«La scomparsa della regina è un dolore per tutti» . Mark Phillips, ex marito della Principessa Anna, figlia della regina Elisabetta II, è un’icona dell’equitazione britannica e tecnico di grande fama, oltre che medaglia d’oro nel concorso completo a squadre a Monaco nel ’72.
Per gli atleti e i tecnici inglesi, in qualsiasi parte del mondo e a prescindere dalla disciplina, è un momento di emozione profonda e dolorosa, a maggior ragione in quello degli sport equestri, rappresentati dalla famiglia Windsor nel Polo da re Carlo III, atleta di livello mondiale, o dalla stessa ex moglie di Mark, Anna, atleta olimpica a Montreal nel ’76. «La scomparsa della regina è un dolore per tutti» , ripete Phillips, passato alle cronache per aver rubato il cuore della principessa Anna, unica figlia femmina della regina Elisabetta e del principe Filippo. Galeotta fu proprio la passione comune per i cavalli, i due si conobbero alle Olimpiadi di Monaco e poco più di un anno dopo convolarono a nozze nell’abbazia di Westminster. Anna e Mark hanno avuto due figli, Peter e Zara, quest’ultima medaglia d’argento a Londra 2012 nel completo a squadre.
La scomparsa della regina Elisabetta è un fardello pesante per tutto il team britannico e per lui in particolare: «Questo è un momento difficile per la famiglia – per i sudditi della Gran Bretagna ma è sentito anche da molte persone in tutto il mondo – le sue parole durante lo svolgimento dei Fei Worlds Campionships in scena ai Pratoni del Vivaro dal 14 al 25 settembre – Per quanto riguarda però i nostri atleti, loro devono saper estraniarsi da tutto, concentrarsi sulla gara, rimanere focalizzati su quello e pensare solo a fare il meglio possibile nella competizione».
Anche perché i Mondiali ai Pratoni sono qualificanti per i Giochi di Parigi. E, forse, la spinta emotiva della scomparsa di Elisabetta ha contribuito a far sventolare l’Union Jack più alto di tutti dopo la due giorni di dressage. «È bello essere qui ai Pratoni. Ho avuto la possibilità di guardare il percorso del cross country, non mi sembra così difficile, Giuseppe (Della Chiesa, direttore sportivo dell’evento nonché disegnatore del percorso del cross country, ndr) è stato piuttosto gentile, nella costruzione ha dato spazio a cavallo e cavaliere per avere il tempo di ragionare – ha proseguito – Nonostante questo bisogna tenere in considerazione che i Pratoni sono un terreno abbastanza collinare che richiede uno sforzo notevole da parte del cavallo. Quindi la differenza tra i cavalieri la farà la capacità di gestire il cavallo durante tutto il percorso» sperando, dal punto di vista inglese, di poter dedicare più di un’impresa all’amata regina.