con le immagini dei cavalli inviate dai lettori del portale.
LUOGO DI ORIGINE:
Provincia di Frosinone, Monti Ausoni (Regione Lazio).
ATTITUDINI:
Originariamente utilizzato per la soma, oggi impiegato come pony da sella
POPOLAZIONE:
Cavallo di interesse nazionale.
ALTEZZA AL GARRESE:
Maschi: 138
Femmine: 132
MANTELLO:
Uniformemente morello; è ammessa la presenza di tracce di balzane
e tracce di stella. Criniera e coda con crini abbondanti.
CARATTERISTICHE:
Vivace, attento e docile, è un animale estremamente sobrio, frugale e resistente alle avversità.
STANDARD DI RAZZA:
– Testa: corta, conica con profilo rettilineo;
– Collo: proporzionato, non eccessivamente muscoloso;
– Spalla: robusta e ben attaccata al tronco;
– Garrese: pronunciato;
– Dorso: può presentare insellatura;
– Lombi: muscolosi, ben attaccati alla groppa;
– Groppa: inclinata, mediamente sviluppata;
– Petto: correttamente sviluppato e muscoloso;
– Torace: poco profondo;
– Arti: robusti, sottili, asciutti con barbetta al nodello;
– Articolazioni: robuste, nette;
– Andature: energica, elastica ed agile;
– Appiombi: regolari;
– Piede: sano, resistente, ampio, pigmentato.
– Circonferenza torace: maschi 165, femmine 160
– Circonferenza stinco: maschi 19, femmine 18
DIFETTI CHE COMPORTANO L’ESCLUSIONE DAL REGISTRO ANAGRAFICO
– Mantello: diverso da morello;
– Balzane: ammesse limitate tracce;
– Testa: ammessi pochi peli bianchi in fronte;
– Taglia: diversa dallo standard o comunque superiore a 148 cm
Lo Standard è stato definito da appositi Gruppi di Lavoro; sono stati effettuati i riscontri di campo e sono successivamente intervenute delibere di approvazione da parte della Commissione Tecnica Centrale
DATI STORICI:
Il Pony di Esperia è rappresentato da una popolazione la cui area originaria di allevamento comprende i Monti Aurunci ed Ausoni.
Si tratta di animali in cui è evidente il risultato di una elezione naturale molto rigida, che ne ha plasmato le forme contenute e l’estrema rusticità. Si può anche sostenere un contributo genetico probabilmente remoto ed ormai ben integrato e stabilizzato di sangue orientale, riconoscibile nella finezza e distinzione dei soggetti più tipici.
La sopravvivenza di questa razza, in grado di utilizzare risorse foraggere difficilmente raggiungibili e comunque altrimenti erdute, appare come l’unica condizione per poter mantenere la presenza umana in territori che sembrano sempre più destinati all’abbandono e al degrado.
C.N.R., (1997) “Atlante etnografico delle popolazioni equine ed asinine italiane”.