Convincete il vostro sindaco ad erigere al centro della più importante piazza di Genova, una colonna con incisi i nomi dei 43 poveri innocenti, defunti per l’incuria delle autorità preposte, con in cima un gigantesco orologio digitale che scandisca i giorni che passeranno da quel nefasto 14 agosto 2018 prima che venga ricostruito un viadotto che ricolleghi le due metà di Genova, ne riattivi l’efficienza e ripristini una vivibilità dignitosa per gli abitanti. Ben visibile a tutti.
Ripreso spesso dai giornali. Per spronare chi di dovere. Prima che altri nefasti accadimenti accadano in questa nostra Italia anche geologicamente, sfortunata, dalla forma di stivale assuefatto più a ricevere calci che a darne, e che questo tragico evento passi in seconda linea di urgenza e venga trascurato. Che costituisca un memento ai tecnici, a politici, ai magistrati che hanno assicurato 4 mesi per ridare alloggi agli oltre 500 sfollati, ad 8 mesi la demolizione di ponte e fabbricati e la ricostruzione tecnica di una struttura in acciaio ed in breve tempo la individuazione delle responsabilità.
Troppo facile dare assicurazioni verbali per tranquillizzare la gente ed evitare epurazioni e caducazioni. Il terremoto del centro Italia insegna. E quando sui media si potrà vedere – ripetutamente e quotidianamente – la foto di quello strumento che ne scandirà i ritardi, espressi in numero di giorni, qualcuno – i burocrati in particolare – dovrà pentirsene per la sua leggerezza, incompetenza, protagonismo o inefficienza. Il sacrificio sofferto dall’intera città di Genova la sua perdita di benessere e le sue aspettative sono il sacrificio, il benessere e le aspettative degli Italiani tutti. Stanchi di promesse non rispettate.
Da uomo di esperienza sostiene che la vita propone avventure che superano la fantasia. Autore di numerose pubblicazioni tra cui Il libro "Equus Caballus, Ippo per gli amici (principianti)" edito da Bastogi Libri