23 settembre – Gli Attacchi sono una questione di famiglia. Una tradizione da tramandare di padre in figlio, un’eredità da raccogliere condividendo una passione che, anno dopo anno, diventa sempre più preponderante.
La testimonianza arriva dai Pratoni del Vivaro dove si stanno svolgendo i Fei World Championships della disciplina degli Attacchi che si concluderanno domenica. Tra i trentotto partecipanti che tra ieri e oggi si sono sfidati nelle prove di Dressage, ci sono due coppie di padri e figli: gli olandesi Ijsbrand e Bram Chardon e gli ungheresi Jozsef Sr e Joszef Jr Dobrovitz.
I driver competono sia a livello individuale, sia come team con la squadra nazionale, in cui si sommano i punteggi ottenuti dai vari componenti. Passare ore e ore accanto al proprio padre, avere la possibilità di condividerne gioie e dolori, vivere in mezzo ai cavalli fin da bambino e assaporare il gusto della competizione dentro le mura di casa sono le condizioni che permettono di creare questo speciale legame che dura tutta la vita.
È il caso di Bram Chardon, giovane olandese che ha seguito le orme del padre Ijsbrand, dodici medaglie mondiali, tra individuale e team, di cui cinque d’oro: «Avevo 16 anni, l’ho visto diventare campione del mondo e ho pensato: ‘Questo è quello che voglio fare’». Un percorso non semplice, che prevede anche un certo tipo di organizzazione: «Gareggiare in questo modo è fantastico anche se può essere difficile a volte.
Ci sono dei driver che faticano ad avere un team a questo livello, noi ne abbiamo due, due outdoor team, due indoor team, sempre in top 10, sempre qualificati al Mondiale, è una sfida per la famiglia. Ci supportiamo a vicenda – ha concluso il driver olandese – chiaramente ne vale la pena se alla fine riesci ad arrivare sul podio». Nel segno del padre, dunque. E domani va in scena la battaglia della maratona.