Si è appena chiusa l’ultima edizione cremonese del Salone del Cavallo Americano, e una volta di più si può dire che la città abbia fatto propria questa coloratissima fiera con un tripudio di visitatori: oltre 34mila, un numero record, molti delle quali provenienti dal territorio della Bassa Padana, ma non solo. Perché l’internazionalità della manifestazione nei fatti, e da quest’anno anche nel nome – è ora Fiera Internazionale certificata – non è da mettere in dubbio.
Del resto, non va dimenticato che Cremona è città molto affine al tema del Salone: zona di grandi allevamenti, di bovini e di cavalli pregiati, è proprio il luogo dove il Western italiano ebbe inizio molti anni fa, dove si tennero le prime gare di Quarter Horse e il primo Reining Futurity.
L’edizione 2024 del Salone è dunque in un certo senso “storica”: ha registrato in generale un secco 40% in più rispetto alla movimentazione economica del 2023, considerabile l’ultimo anno ancora in parte affetto dal disastro Covid; ma anche un ben più significativo 20% in più rispetto all’ultima grande kermesse pre-pandemia, quella del 2019.
Con un’incidenza sull’economia cittadina quantificabile in circa 3 milioni di euro, e almeno 2500 ospiti arrivati a Cremona da tutta la Penisola e accolti nelle strutture recettive della città, questo evento si posiziona saldamente fra quelli che sono, come ha rilevato il Sindaco Galimberti intervenuto all’inaugurazione: «…uno dei punti distintivi e qualificanti della Fiera di Cremona. Una Fiera che è in crescita, e che lo è anche grazie a questo Salone».
I visitatori hanno avuto modo di optare per un week-end molto diverso dal solito, dove ognuno ha potuto trovare qualcosa di adatto ai propri gusti. Per gli appassionati di sport, in scena su 6 diversi campi con ben 3500 posti in tribuna, 700 cavalli appartenenti alle tre razze ufficiali americane (Quarter Horse, Paint Horse e Appaloosa) e oltre 1000 cavalieri e amazzoni in lizza per una serie di titoli prestigiosissimi di tre fra le principali discipline dell’equitazione americana in Europa: reining, cutting e team penning. La quarta, il barrel racing, terrà su questa stessa sabbia il proprio Campionato Europeo fra due settimane (dal 6 al 9 giugno prossimi), grazie ancora una volta alla sapienza organizzativa del patron Giancarlo Doardo: si chiuderà così il cerchio che laurea Cremona come capitale dell’equitazione americana in Europa.
Chi semplicemente ammira gli Stati Uniti, i loro miti e i loro valori, la loro musica e il country lifestyle, ha invece trovato in fiera le scenografie old western, i villaggi indiani, il raduno di auto e moto americane d’epoca, gli stage di ballo a tema; mentre i compulsivi dello shopping hanno avuto a disposizione 35mila metri quadrati di area commerciale (sui 60mila totali) e 190 espositori provenienti da nove nazioni europee e tre extraeuropee: Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria, Polonia, Svizzera, Belgio, Olanda – ma anche Stati Uniti, Canada e Brasile. Così come da 12 diverse nazioni Europee, ma anche da Usa e Canada, provenivano i cavalieri che hanno preso parte alle varie competizioni. Infine, ben 16 i punti ristoro offerti al pubblico e ai concorrenti tra self service, pizzeria, bar e street food: per una meritata pausa gastronomica fra un’emozione e l’altra.
Un’organizzazione impegnativa, che ha impiegato 5 chilometri di transenne e 4500 metri cubi di sabbia e terra completamente rinnovate rispetto alle scorse edizioni per garantire la miglior espressione possibile dei grandi cavalli in gara; e poi 80 persone per lo staff dell’organizzazione, e oltre 100 per lo staff sportivo tra segreterie, stewarts, giudici, crononetristi, addetti alla lavorazione del fondo e così via.
E non sono da meno i numeri dell’ormai rinomata sezione del ballo e della musica country: sui 3mila metri quadrati di pista in legno si sono scatenati oltre 4mila ballerini, al ritmo del miglior country selezionato da 40 tra i migliori Dj specializzati del momento.
Ma un numero che resterà scolpito negli annali degli sport equestri americani è sicuramente quello che descrive il montepremi dell’evento più importante della manifestazione: il milione di dollari tondo che, per la prima volta in assoluto in Europa, è stato distribuito come added money ai migliori binomi open e non pro in classifica per il 2024 Nrha European Futurity. 179 le coppie cavallo-cavaliere che si sono presentate ai blocchi di partenza; dopo un go eliminatorio sono in parte tornate in arena a disputare le due finalissime del venerdì e del sabato sera, e per assistere a quest’ultima sono stati staccati 1500 biglietti speciali con posti prenotati.
Campionissimo della divisione professionale è il 44enne Francesco Barbagli, cavaliere toscano di stanza nella propria scuderia, l’FB Reiners, vicino a Parma, che ha piazzato in finale un sonoro punteggio vincente di 226 lasciandosi alle spalle gli altri 61 finalisti. Suo partner in questa impresa, che gli è valsa il trofeo d’Europa e un premio di 420mila dollari, è il vistoso stallone sauro Arc Gunnabeabigstar, allevato da Arcese QH e proprietà di Alessio Fraboschi. «Non so che cosa dire…», ha commentato a caldo il bravo trainer, noto per il suo carattere riservato e cortese. «Non nascondo di aver anche versato qualche lacrima dopo aver realizzato di aver vinto. Il talento di questo cavallo è semplicemente incredibile; tutte le manovre gli vengono naturali… Così stasera ho potuto abbassare la mano sul suo collo e affidarmi completamente a lui. Un notevole rischio, ma penso che proprio questa totale naturalezza tra noi sia ciò che ci ha fatto vincere. Dall’inizio alla fine, per tutto il tempo della gara, mi sono chiesto se avrebbe funzionato… E ancora non ci credo!».
La divisione non professionale dell’EuroFuturity è andata a una diciottenne austriaca tutt’altro che nuova ai grandi successi in arena, nonostante la giovane età: Anna-Maria Zehetbauer in sella a SS Pretty Nifty. Già in pole position dopo il go emiminatorio, i due hanno alzato nettamente l’asticella in finale segnando un impressionante 221 e aggiudicandosi i 144mila dollari del premio.
Ma continuiamo con i campioni, perchè quelli laureati al Salone del Cavallo Americano si sono aggiudicati alcuni tra gli Special Events più importanti della stagione agonistica. A partire dall’affiatata squadra che ha vinto il Derby del Team Penning, specialità che ha visto in questa edizione della fiera una partecipazione record.
Si tratta del team Zoo Ranch Benassi Tre, composto da due cavalieri e un’amazzone. Andrea Sanfelici in sella a Kittys Dualee, Sara Casalini con Ak Ret N Snap e Simone Benassi insieme a Nikky Aristocrat Mr hanno segnato nei due go un tempo totale di 49,98 portando a casa il prestigioso titolo 2024. E passiamo a un altro Derby di grandissima importanza, per cavalli di 4 e 5 anni. quello della Ncha of Italy.
La open professionale è andata pari merito a due trainer: Denis Pini, che ha portato al podio il cavallo di famiglia RP Dreaming Time e Alessandro Fulceri con Looker (proprietario Sergio Traverso). Fulceri, in sella a un altro cavallo di Traverso, Special Pepto, è anche il capoclassifica dell’irresistibile classe che ha chiuso in bellezza gli spazi dedicati al cutting al sabato sera: la Brideless Cutting, nella quale i binomi lavorano senza briglia e imboccatura proprio per sottolineare la necessaria autonomia decisionale di un cavallo dotato di cow sense. Infine, grandi soddisfazioni per la famiglia Salvatori: il papà Marco che è anche presidente dell’Associazione Cutting Italiana, vince lo Spring Show Open, la gara dei cavalli più esperti, insieme al suo Highbrow Time; mentre la talentuosa figlia Gaia, amazzone di primissimo piano in questa specialità, si aggiudica il Derby Non Pro. Ed è infine un’altra lady cutter a vincere lo Spring Show nella categoria non professionale: Vittoria Antonini in sella al suo Trendzetter.