LA SPERANZA
Tronco vetusto ma segato, a terra
di un vecchio pino logoro dagli anni
mostra quei cerchi inutili, sbiaditi
che danno il metro del lungo vissuto
corteccia malandata lo difende
emblema di una vita ormai recisa
frutto di sbagli atavici dell’uomo
che trascura l’ambiente, casa sua,
sporge dal suolo ostacolo ai viandanti
definitivamente abbandonato
su quella piazza di periferia.
Consumato da lustri sembra morto
solo ceppo da ardere sul fuoco.
Ma la vita non la puoi sopprimere
c’è sempre un granellino di esperienza
in quel fusto ammuffito da gran tempo,
con sole, terra ed acqua non è morto.
Un soffio di respiro in quella spoglia
vi dormiva aspettando il suo momento
e piano piano vuol mostrare al mondo
un ramoscello con tutte le fronde
esile, ma capace di fiorire
che spunta da quell’anima appassita
e punta ardito verso il cielo, il sole
lo mostra a tutti come una bandiera.
Una sola parola ci vuol dire
che non si muore tutti noi per sempre
qualcosa poi di vivo lei rimane,
verde come le foglie il suo colore
ha un nome solo. Si chiama Speranza.
marco biffani