AMSTERDAM
Ieri sono stato ad Amsterdam
la Venezia di un nord
freddo e inclemente
la piccolezza dell’Olanda
resa un tempo potente
dalla Compagnia delle Indie
per rivalsa dall’essere
sotto il livello del mare
che l’ha resa assuefatta
al pericolo delle inondazioni
con propensione all’attacco
per vincere in difesa
con dighe e mentalità
per sfruttare gli spazi
il poco territorio ha reso
gli olandesi consapevoli
e la limitatezza è ben sfruttata
con water angusti e separati
scale molto inclinate
carrucole dai tetti
per caricare pesi sino in cima
basiliche maggiori sconsacrate
delimitare strade e vicoli
con macigni e pali in ferro
macchine poche, molte Tesla
biciclette a migliaia e migliaia
che sfrecciano sfiorando i passanti
con un garage immenso
come nessun altro al mondo
lo sfruttare canali e fiumi
conservare l’ambiente
con mezzi tutti elettrici
fenicotteri, aironi a decine
gabbiani, gazze, papere e non solo
vi hanno trovato l’habitat ideale
con uno zoo che è un quartiere
torri, palazzi, chiese sopra pali
dove la ricchezza si misura
dalla larghezza delle case
talune sghembe ed aggettanti
fiori sul lungofiume colorati
raccontano un’epoca di trionfi
fatti di tulipani colorati
ed altre essenze profumate.
Tre lutti sulla sua bandiera
per l’acqua il fuoco ed anche la peste
e nei canali case galleggianti
c’è un traffico di barche silenziose
che mostrano la città dal basso.
Quello che vedo è un Paese vivo
libero nei costumi e nelle canne
di storia antica ricca ed importante
soprattutto una potenza sul mare.
Un popolo coeso e collaudato
che sa rischiare superando il rischio
con dighe immense e dalla forma strana
calpestando con zoccoli di legno
una terra poi strappata all’acqua
rispettando l’ambiente con impegno
costituendo un esemplar di green
per evitare che il riscaldamento
sciogliendo tutti i ghiacciai nel tempo
aggiunga un’altra stella alla bandiera
Marco Biffani