Le sue poesie ottengono sempre più riconoscimenti, come “LA QUERCIA” che ha vinto un premio al Concorso Albero Andronico 2023, presso la Protomoteca del Campidoglio.
Non c’è da stupirsi se chi ha esercitato equitazione di campagna per molti anni, in solitario, montando sempre lo stesso cavallo (Tibet) non abbia provato sensazioni esaltanti.
E desideri raccontarle. Albe scintillanti, tramonti michelangioleschi. Attraversato boschi, campi coltivati, prati, circuitato laghi, scalato monti (il Circeo) incontrato cinghiali, colto mazze di tamburi alte sul terreno. Respirato le profumate estati e i frizzanti inverni inebrianti del Parco Nazionale del Circeo. Bevuto alla fonte naturale di Lucullo, sorbito il caffè in riva al lago di Paola. Cavalcato a briglia sciolta sul lato della spiaggia di Sabaudia lunga chilometri, nel tratto più compatto, cercando di intercettare le altalenanti onde del mare, tra schizzi e nitriti.
Aggredito regolarmente da coppie di rottweiler, doberman e pitbull che scendevano quasi sempre dalle ville che difendevano sulle dune, per attaccare. E solo entrando in acqua con il cavallo si riusciva a dissuaderli dagli assalti. L’aver frequentato per venticinque anni il più favoloso maneggio di Sabaudia, il Centro Ippico Lucullo degli esperti e generosi Gino e Livia Sinibaldi. Non può non essere rimasto colpito da emozioni forti ed il desiderio di esprimerli in qualche modo. Marco Biffani, è di lui che parliamo.
Vi ha scritto <Equus Caballus, Ippo per gli amici (principianti)> Bastogi Editori, anche manuale di primo livello, che abbiamo ampiamente raccontato per anni.
E l’ebook, <Cavalcare si può> della Abelbook, in cui invita i principianti a entrare per la prima volta in un maneggio, in jeans e scarpe da tennis, per sperimentare cosa si prova a montare questo splendido animale. Il cavallo.
Con cui diventi amico per la vita.
E lo scrivere delle emozioni, esprimere i sentimenti provati, raccontarsi e raccontare cosa è se non comporre delle poesie? Se poi il desiderio di cimentarsi in sport ancora più forti come il lancio con il paracadute, il pilotare aerei della seconda guerra mondiale nelle acrobazie più spinte e poi, pesca subacquea, caccia ed altro, hanno fatto si che esperienze forti, fuori dell’ordinario, abbiano accresciuto quanto ha da raccontare. Le sensazioni provate, i timori, le paure, le gioie, i piaceri. L’adrenalina! Questo è creare poesie.
Marco, nostro collaboratore da anni, ne ha scritte centinaia. Non le ha mai pubblicate, se non sul nostro portale. E continua ad essere finalista in decine di concorsi letterari anche internazionali, ed a vincere premi, menzioni, riconoscimenti che fanno piacere. Significa che in qualche modo una giuria li ha premiati. Sembra quasi che Marco Biffani ne abbia fatto ormai un programma di vita. Questo è l’ultima poesia <La quercia> che ha vinto un premio al Concorso Albero Andronico 2023, presso la Protomoteca del Campidoglio, il salone di rappresentanza del Comune di Roma.
LA QUERCIA
Come una quercia vecchia assai, mi sento
piena di troppi cerchi convergenti
che più che anni sembrano un bersaglio
su cui han sparato in tanti ma fallendo.
Tutta corteccia ma con poca linfa
legno da chiglia di nave che affonda
priva da tempo di vela maestra
con al timone un nocchiero tosto
che ha navigato molto in tanti mari
senza scialuppe poi di salvataggio
ma sapendo nuotare all’occorrenza
evitando gli scogli della vita
e quelle secche nocive alla chiglia,
che ha tracciato una rotta che rispetta
senza un buon porto, senza una certezza
badando all’oggi e curando il domani,
evitando sbandate dalla rotta
che di certo da qualche parte porta.
Ma torniamo per ora a quell’essenza
che ha la fama di grande resistenza
piena di rughe e macchie dappertutto
che più che macule sono tatuaggi
solo medaglie d’una storia antica
sotto la chioma che folta non è più
ha dato ombra a tanti personaggi
ma che purtroppo son rimasti in pochi,
quasi nessun tronco ho a me vicino
con cui mischiare analoghe radici
e rivangare storie un di comuni
con foglie ancora dai miei rami
che si posson contare sulle dita,
fortuna che cadendo in buon terreno
una mia pigna ha preso bene piede
ed ha sparso semi tre che a lor volta
stanno dando spazio a delle quercette
che metteranno valide radici
e han preso, spero, parte della linfa,
rendendomi immortale mi conservan
quella voglia di vivere che, forte,
ha connotato tutta l’esistenza
volta a capire il senso della vita.
marco biffani