Impressioni e valutazioni sulla salute dell’allevamento del sella italiano
D: Nelle sue ricerche per Cavalli a Confronto ha individuato soggetti con linee di sangue tra le più importanti e famose a livello mondiale. Quanto è fondamentale la linea di sangue maschile o femminile nella trasmissione genetica?
R: In questi anni di ricerca e di selezione dei migliori soggetti italiani da portare a Cavalli a Confronto ho dovuto affrontare il problema della trasmissione genetica, soprattutto da parte femminile.
In Italia occorre più attenzione alla scelta delle fattrici: un allevamento che si propone per soggetti di alta qualità non deve mettere in razza una fattrice che ha già prodotto soggetti dai risultati modesti.
Spesso nei nostri allevamenti non si assegna la giusta importanza alle linee femminili: la madre viene considerata semplicemente come un contenitore, attribuendo maggiore importanza allo stallone.
E’ questo un gravissimo errore in quanto è ampiamente dimostrato che sono le linee materne a trasmettere maggiori caratteristiche al puledro.
In linea di massima, i soggetti migliori vengono determinati prevalentemente dalla trasmissione genetica della madre che genererà quasi sempre buoni soggetti indipendentemente dal padre, mentre uno stallone che si accoppia con 300 fattrici non genererà mai 300 ottimi soggetti, ne produrrà al massimo 10 o15.
D: Quali problemi ha dovuto affrontare nella selezione dei puledri fino a 2 anni?
R: Sicuramente uno dei maggiori problemi era l’impossibilità di presentare il puledro: molti soggetti giovani erano molti belli morfologicamente, ma non nei movimenti e certamente non in grado di mostrarsi in pubblico a una giuria. La selezione è stata molto più facile presso i centri in cui si dedica particolare attenzione alla cura e all’addestramento del puledro.
Molti allevatori tengono ancora i puledri al prato, senza aver mai visto un maniscalco, una barriera, una arena con pubblico, rendendoli incapaci di mostrare le loro capacità e le possibili performance. In questi anni ho incontrato allevatori con carenza di professionalità e strutture che non sono in grado di preparare i soggetti senza danneggiarli.
Ritengo invece che sia estremamente importante il costante contatto con il puledro e sia propedeutico iniziare a preparare il puledro a salire sul van e a vivere nel box, seppur per poche ore al giorno.
Non si può pensare che la formazione di un puledro debba avvenire in età avanzata: l’educazione del cavallo, come nei bambini, deve avvenire fin dalla tenera età, ovviamente facendogli fare solo cose idonee e coerenti alle sue capacità e alla sua giovane età.
Inoltre, soprattutto nel centro Italia, abbiamo visionato alcuni soggetti che, pur avendo tutte le caratteristiche per poter essere selezionati, mostravano grossi problemi nelle andature, probabilmente a causa di un allevamento ottenuto su terreni duri o poco idonei.
Infatti alcuni puledri, allevati su terreni sassosi e aridi, avevano movimenti e andature estremamente corte, presumibilmente causate da un dolore ai piedi provocato dal terreno che calpestano.
Purtroppo questo è stato un ulteriore grave punto negativo che non ci ha permesso di poter valutare pienamente e seriamente quelle che potevano essere la caratteristica principali e le potenzialità di un soggetto. Questo non significa che quel soggetto non possa diventare un campione, ma soltanto che non si può giudicare positivamente.
D: Cavalli a Confronto è stata la prima manifestazione italiana in cui puledri di 2 anni effettuano salti in libertà?
R: Certo, fino a qualche anno fa Cavalli a Confronto era l’unica manifestazione italiana che valorizzava i puledri anche nel salto.
Da sempre a Cavalli a Confronto i puledri di 2 anni effettuano salti in libertà e vengono messi nella condizione di esprimersi al meglio senza forzature e senza far subire loro nessun trauma. Ho notato con piacere che anche in manifestazioni organizzate dall’Unire si sia deciso di adottare la nostra pratica, importata in Italia dai colleghi europei.
D: Quest’anno a Cavalli a Confronto presenterà figli di madri da linee di sangue che vantano certificati e prodotti molto importanti e di stalloni del calibro di Calido, Acorado 1°, Quidam De Revel, Kannan, Argentinus, Indoctro, For Pleasure e tanti altri… E’ la testimonianza che l’allevamento italiano può essere salvato?
R: Si, posso dire di si, perché in questa edizione di Cavali a Confronto, che si svolgerà sabato 22 settembre, si potranno vedere prodotti italiani di eccezionale qualità, difficilmente trovabili in una manifestazione o in un’asta all’estero.
Voglio sottolineare questo aspetto: dopo Cavalli a Confronto tutti gli anni vado a Fontainebleu e a Fences per vedere i puledri presentati, ma di quei soggetti ne sceglierei solo un terzo per Cavalli a Confronto. Questo significa che la nostra selezione è ben più rigida e che i nostri prodotti Made in Italy in quei paesi verrebbero esposti in una grande percentuale. L’allevamento italiano produce poco ma molto bene. Tanto è vero che quest’ anno saranno presenti cavalieri e acquirenti anche francesi.
A Cavalli a Confronto i soggetti di 2 anni verranno visti, valutati e confrontati con l’allevamento europeo perchè i 4 giudici sono esperti cavalieri di fama internazionale come Thomas Mohr, Erik Louradour, il Dott. Giancarlo Rapa, medico veterinario, fiduciario UNIRE, ed Henk Minderman, presidente del libro genealogico AES (Stud Book inglese del cavallo sportivo da salto ostacoli). Tutte persone di grande esperienza.
D: In qualità di ideatore e organizzatore della manifestazione Cavalli a Confronto e con la sua personale esperienza di allevatore, in questi anni, ma soprattutto in questi ultimi mesi, ha avuto l’occasione di girare per l’Italia e di visitare i maggiori allevamenti italiani, ci può descrivere la situazione attuale nel nostro paese?
R: Nei miei ultimi viaggi ho avuto modo di vedere tanti nuovi piccoli allevatori con grande passione e con tanta voglia di fare bene, aperti a recepire che è fondamentale innanzitutto la qualità delle fattrici.
Anche questo ci permette di essere positivi sul fatto che ci possano essere ancora delle possibilità di crescita dell’allevamento italiano e che non abbiamo ancora imboccato la strada del non ritorno.
D: Una volta l’equitazione italiana era al top nel mondo intero. Chi non ricorda i fratelli D’Inzeo o Mancinelli alle Olimpiadi? Perché oggi non riusciamo più a essere competitivi?
R: Ci sono diversi importanti motivi .Una ragione risiede senza dubbio anche nell’allevamento. Mentre all’estero hanno la possibilità di scegliere tra decine di migliaia di prodotti nati ogni anno, in Italia nascono solamente 1000 prodotti: il nostro allevamento è considerato di serie B o ancora peggio. Ma, come ho già detto prima, se non possiamo competere per quantità, sicuramente siamo al top per qualità.
Ed è possibile vedere la prova evidente di quello che ho detto il 22 settembre ad Arluno, dove sfileranno sotto gli occhi di esperti provenienti da Germania, Francia, Olanda, cioè dalle nazioni più evolute in questo settore, i 50/60 migliori prodotti dell’allevamento italiano, nati dopo il 2005.
Chi fosse interessato a verificare di persona se anche in Italia si possono trovare i campioni di domani, senza fare centinaia o migliaia di chilometri…. è servito!
Eleonora Origgi
Fonte: Redazione Il Portale del Cavallo