L’ articolo approfondisce le ragioni della comparsa e della diffusione in Francia nell’800 degli Omnibus Privati, vetture ippotrainate, che, avendo a modello gli Omnibus pubblici, riuscirono a soddisfare le crescenti esigenze di trasporto di passeggeri dalle stazioni a strutture private come Convitti o Hotel. Comparvero, poi, anche Omnibus Familiari appartenenti a ricche famiglie, quindi ad uso privato. A tutte queste vetture veniva dato genericamente il nome Omnibus Privati anche se denominazioni specifiche si diffusero col tempo.
Nel 1662 un primo progetto di carrozze adibite a servizio pubblico, le famose “carrosses à cinq sols” che trasportavano 8 persone, fu immaginato da Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo, letterato, e fu realizzato dal Marchese de Roanne a Parigi.
Questo primo tentativo purtroppo fallì nel 1678. Fu solo molti anni dopo, nel 1824, che Baudry inaugurò, a Nantes, la prima linea di vetture pubbliche aperta a tutti, da cui il termine Omnibus. Nel 1828 fondò la sua compagnia a Parigi; le “White Ladies”, aprendo la linea Madeleine- Bastille.
Queste vetture ad assali lubrificati avevano un grossa cassa, contenente 14 posti, montata “su una trave a flèche sospesa su otto molle, quattro dietro, quattro davanti ”(Guide du Carrossier, 1860). La cassa era un unico pezzo, ma sulle pareti era simulata l’immagine di un lungo coupé. Ben presto altre linee furono inaugurate da ditte concorrenti. Volendo differenziarsi, queste altre società; Ladies together, Tricycle, Hirondelle, Favorites innovavano l’estetica delle vetture ma, soprattutto, con tutti i mezzi tecnici cercavano di migliorarne il comfort e la maneggevolezza.
Nel 1838-39, il produttore de “La compagnie des chemins vertes” sperimentò vetture senza flèche con sette molle e semi-assali. Nello stesso periodo, un altro costruttore, Malen, ridusse notevolmente il peso delle vetture e poterono entrare in servizio gli Omnibus a due piani, che verranno utilizzati dalla compagnia che riuniva tutte le linee parigine di omnibus (CGO).
Molte innovazioni tecniche ed estetiche vennero applicate agli omnibus, ma alcune aziende preferirono mantenere il tradizionale aspetto dell’Omnibus di Nantes, con pareti raffiguranti un lungo coupé.
IN SERVIZIO NELLE STAZIONI
L’arrivo della ferrovia nel centro di Parigi e lo sviluppo economico che determinò provocarono il moltiplicarsi delle linee di omnibus pubblici. Questo aumento, tuttavia, non poteva soddisfare tutte le esigenze create dall’estensione della rete ferroviaria. Alcuni settori di attività, come imprese ferroviarie, alberghi, convitti, intensificarono gli sforzi per rispondere alle nuove e pressanti esigenze, introducendo vetture per trasporto passeggeri, che chiameremo Omnibus Privati.
Intorno al 1850, ispirandosi alle tecniche sviluppate nel trasporto pubblico, i carrozzieri immaginarono veicoli, con l’ingresso situato nella parte posteriore, anche se con un design differente. Tuttavia, poiché trasportavano clienti, mantennero il nome di omnibus.
Il non obbligo di rispettare le norme tecniche relative alle vetture di pubblico servizio (decreti del 1851, 1852 specificanti; dimensioni delle carrozzerie, larghezza dei binari,…) lasciò campo libero allo spirito creativo delle case costruttrici.
Erano per lo più “utilizzati dalle compagnie ferroviarie e dagli alberghi per trasportare i passeggeri dalla stazione all’hotel oppure ai convitti diurni per studenti, erano anche utilizzati da persone facoltose che abitavano lontano dalle stazioni”. (Guide du Carrossier).
A seconda dell’utilizzo, ciascuno di questi omnibus privati aveva un aspetto particolare. Sotto il nome di Omnibus Privato troviamo, quindi, veicoli che si differenziano tanto per le dimensioni quanto per l’aspetto esteriore, la disposizione, la qualità dei materiali utilizzati, le dotazioni (freni, sospensioni, ecc.). Ad ogni modello, con il tempo, venne attribuito un nome preciso: omnibus à capucine, omnibus à ballon, omnibus “classico”, mail omnibus, omnibus coupé. Prima di entrare nel merito di questi tipi di omnibus privati, vale la pena soffermarsi su quelli, il cui uso era legato allo sviluppo delle ferrovie:omnibus da stazione, omnibus di proprietà di hotel e convitti. A seconda dell’utilizzo, oltre alla presenza di un vano bagagli, ogni veicolo aveva un aspetto ben definito.
- Gli omnibus per convitti trasportavano gli studenti dalla stazione ai collegi erano di grande capienza e per lo più privi di imperiale – Gli omnibus degli alberghi erano talvolta senza imperiale, spesso con il nome dell’hotel sulla cassa, numero di posti e comfort differenti a seconda delle dimensioni e della qualità dell’albergo, di cui erano proprietà.
-Gli omnibus delle compagnie ferroviarie erano legati alla destinazione, a volte scritta sulla cassa; rappresentavano una linea di collegamento tra le stazioni e le zone dove si trovavano le case dei viaggiatori, avevano una capienza diversa e, quindi, un aspetto diverso a seconda delle aree di servite.
- L’omnibus coupé: modello insolito, di cui sono stati conservati pochissimi esemplari. Troviamo tracce della sua prima presentazione, nel 1863, nella Guide du Carrossier.
Questa vettura era dedicata al trasporto di passeggeri tra le stazioni. Rispetto a un omnibus convenzionale da stazione, questo era costituito da due scomparti: lo scomparto coupé e quello omnibus, il che permetteva di separare le classi sociali dei passeggeri. Vent’anni dopo, il carrozziere Grummer di Parigi utilizzerà questo principio del doppio vano per costruire omnibus di lusso per clienti di elevato ceto sociale. Nel 1905 la Carrosserie Francaise presenterà l’ omnibus turistico.
OMNIBUS FAMILIARI Le innovazioni sviluppate nei modelli di Omnibus per stazioni e alberghi vennero utilizzate nella realizzazione anche di altri tipi di omnibus, dedicati alle attività familiari, alla caccia e alla vita sociale. Derivati da quelli in uso nelle stazioni, questi omnibus privati, adatti al trasporto di più persone (familiari, ospiti, amici con i loro servitori), erano caratterizzati da una miglior qualità costruttiva, dalla diversa disposizione (sia interna che esterna) dei posti a sedere e dalle dimensioni. La praticità di questi omnibus privati interessò rapidamente i viaggiatori facoltosi, che li ordinarono ai loro carrozzieri per loro uso privato. “La creazione, da parte delle compagnie ferroviarie, di piccoli omnibus di collegamento sedusse ben presto i nostri facoltosi proprietari che abitavano nei castelli e nei casali situati a poche leghe dalle stazioni ferroviarie. Ciascuno di loro volle presto possederne uno per le sue particolari esigenze. Da allora i costruttori studiarono questa vettura, sia dal punto di vista della sua utilità che della sua forma e alcuni riuscirono davvero a farne un piccolo veicolo molto elegante.”(Guide du Carrossier, 1861).
Un tipo di omnibus dominerà il mercato, da cui il nome di omnibus classico. Aveva la particolarità di permettere al suo proprietario di viaggiare comodamente accompagnato dai suoi servi e con il suo bagaglio sull’imperiale. Diventò quindi il mezzo di trasporto preferito dai facoltosi per arrivare dalla stazione alla loro residenza o per raggiungere la dimora delle vacanze. L’estetica delle forme variava notevolmente e dipendeva da scelte personali ed è impossibile, oggi, utilizzarla per la datazione dei veicoli.
Il modello “classico” venne costruito per tutta la seconda parte del XIX secolo e il primo quarto del XX secolo. A seconda delle esigenze, un numero variabile di passeggeri stava nel cassone e sul piano superiore o imperiale. Questo disponeva di uno o più sedili e di uno spazio per riporre i bagagli.
Vi si accedeva appoggiando i piedi sul passaruota e sui due piccoli ripiani poggiapiedi. Scale pieghevoli potevano essere in dotazione per i modelli più grandi. La cassa poteva essere impreziosita da due aperture laterali; queste spesso caratterizzavano gli omnibus utilizzati nei castelli o per la caccia. Le griglie facilitavano la ventilazione che permette di conservare, tra l’altro, il cibo. Misurava in media tra 140 e 155 cm di larghezza, mentre l’ altezza poteva arrivare fino a 165 cm. La lunghezza dipendeva dalla quantità di passeggeri, ma, in generale, lo spazio riservato a ciascun passeggero era di circa 50 cm. Aveva un baule profondo nella parte posteriore grazie all’assale curvo. La cassa era montata su sospensioni a pinzetta nella parte anteriore e su un set di tre sospensioni a 3 molle nella parte posteriore.
L’estremità anteriore era dotata di un battente, che permetteva di limitare il raggio di sterzata. Il rivestimento e l’imbottitura interna dipendevano dalla qualità della vettura e dal suo utilizzo. Se bastava un semplice panno di lana per rivestire un omnibus di servizio, pelli, legni e sete pregiate, o addirittura avori, adornavano l’interno degli omnibus privati più lussuosi.
Gradualmente l’utilizzo di questo tipo di omnibus si diversificò, specie nelle versioni familiari e più lussuose, per esempio i rarissimi gli omnibus-mail. Fra i più comuni omnibus privati familiari l’omnibus à capucine (con capote) e l’omnibus à ballon (trasformabile).
OMNIBUS À BALLON Il termine Omnibus à ballon, veniva dato alle vetture con parte alta mobile, che si sollevava e poteva essere rimossa in un unico pezzo. Questo nome designa, quindi, un omnibus trasformabile, con parte alta e tettuccio, la cui rimozione trasformava la vettura in un grande wagonette o in un break.
“Abbiamo dato il nome “ballon” alla parte mobile di carrozze, omnibus, quando queste parti alte possono essere rimosse in un unico pezzo. Il ballon omnibus designa generalmente qualsiasi omnibus, con una capote mobile” (GDC,1864). Possiamo anche considerare che si tratta di un grande break che assume le sembianze di un omnibus, da qui il termine usato anche Breakomnibus. Questi omnibus a ballon furono immaginati all’inizio del 1850, ma la G.D.C. specifica: “L’origine del break-omnibus, o omnibus-break o ballon-omnibus risale a circa dieci anni fa, ma ne vengono prodotti pochissimi” Sembra, quindi, che queste vetture abbiano avuto, in origine, solo un successo limitato. Paradossalmente, dopo un decennio, ne comparvero molti modelli, il che potrebbe far pensare che siano tornati di moda. Nell’ultimo decennio del 1800 la loro presenza diminuì sulle riviste specifiche.
OMNIBUS À CAPUCINE
Il “capucine omnibus” o con capote ha la particolarità di non avere un imperiale, ma può essere comunque dotato di un ballatoio per i bagagli. È composto, anteriormente, da un parafango, che precede un sedile trasversale. Quest’ultimo può essere protetto da pareti laterali spesso vetrate: la cosiddetta “cassa di famiglia”, che, è coperta da una piccola capote, chiamata capucine. La cassa contiene due sedili laterali e vi si accede da dietro e la sua accessibilità è facilitata dalla presenza di un assale posteriore ribassato. A seconda delle sue dimensioni, può ospitare da quattro a otto persone ed essere illuminata con 2/6 aperture laterali, costituite da vetrate scorrevoli. È una vettura familiare guidata, in generale, dal proprietario che è protetto dai capricci del tempo dalla capote. Una finestra scorrevole gli permette di comunicare con i suoi passeggeri.
OMNIBUS-MAIL
Fra alcuni ricchi proprietari sportivi si diffuse un altro modello di omnibus. Attaccato a quattro cavalli e con gli stessi scopi dei park-drag e dei road-coach (gite mondane, shopping, caccia,). Pur mantenendo la struttura di un omnibus, si ispirava alle caratteristiche dei coach: dimensioni imponenti, grande baule del tipo postale attaccato alla cassa, sedili sull’imperiale davanti e anche dietro, baule da picnic, accessorio indispensabile per ogni uscita raffinata. Per queste sue particolarità prende il nome di Omnibus-mail o Coachingomnibus. Non avendo regole da rispettare consentiva ai titolari un’ampia scelta di forme e di dotazioni.
Questo omnibus, più maneggevole di un coach, rispondeva alle esigenze di una clientela di ricchi signori sportivi che prediligeva nelle proprie scelte sia la qualità della vettura, ma anche la notorietà del carrozziere, perciò questo modello si diffuse pochissimo al di fuori del mondo, relativamente chiuso, della carrozzeria di lusso.
Famosi carrozzieri firmarono modelli di questo omnibus. Elenchiamo i fratelli Alfred ed Emile D’Itieren, che ne presentarono uno imponente all’Esposizione Internazionale di Bruxelles, nel 1880, che C. Rommlere cosi descrive “All’interno possono trovare posto sei persone, altre tre sul sedile imperiale e due sul sedile di guida. Il bagagliaio, molto capiente, e’ diviso in due scomparti, di cui uno accessibile dall’interno, mentre l’altro con due piccole porte laterali. Con angoli arrotondati e con solo un grande vetro su ogni lato, questo modello ha fatto scalpore.” A firmare altri modelli di questo tipo di omnibus privato furono ancora due grandi grande carrozzieri belgi: François Schürman e Guillaume Vandenplas.
Quest’ultimo conferì a questo tipo di vettura un look molto particolare, avvicinandolo a quello dei coach. Tre modelli di questo carrozziere sono ancora conservati e presentati in manifestazioni tradizionali, essendo parte di una collezione tedesca. Concludiamo con un Coaching-omnibus firmato da Cesare Sala cosi descritto da Carlo Gnecchi Ruscone “Questa vettura, voluminosa ma compatta, può trasportare sei persone all’esterno e da quattro a sei all’interno; è laccata in giallo paglierino e nero e le sue particolarità sono le seguenti: quattro finestrini laterali e tre posteriori; tutti con vetri molati e dotati di persiane in mogano a lame mobili, con tendine in seta blu, avvolgibili: sistema di aerazione della cassa mediante prese d’aria apribili anteriormente; ampio sedile per quattro persone nella parte anteriore dell’imperiale, freno a leva per il guidatore e freno volante a destra per il groom. Fascia in canna intorno alla cassa, bilancini in metallo,grande baule nella parte anteriore, separato dal baule “segreto” interno, legno di mogano e, per tutte le finiture e i cuscini, tessuto di crine di cavallo dentro e fuori.
- Dipinto raffigurante uno dei primi modelli di omnibus pubblico
- Omnibus in servizio nelle stazioni
- Disegno di Omnibus ad uso degli Hotel (by Lagarde)
- Disegno di Omnibus per Collegi e Pensionati
- Disegno di Omnibus per Turismo (by Lagarde)
- Omnibus Classico di Roberiot (Lione), guidato dal proprietario ad uso familiare.
- Omnibus Privato di Mülbacher (Parigi). Usato dal proprietario per facilitare spostamenti di persone e bagagli
- Omnibus à ballon by Binder (collezione privata). La parte superiore dell’omnibus viene sollevata ed è completamente removibile. In questo modo l’Omnibus si trasforma in una Wagonette o in un Break.
- Disegno di Omnibus familiare à capucine (by Louis Dupont)
- Disegno di Omnibus familiare à ballon o trasformabile
- Omnibus à capucine a 6 posti (collezione privata)
- Omnibus Mail, by Cesare Sala (MI)
- Coaching omnibus del belga Vandenplas (collezione Scheidel).
Per ulteriori approfondimenti ed immagini visitare il sito www.attelage-patrimoine.com
Ricerca di Patrick Magnaudeix. Fonte www. attelages-patrimoine.com .
Traduzione e sintesi di Emanuela Brumana.
Photo credit attelages-patrimoine.com
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