IL SACRO SUCCO DELL’UVA,
(vanto dell’Italia)
Frutto degli antenati e di pazienza
nasce da un sogno, da passione e impresa
di Venere e d’amore n’è l’essenza
richiede attenta cura e lunga attesa
L’acino tondo, biondo e colorato
stretto ai compagni, pronto pel banchetto
a fine estate viene vendemmiato
se l’acqua e il sole l’hanno benedetto.
Anche se con i piedi calpestato,
schiacciato, offeso, il succo nasce caldo.
Lo si intuisce. Nobile è il casato.
Dove finisce l’indica l’araldo.
Dolce di prima spilla divien mosto
zucchero si fa allegro, spiritoso
cambia di gradazione e si fa tosto
diviene ambito nettare, gustoso.
Ha vetro verde, il sole non gli piace,
merita proprio d’essere riposato.
Ama il silenzio, il fresco e molta pace
ed è un tesoro s’è millesimato.
Dalla cavola in botte lo si mesce,
rosato, bianco, rosso, dolce o asciutto
a pasta, a pane, a carne m’anche a pesce
con bolle, o senza, s’accompagna a tutto.
Ma attenti. Se sospinti dalla voglia
abbassate la guardia, in quell’istante
senza voler si supera la soglia,
la Veritas vien fuori. Nonostante!
Non è solo un prodotto artigianale
cibo, cultura, arte ed anche storia
si mischiano fra loro e trovi il sale
del vanto dell’Italia, una sua gloria.
Io provo per l’astemio gran tristezza,
è ininfluente quello che ne pensi,
si priva, inconscio, d’una gran bellezza,
si perde l’armonia dei cinque sensi.
Vive di sole, mare e fantasia,
creatività, emozione e buon mangiare,
è uno stile di vita. E’ empatia.
Duro il lavoro per poterlo fare.
Sogni, goduria ed arte in un bicchiere
dolcezza, amore e incontri. Ti è vicino.
Sa d’amicizia, brindisi, piacere
noi, terra terra, lo chiamiamo VINO.
marco biffani