per circa cinque anni dove ho potuto sviluppare una riflessione sul rapporto uomo-animale.
Nel contempo per la stessa ASL ho proseguito il lavoro di profilassi delle malattie infettive e infestive degli animali zootecnici (bovini, ovini, equini, suini, avicunicoli, api) nel territorio a maggior vocazione zootecnica di Roma prestando attenzione al benessere animale e all’impatto ambientale delle produzioni animali rivolte ad un maggiore sicurezza alimentare (controllo dell’utilizzo dei farmaci veterinari, verifica degli alimenti per gli animali compresi i mangimi utilizzati nelle aziende agricole).
D. Questa esperienza le ha permesso di valutare anche la possibilità di conoscenze di Medicina Omeopatica?
R. Tale attività mi ha portato ad un continuo aggiornamento partendo dal “Corso di Formazione Etica e Manageriale per Medici e Dirigenti dei Servizi Sanitari” discutendo la Tesi “benessere animale e benessere umano” per arrivare al “Corso triennale di Omeopatia Veterinaria presso la Scuola Superiore Internazionale di Medicina Veterinaria Omeopatica di Cortona 2003-2006” discutendo la tesi “Terapia omeopatica delle parossitosi degli ovini” che mi ha permesso di effettuare una sperimentazione su di un allevamento biologico di ovini a confronto con la terapia allopatica; presentato in varie occasioni di Convegni di Omeopatia
D. Omeopatia, allopatia e sicurezza alimentare. E’ riuscito ad integrare queste tre realtà?
R. Nell’ambito zootecnico ho sviluppato le conoscenze della filiera agro-alimentare controllando i percorsi della produzione primaria (latte, carne, uova, miele) e portando l’esperienza dell’omeopatia come terapia integrata alla terapia allopatica facendo vedere agli allevatori che senza la presenza di residui farmacologici non avevano perdite di latte, uova, miele e carne e quindi un risparmio di denaro e salvaguardia dell’ambiente. In particolar modo mi sono occupato dell’allevamento biologico e biodinamico dove meglio si può esprimere la terapia omeopatica, dove il farmaco allopatico è di difficile utilizzo per i residui negli animali e quindi negli alimenti da loro prodotti.
D. Nell’ambito degli animali d’affezione l’omeopatia ha avuto un suo spazio?
Nell’ambito dei animali d’affezione l’avvio di attività clinica nei piccoli animali (cani e gatti) mi ha dato la possibilità di curare varie patologie dalle Dermatiti ai Disturbi Comportamentali, dalle Cistiti e Nefriti di vario genere ai Disturbi nervosi (attacchi epilettici) etc.; con lo sviluppo di una casistica varia e complessa che mi ha permesso, in diverse occasioni, di portarla all’attenzione di colleghi veterinari, medici e farmacisti.
D. Quindi mi sembra di capire che lei è rimasto completamente coinvolto con l’omeopatia…
R. L’ interesse verso l’omeopatia ha determinato una dedizione continua allo studio e alla cura degli animali, cosa che faccio da anni e che mi ha fornito un solido e ramificato bagaglio di esperienze. Tale studio mi ha permesso di sviluppare una cultura attenta ad una alimentazione sana e sicura quindi ancor più se biologica o biodinamica sia per il benessere umano, sia per il benessere animale ed in definitiva per un ambiente naturale più sano e meno aggredito dalla mano dell’uomo.
Ringrazio il Dott. Bruno Cipollone per averci raccontato la sua esperienza professionale.
Dott. Marta Collina