IL LAVORO NOBILITA
Questa la scena. Lungo un marciapiede
pulito che neppure Mastro Lindo
avrebbe fatto meglio in quella sede,
mani intrecciate in cima ad una scopa
tace un uomo e guarda quei passanti
che ingaggiano quel territorio suo
frettolosi, indaffarati, indifferenti.
Con la schiena appoggiata alla ringhiera
ne cerca gli occhi per aver consenso
non dice una parola. Fermo, osserva.
E’ sufficiente. Basta la presenza
e quanto ha fatto è li a parlar per lui.
Un emigrante giunto da lontano
che s’è inventato un modo intelligente
non il solito indigente posapiano
che fuma sigarette e non fa niente,
Quattro stazioni a terra distanziate
dicono:” quel lavoro è opera mia
spero solo un centesimo di grazie
per quel pulito che vi ho regalato”.
Quattro piccole note ripetute
scritte da altri inquadran quella scena
quattro sacchi pieni di pattume
dell’immondizia la città n’è piena.
E quei quattro barattoli davanti
chiedono un obolo giusto pel lavoro
tacciono, vuoti, magri come santi
per aver dato a Roma del decoro.
Confesso che mi sono soffermato
senza parlare ne ho osservato il viso
ho aperto il borsellino e vi ho frugato.
Gli ho dato un euro per un suo sorriso.
Marco Biffani