Nonostante le promesse della Fondazione che gestisce la Reggia, inaugurata nel 1784 per ospitare la Real Razza di Persano creata da Carlo di Borbone e salvata dall’estinzione dal principe Alduino di Ventimiglia di Monteforte
Alimentazione saltuaria, mancata cura delle lettiere, nessun intervento di mascalcia, due stalloni e due puledre appena nate morti un anno fa, cavalli rinchiusi da più di un anno nelle scuderie senza accesso agli ampi pascoli della tenuta – 24 ettari a San Tammaro, Caserta – al centro della quale spicca l’imponente complesso progettato da Francesco Collecini: la residenza reale, contornata dal complesso di scuderie, maneggi coperti, locali di servizio, magazzini, e impreziosita dal primo ippodromo d’Italia, l’unico al mondo a essere inserito all’interno di una residenza reale.
Proprio i lavori di manutenzione e di restauro del complesso monumentale hanno giustificato – secondo la Fondazione costituita nel 2016 per valorizzare il Real sito anche attraverso eventi legati al rientro dei Persano a Carditello – le restrizioni imposte all’accesso dei cavalli al galoppatoio e soprattutto ai pascoli, sfalciati e per giunta diserbati, e il trasferimento di circa quaranta tra fattrici e puledri. Il piano originario prevedeva il loro trasferimento a partire dal marzo scorso in altre strutture dell’Asl di Caserta, ma la pessima gestione complessiva e il contenzioso legale con la Fondazione che ne è nato hanno costretto il principe Alduino di Ventimiglia, proprietario del branco, a spostarne la maggior parte a nord di Roma.
Nel frattempo più di un anno di immobilità nelle scuderie ha compromesso irrimediabilmente lo sviluppo mentale e fisico dei puledri di uno, due e tre anni, mentre il veterinario della Fondazione ha riscontrato allo stallone Dirone un testicolo ingrossato per le condizioni di stabulazione forzata prescrivendo oltre alla terapia anche il movimento – pure qui senza alcun riscontro da parte del personale – e anche il puledro di due anni Meonio ha una spalla rovinata sempre in seguito dell’immobilità forzata. Inoltre la Fondazione ha mancato di sottoscrivere la polizza assicurativa a copertura dei rischi connessi alla gestione dei cavalli, a suo tempo prevista dal contratto di associazione in partecipazione Fondazione/Ventimiglia.
Al nuovo consiglio di amministrazione è stato proposto di riaprire i pascoli esterni della Reggia, non interessati dai lavori, ripristinando le recinzioni abbattute durante gli interventi di manutenzione e permettendo agli ultimi Persano di Carditello di vivere per qualche tempo in libertà, soprattutto per minimizzare i rischi del trasporto di cavalli non domati, di diversa età e sesso, costretti da mesi in locali di dimensioni talmente ridotte da impedire il movimento oltre che la socializzazione, ma anche il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo presidente sembrano insensibili a tale emergenza, continuando a tenere i cavalli dentro le scuderie.
Persano e Carditello sono legati da un indissolubile vincolo che travalica il tempo e gli uomini. Alla Real Razza sono legati i nomi di Gioacchino Murat e di Napoleone Bonaparte in Russia, del Savoia Cavalleria nella carica di Isbushnskij del 1942, del capitano Francesco Baracca, che fece dipingere sulla fusoliera del suo aereo un Persano rampante, diventato pochi anni dopo il simbolo della Ferrari. Ma soprattutto la partenza dei Persano da Carditello priverà la Reggia di una delle principali attrattive – quella di riportare una razza nel sito in cui è stata creata e perfezionata, caso unico al modo – previste nel 2015 nell’Accordo di valorizzazione delle Residenze borboniche tra Ministero dei Beni culturali, Regione Campania e Prefettura, dopo decenni di abbandono.