Il Fondo Rustico sito in collina a Chiareto di Bellante in provincia di Teramo è un piccolo paradiso a 270 metri sul livello del mare che si affaccia sul naturale palcoscenico del versante teramano del Gran Sasso e rappresenta uno dei fiori all’occhiello dell’Università di Teramo.
Una cornice nella cornice in cui gli spazi sonno ottimamente gestiti, gli animali scuderizzati tra box, paddock e capannine all’aperto, gli studenti attivi in una serie di attività per l’intera durata dell’anno solare che spaziano dai servizi di riproduzione assistita degli animali domestici all’inseminazione tradizionale e video-endoscopica con l’impiego di materiale seminale refrigerato e crioconservato; all’assistenza al parto ed il servizio di neonatologia equina; a programmi di embryo-transfer; a diagnostica clinica riproduttiva, nonché alle inseminazioni laparoscopiche negli ovi-caprini.
La presenza di tanti soggetti appartenenti a diverse specie rappresentano una possibilità tangibile per allevatori o semplici proprietari/appassionati di equidi, di operare in selezione in una struttura ben congeniata e facilmente raggiungibile, nella quale un Dipartimento intero è attivo “al servizio del cavallo e del suo territorio”.
Un servizio che negli ultimi anni, durante le cosiddette “emergenze straordinarie” legate ai vari sismi con conseguenti crolli di strutture zootecniche è risultato particolarmente utile per i numerosi allevatori che hanno usufruito di un’assistenza di qualità fin dalle primissime ore dell’emergenza.
Nella quotidianità all’Università di Teramo, all’interno di Medicina Veterinaria, abbiamo la possibilità di vedere ormai da decenni un angolo di Puglia con circa 40 esemplari tra adulti e “putracchi” di asino di Martinafranca.
Un Progetto che da anni mira alla salvaguardia della razza grazie alla sinergica collaborazione tra UNITE e la Regione Puglia per il rinsanguamento e la salvaguardia delle fattrici di razza “Martinese” in forze alla Masseria Russoli.
Un Progetto unico nel suo genere che lega l’Abruzzo e la Puglia, sulla scia del famoso “Tratturo Magno” come a rievocare l’antico rito della transumanza che rappresenta una linea simbolica che unisce e racconta le storie e le tradizioni delle due Regioni.
PROGETTI MULTIRAZZA
Ma non ci si occupa ovviamente soltanto di Asini. Diversi infatti i riproduttori di altre razze: dai Murgesi, agli Asini dell’Asinara, ai CAITPR, senza tralasciare un nucleo di capre teramane, di suini neri, di jersey che completano un quadro assai variegato legato alla tutela del patrimonio zootecnico italiano come pure nei progetti di salvaguardia sulla scia delle strategie europee per la biodiversità 2030.
Ed è proprio grazie a questo genere di attività mirate, che si è riusciti a consolidare importanti sinergie sull’intero territorio nazionale con le Istituzioni.
Nell’ambito della convenzione quadro con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri numerosi sono gli accordi di collaborazione fra il Servizio di Clinica Ostetrica-Ginecologia e Andrologia Veterinaria dell’Ospedale Veterinario Universitario Didattico (OVUD) di Teramo, diretto dal Prof. Augusto Carluccio ed i Centri di Selezione Equestre dei Carabinieri Forestali.
In particolare, con il Reparto Carabinieri Biodiversità di Martina Franca, comandato dal Ten. Col. Giovanni Notarnicola, numerose sono le attività sanitarie e di applicazione delle biotecnologie riproduttive atte alla salvaguardia delle biodiversità, quali l’asino di Martina Franca ed il Mulo Martinese, in collaborazione con il Cap. Alberto De Berardinis, Ufficiale veterinario del Reparto stesso.
Altra attività è la produzione di soggetti di razza Murgese dal mantello grigio ferro testa di moro (roano) che saranno destinati alla Fanfara dei Carabinieri del IV Reggimento a cavallo, infatti, per questo scopo, opera nel Reparto CC Biodiversità di Martina Franca, per la stagione riproduttiva, un meraviglioso stallone, Netrix di Santa Rosa (Eligio x Cometa) della linea di Granduca da Martina in forza al gruppo stalloni del Servizio di Clinica Ostetrica, Ginecologia e Andrologia dell’OVUD di UniTE.
La lettera N è certamente di buon auspicio visti gli ottimi risultati del suo predecessore Nume (1997), esattamente 20 anni prima, altro stallone di razza Murgese che per anni ha lavorato nel Parco Stalloni della Facoltà. Infatti, Nume è stato uno dei più grandi razzatori Murgese con ben 30 suoi figli scritti nel registro stalloni del Libro Genealogico. Nume è uno stallone che ha saputo trasmettere sia le sue qualità morfologiche, sia le sue qualità psico-attitudinali, assai ricercate dalla razza.
Molti dei sui figli si sono distinti come cavalli di testa ed hanno regalato ottimi risultati sia nelle discipline da sella sia in quelle da attacchi. Il nome di Nume è un nome di certo altisonante poiché è considerato all’unanimità nel settore come il vero continuatore del celebre Ulisse 1984.
Ora è la volta di Netrix di Santa Rosa: “NOMEN OMEN”… dicevano i latini proprio per esprimere il concetto augurale insito in certi nomi che sembrerebbero calzare a pennello sul destino di certi progetti.