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22 Dicembre 2025

Morso: SI o NO? Il senso dell’imboccatura & the PERFECT BIT



L’uso dell’imboccatura non è da condannare a priori, ma bisogna saperla usare senza causare dolore se vogliamo mantenere una relazione cooperativa con il cavallo: in caso contrario il dolore innescherebbe un’interazione competitiva che potrebbe farci perdere il controllo della direzione o della velocità del cavallo.

Il dolore altererà la sua percezione: non saremo più in grado di trasmettergli chiaramente le nostre richieste a tutto danno di una relazione piacevole ed efficace.





Il più delle volte si scelgono i finimenti in base all’efficacia in termini di intensità della pressione esercitata. Il nocciolo della questione non sta però nell’imboccatura che usiamo (o non usiamo) ma soprattutto nella qualità della relazione uomo-cavallo.

Quasi sempre il dibattito “Morso sì/Morso no” elude la sostanza del problema. Provocare qualsiasi pressione dolorosa all’interno della bocca (tramite l’uso scorretto dell’imboccatura) o sulla regione facciale del cavallo (come fanno molte testiere bitless, ovvero senza imboccatura) renderà comunque il cavallo reattivo e probabilmente lo spingerà in difesa, il che non si rifletterà solo sulla correttezza della sua postura ma soprattutto scatenerà un conflitto anziché un’interazione cooperativa tra partner.

Sopportare l’imboccatura può apparirci una condizione innaturale, ma il cavallo la accetta se è libero di masticare e di muoverla: quando la bocca non è serrata da una capezzina potrà sempre “dire la sua” sul contatto che stiamo applicando.

Quindi se pensiamo che una bitless stretta attorno alle ganasce sia una soluzione più innocua dell’imboccatura, stiamo facendo un grave errore. Anzi, una testiera senza imboccatura troppo stretta influirà sulla fisiologia dell’area di contatto causando gonfiori e dolore costanti quando facciamo pressione sulle redini.

Alla luce di quanto sopra (la variabile dolore nell’interazione) vale la pena approfondire gli effetti del contatto tra la mano e la bocca del cavallo attraverso l’imboccatura.

A seconda della foggia l’imboccatura può agire sulle gengive, i denti, le labbra, la lingua, il palato e le guance. Nel cavallo, le barre – lo spazio privo di denti, tra gli incisivi e i premolari – sembrano una spazio naturale per poggiare l’imboccatura. Eppure sono comuni gli interventi di “manutenzione dentale” per creare una “sede” appropriata per l’imboccatura estraendo o limando i denti, procedimento che ne altera la struttura e può esporre i tessuti sensibili dei denti.

Sotto l’aspetto sensoriale la bocca è uno dei punti più sensibili, in cui il tatto è associato al senso del gusto.

La semplice presenza di un’imboccatura può spingere il cavallo a fissare la testa in posture innaturali per sfuggire al disagio, mettendo a dura prova altre parti del loro corpo (fino a causare zoppie posturali).

Disagio che si trasforma in dolore o in costrizione se si ricorre all’uso di capezzine, o di museruole semplici o incrociate, strette oltre misura per impedire al cavallo di aprire la bocca. Stessi effetti sono provocati dalla pratica di tendere troppo i montanti dell’imboccatura (fino a creare due pieghe alla commessura labiale) per “mantenere il contatto”, ignorando il fatto che i denti hanno superfici affilate che possono causare ulcerazioni se toccano le superfici della mucosa orale sotto le pieghe.

Al fine di aumentare l’azione dell’imboccatura, (oltre alla “regola delle due pieghe) si impiegano imboccature in metallo o in sostanze plastiche ideate per esercitare una pressione intenzionale su diversi siti della bocca e della testa.
Adottare una prospettiva diversa può contribuire al benessere del cavallo e all’efficacia della nostra equitazione.

In effetti, l’imboccatura può essere modellata per non causare dolore ed essere gestita con finezza per comunicare al meglio le nostre richieste. Un esempio è il Perfect Bit (vedi foto in alto), imboccatura brevettata dall’addestratore americano Darren Stoner di cui segue un’intervista esclusiva.



Cosa rende un’imboccatura perfetta?


Una conformazione che trasmette segnali chiari, non crea confusione e consente al cavallo di lavorare esprimendo tutto il suo potenziale. Dopo molti anni passati a lavorare come addestratore di cavalli usando imboccature che sembravano creare più problemi di quanti ne risolvessero, ho iniziato a progettare The Perfect Bit.

The Perfect Bit ha una connessione brevettata a giunto sferico all’inserimento dei due cannoni (snodati al centro) con le aste degli anelli. Ciò permette ai cannoni di ruotare indipendentemente tra il palato e la lingua del cavallo.

Per esempio se il cavallo alza o abbassa la testa, i cannoni “fluttueranno” sue giù tra il palato e la lingua, senza creare l’azione “schiaccianoci” sulla lingua che si verifica con la maggior parte delle imboccature. Inoltre The Perfect Bit ha una doppia curvatura sagomata in modo che l’imboccatura si adatti alla lingua del cavallo e permetta una maggiore indipendenza e precisione all’azione della mano.

Sia che scegliate di usare un filetto, un pelham o un morso, la connessione brevettata a giunto sferico rende indipendente l’imboccatura da ognuna delle aste. Questo accorgimento rende più chiara la comunicazione con il nostro cavallo.

Un esempio, se chiediamo al cavallo di girare o fermarsi, la nostra richiesta sarà trasmessa in maniera differente; ma quando l’imboccatura non è indipendente dalle aste il segnale trasmesso al cavallo può essere confuso: girare o fermarsi?

Tutti i modelli di The Perfect Bit sono realizzati in acciaio inossidabile di alta qualità, che non arrugginisce (con il rischio di bloccare il gioco del giunto sferico), tranne l’imboccatura che è in ferro dolce con rivestimento in rame, per renderla più gradevole e favorire la salivazione. La connessione del giunto a sfera è stata accuratamente studiata per non pizzicare le labbra del cavallo. In fatto di imboccature, il miglior giudice è il cavallo. I cavalli comunicano, ma come cavalieri siamo in grado di ascoltare e comprendere la loro risposta? The Perfect Bit è progettato per essere l’imboccatura perfetta: comunicazione e segnali chiari tra cavallo e cavaliere.



Leggi l’intervista a Darren Stoner su ilportaledelcavallo.it cliccando qui




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Rivista Informa n. 3 – Luglio / Agosto 2020






Nata e cresciuta a Milano, ora vive con la sua famiglia in California. Laureata in veterinaria, attualmente addestratrice di cavalli e istruttrice con Human Horse Sensing, organizza corsi online e di persona presso strutture equestri anche in Italia. Migliorare la comunicazione tra uomo e cavallo è sempre stato il fulcro della sua attività iniziata 30 anni fa all'ippodromo di S. Siro a MIlano. Autrice del libro "Human Horse Sensing Horsemanship", pubblicato in inglese e italiano da Edizioni Equitare. Scrive e illustra articoli sul cavallo in Italia e negli Stati Uniti.
Per ulteriori informazioni consultare il sito web: www.hhsensing.com

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