LA ROMANITA’
Il tre da sempre è il numero perfetto
per dire, fare ed il raccontare
soggetto, verbo, complemento oggetto
nello scrivere ed anche nel parlare
Negli scacchi fante, cavallo e re
letteratura, poesia, religione
le cose importanti sempre sono tre
per questo assunto c’è una ragione
Forse è la sintesi del concetto
dire di più si rischia di sbagliare
l’eccesso di parole è un difetto
che può contribuire a straripare
la logorrea dell’oggi è una sbandata
twitter insegna, limita battute
superandole commetti una cantonata
e del testo ne va della salute.
Tre sole per Vitruvio le parole
“Utilitas” per sottolineare
la funzione, che peraltro ci vuole
“Firmitas” nel tempo per conservare
Il manufatto dell’uomo, ha breve vita
per farlo preservare nella storia
“Venustas” la bellezza ambita
che celebri in futuro la sua gloria.
Lingua, Polis, Giustizia
contraddistinguono la romanità
per combattere contro la nequizia
utilizzate ancor oggiin verità
L’”Invenzio” e “Disposizio” nel parlare
dall’”Elocuzio” anche accompagnata
usava Cicerone declamare
per difendere qualche inveterata
L’avidità di fama, e di possesso
degli antichi romani le pulsioni
che in quel tempo esprimevano all’eccesso
nella ricerca spinta di emozioni
hanno fatto di Roma una sovrana
di vizi e di virtù in tutti gli atti
icona prima dell’esperienza umana
nei millenni alla prova dei fatti
ma Dante non le ha dedicato un canto
sui comportamenti dell’uomo, un florilegio
per spiegare della città l’incanto
che coglie tutti come un sortilegio
il sole fra quei ruderi dorati
quando tramonta, proprio in quel momento
che Stendhal poi ha tanto decantati
Roma è un sogno, più che un monumento.