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22 Dicembre 2025

Visoni: Interrogazione parlamentare al Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida in merito alla mancata adozione del decreto per la cessione dei visoni ancora rinchiusi negli allevamenti vietati e chiusi

Animal Law Italia, Essere Animali, Humane Society International/Europe e LAV accolgono con favore l’interrogazione parlamentare della Senatrice Dolores Bevilacqua, membro dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali

ROMA, 14 novembre 2023 – Le associazioni Animal Law Italia, Essere Animali, Humane Society International/Europe e LAV, tra le promotrici dell’Iniziativa dei Cittadini Europei #FurFreeEurope(1.502.319 firme validate raccolte), accolgono favorevolmente e sostengono l’interrogazione parlamentare presentata dalla Senatrice Dolores Bevilacqua (Movimento 5 Stelle), membro dell’Intergruppo Parlamentare per i Diritti degli Animali, rivolta al Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida in merito alla mancata adozione, a oltre un anno e nove mesi dalla scadenza stabilita dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (Legge di Bilancio 2022), del decreto per la cessione dei visoni ancora in vita e tutt’ora detenuti negli allevamenti vietati e dismessi.

In Italia, dal primo di gennaio 2022 è entrato in vigore il divieto di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia. Il 30 di giugno dello stesso anno è stata altresì decretata la chiusura degli allevamenti ancora presenti sul territorio nazionale.
Nell’ambito di questi provvedimenti, sono stati inoltre allocati indennizzi per un totale di sei milioni di euro, i cui criteri di erogazione sono stati adottati il 30 dicembre 2022 in un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 4 marzo 2023. Il medesimo decreto doveva regolare anche l’eventuale cessione degli animali ancora in vita a strutture autorizzate (accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute), i requisiti strutturali e gestionali e la sterilizzazione degli animali. 

Venendo meno a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, il Ministro Lollobrigida – e il Ministro Patuanelli prima di lui – ignora la situazione dei circa 1.600 visoni che risultano attualmente in vita ma detenuti ancora in gabbia negli allevamenti di Capergnanica (CR), Ravenna e Castel di Sangro (AQ), in una situazione incompatibile con il loro benessere, la prevenzione di spillover zoonotici e gli obbiettivi stessi che il suddetto divieto intendeva perseguire.
A gennaio 2022 i visoni ancora in vita erano 5.700. A novembre 2022, è stato confermato un focolaio di SARS-CoV-2 all’interno di un allevamento nel comune di Galeata (FC), risultando nell’abbattimento sanitario dei restanti 1.500 visoni della struttura. A maggio 2023 un altro contagio è stato riscontrato a Calvagese della Riviera (BS), portando all’abbattimento di oltre 1.500 visoni.

Le associazioni dichiarano: “È inaccettabile che da parte del Ministero non ci sia il minimo impegno a gestire una situazione così critica sia dal punto di vista del benessere animale, sia della salute pubblica. È chiaro che la strategia del Ministero è quella di aspettare che gli animali si infettino all’interno delle gabbie per poi avere la perfetta giustificazione per ucciderli, mentre gli allevatori continuano percepire indennizzi per tenerli nelle stesse precarie condizioni di prima. La pubblicazione del decreto è centrale, poiché solo a seguito della stessa sarà possibile permettere il trasferimento degli animali presso centri specializzati, salvando la vita di almeno alcuni dei visoni. Abbiamo pazientato e sollecitato già troppo. Accogliamo pertanto con favore l’interrogazione parlamentare della Senatrice Bevilacqua e auspichiamo una pronta e adeguata risposta dal Ministro Lollobrigida per poter chiudere definitivamente il triste capitolo dell’allevamento di animali da pelliccia in Italia.” 

La Senatrice Dolores Bevilacqua, che ha presentato l’interrogazione, afferma: “L’immobilismo del Governo rispetto all’adozione di un decreto che possa finalmente mettere la parola fine agli allevamenti di animali per farne pelliccia è il riflesso di una scarsa sensibilità al benessere animale, che difficilmente può trovarsi una motivazione concreta che giustifichi altrimenti una simile mancanza. Spero che il Ministro Lollobrigida voglia al più presto rispondere all’interrogazione presentata, giustificando il ritardo accumulato e, finalmente, adottando il tanto agognato secondo decreto attuativo.”

Testo dell’interrogazione:

“Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Premesso che:
la legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022), ai commi 980 e seguenti, ha previsto un divieto totale di allevamento, riproduzione in cattività, cattura e uccisione di animali di qualsiasi specie per la finalità di ricavarne pelliccia; la medesima legge ha previsto che, in deroga a tale divieto, gli allevamenti autorizzati (esclusivamente di visoni) potessero continuare a detenere gli animali già presenti nelle proprie strutture esclusivamente per il periodo necessario alla dismissione delle stesse e comunque non oltre il 30 giugno 2022, fermo restando il divieto di riproduzione degli animali; come noto, al fine di indennizzare detti allevamenti, la stessa legge di bilancio 2022 ha previsto un fondo di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023.

Per erogare tali somme, l’individuazione dei criteri e delle modalità di corresponsione dell’indennizzo veniva demandata a un decreto, che doveva essere adottato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore di detta legge, del Ministero delle politiche agricole, di concerto con il Ministro della salute e il Ministro della transizione ecologica, sentite le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Tale decreto interministeriale, adottato solamente il 30 dicembre 2022, è stato finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 54 del 4 marzo 2023, con il titolo: “Criteri e modalità di corresponsione dell’indennizzo, a favore dei titolari degli allevamenti di visoni (Mustela viso o Neovison vison), volpi (Vulpes vulpes, Vulpes Lagopus o Alopex Lagopus), cani procione (Nyctereutes procyonoides), cincillà (Chinchilla laniger) e di animali di qualsiasi specie per la finalita’ di ricavarne pelliccia”; tuttavia, tale decreto non ottempera pienamente a quanto previsto dal comma 984 della citata legge di bilancio 2022 rispetto all’eventuale cessione degli animali e detenzione, con obbligo di sterilizzazione, presso strutture autorizzate, accordando preferenza a quelle gestite direttamente o in collaborazione con associazioni animaliste riconosciute.

Infatti, come ricordato da codesto Ministero in risposta a un’interrogazione della scrivente fornita il 26 gennaio 2023, dovevano ancora essere stabiliti requisiti strutturali e gestionali, come pure le modalità di attuazione degli interventi di sterilizzazione, che avrebbero dovuto essere definiti da un ulteriore decreto da adottare di concerto con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministero della salute, le Regioni e le Province autonome, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del decreto interministeriale, dunque entro giugno 2023;

considerato che:
a quanto risulta, una bozza del decreto che avrebbe dovuto introdurre i requisiti strutturali e gestionali necessari alla cessione degli animali a strutture autorizzate in preferenza gestite da associazioni animaliste riconosciute, anch’essa datata 30 dicembre 2022, è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (IZSVe) per ricevere un parere;
L’IZSVe ha fornito riscontro a tale richiesta in data 4 maggio 2023, fornendo un parere che indicava la necessità di mantenere gli animali in gabbia e forniva i requisiti strutturali delle stesse e delle strutture ospitanti, nonché i requisiti di biosicurezza e quelli gestionali. Inoltre, a seguito di richiesta di specifica rispetto alla possibilità di detenzione di visoni a terra, all’interno di recinzioni opportunamente costruite e arricchite, lo stesso IZSVe affermava, con precisazione del 15 settembre 2023, di ritenere la vita in gabbia quale metodo più appropriato;

considerato inoltre che: 
l’allevamento di visoni allevati con lo scopo di produrre pellicce è stato vietato tanto per la crescente sensibilità e preoccupazione sociale per il benessere degli animali non umani, quanto per il rischio che questi allevamenti pongono dal punto di vista sanitario e che dunque l’attuale situazione risulta incompatibile con gli obbiettivi che il suddetto divieto intendeva perseguire; i visoni detenuti all’interno degli allevamenti, che attualmente risultano in numero maggiore di 1.500 nei tre allevamenti che ancora detengono animali, continuano a condurre una vita che risulta non in linea con il loro benessere e rispetto delle loro caratteristiche etologiche e la loro sofferenza rischia di prolungarsi ancora a lungo, laddove si consideri che tali animali, se detenuti in cattività, possono vivere anche oltre i 10 anni; continuano a essere riscontrati casi di contagio da Sars-CoV-2 all’interno di allevamenti di visoni, come accaduto a Calvagese della Riviera (BS), situazione che ha comportato l’abbattimento di oltre 1.500 animali ai sensi dell’ordinanza del Ministero della salute del 3 maggio 2023, o i casi mortali di influenza aviaria registrati in un allevamento di visoni in Spagna a ottobre 2022, identificati anche grazie al lavoro proprio dell’IZSVe e comunicati a gennaio 2023;

considerato infine che:
ai sensi del sopra citato decreto interministeriale del 30 dicembre 2022, gli allevatori continuerebbero a percepire indennizzi per la gestione e cura degli animali vivi ancora in allevamento pari ad euro 3,00 per animale al mese e per gestione e cura dell’impianto operativo in presenza di animali pari a euro 2,00 per animale al mese, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo intende operarsi per giungere, nel più breve tempo possibile, all’adozione del secondo decreto interministeriale che stabilisce i requisiti strutturali e gestionali, necessario a permettere il trasferimento di almeno una parte dei visoni ancora detenuti presso gli allevamenti, ponendo la parola finale a questa attività anacronistica e garantendo la possibilità ai visoni ancora rimasti in vita di condurre un’esistenza che rispetti il loro benessere e le loro caratteristiche etologiche.”

essereanimali.org





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