Il dolore nel cavallo innesca una serie di meccanismi a cascata che potrebbero diventare deleteri per la sua salute.
Negli ultimi anni, la sensibilizzazione dei proprietari degli animali verso il dolore e una sempre maggiore specializzazione e possibilità diagnostica veterinaria, hanno fatto sì che il controllo del dolore diventasse uno degli obiettivi primari da trattare per il benessere degli animali.
Si è sempre stati abituati a pensare al dolore semplicemente come un fenomeno sensoriale, ignorando il fatto che spesso un danno e il dolore che da esso ne deriva, sono responsabili di una alterazione dei sistemi di regolazione omeostatica e fisiologici normalmente presenti nell’organismo.
Nel caso di danno importante e quindi di dolore severo o cronico, l’organismo viene allertato da una serie di informazioni, per compensare, e adotta comportamenti vicari reclutando gruppi muscolari diversi per sottrarre il segmento scheletrico interessato o muscolotendineo al dolore. Traumi, dolore, gonfiore, tensione muscolare, causano asimmetria alla spina dorsale con conseguente affezione dell’equilibrio e della performance stessa.
La difficoltà di riconoscere stati algici in questi individui non verbalizzanti si è spesso scontrato con un abuso di analgesici di tipo tradizionale con sgraditi effetti collaterali.
Da qui l’attenzione della comunità scientifica veterinaria verso “rimedi fitoterapici” supportati da ricerca scientifica con risposte valide e poche controindicazioni.
Allo stato di dolore fa seguito uno stato di stress, associato a insonnia e inappetenza che innescano meccanismi a cascata che l’organismo mette in atto per arginare il danno con una serie di reazioni nervose, ormonali e comportamentali che finiscono per diventare deleterie. Inizia una serie di eventi che partono dal rilascio di adrenalina nel torrente circolatorio, con attivazione del sistema simpatico, che allo scopo di favorire una migliore irrorazione degli organi vitali, stimola il sistema cardiocircolatorio con modificazione a carico dei visceri.
Entro pochi secondi dal danno vengono rilasciate citochine (gamma interferone, interleuchina 1 e 6 tumor necrosis factor) che attivano una serie di reazioni biochimiche che conducono al rilascio di glucosio, necessario per far fronte al danno, per la rimozione dei detriti, per la riparazione dei tessuti e talvolta per l’innalzamento termico, utile a distruggere batteri e altre sostanze estranee.
Allo stesso tempo la percezione del danno attiva l’asse ipotalamico-ipofisario-surrenalico con produzione di ormone rilasciante la corticotropina (CRH) nell’ipotalamo e conseguente rilascio di ormone adrenocorticotropo corticotropina (ACTH) e di altre sostanze da parte dell’ipofisi.
L’ACTH stimola le surrenali a rilasciare cortisolo, ormone essenziale per la sopravvivenza dopo un insulto, in quanto responsabile del mantenimento dei livelli adeguati di glucosio, fondamentali per una rapida risposta al dolore.
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GREEN DOL è un fitoregolatore con estratti di calendula, echinacea, menta e rosmarino coadiuvante nelle varie manifestazioni del dolore. Agisce nelle varie fasi della risposta algica:
• Fase neurogena (1): è la fase iniziale che coinvolge direttamente le vie di trasmissione del dolore.
• Fase vasale (2): interessa il percorso dei vasi che, se compressi o lesi, possono interrompere la continuità del sistema circolatorio.
• Fase interstiziale essudativa (3): è la fase che interessa il sistema linfatico, ossia il sistema di drenaggio in grado di riassorbire i liquidi interstiziali e reindirizzarli verso il torrente circolatorio.
• Fase neutrofila (4): si ha una riduzione neutrofilica con conseguente riduzione delle difese dell’organismo.
• Fase linfocitaria (5): si ha l’attivazione dei linfociti, indice di infiammazione tissutale
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Rivista Informa n.3 – Maggio / Giugno 2019