Ce lo siamo chiesto e abbiamo deciso che sarebbe stato un bel complemento alla nostra istruzione equestre studiarne dal vivo gli eventuali pregi e difetti.
Ecco perché, avendo l’occasione di avere tra noi Alain Francqueville, ex écuyer di Saumur, vi proporremo per la primavera un breve stage, per molti un breve primo assaggio, con l’ottica di farne nascere un momento di dibattito. Teniamo conto che, a differenza del lavoro alla corda che fa parte della nostra pratica quotidiana, il lavoro ai pilieri e il lavoro alla mano sono un retaggio del passato e oggi, mentre il lavoro ai pilieri è appannaggio solo di rare Scuole, il lavoro alla mano viene ancora praticato da alcuni addestratori e cavalieri e in alcune Accademie, per esempio a Vienna.
A parte i vari Grisone, Fiaschi, Pignatelli e i loro allievi, che descrivono il lavoro da terra e lo esportano in Europa, chi ne fece largo uso fu Baucher. Conosciamo tutti, ne abbiamo parlato molto, le molteplici critiche fatte al suo metodo: cavalli dietro la mano, mancanza di impulso, cavallo lavorato per parti e non nel suo insieme, ecc. e vediamo che attualmente questo lavoro viene utilizzato soprattutto per preparare i salti di scuola, esercizio che non è di nostra competenza.
Decarpentry, in Equitazione Accademica vi dedica molte pagine e ne fa una descrizione ampia, specificando che quello che si propone si limita al raggiungimento della riunione cadenzata, spinta fino al piaffer, il che non è poca cosa.
Afferma che il lavoro alla mano deve assolutamente (e vedremo il perché) essere combinato in un primo momento con il lavoro alla corda e poi con il lavoro in sella e in tal modo “permette di portare il cavallo ad un grado molto avanzato di preparazione per il lavoro da sella, consentendogli di conoscere progressivamente gli aiuti del cavaliere e di acquisirli inconsciamente. Facilita l’apprendimento delle lezioni successive in quanto l’animale conserva la libertà naturale dei propri movimenti senza che il peso del cavaliere determini contratture del dorso e sovraccarichi le spalle. In tal modo si garantisce una transizione serena dall’educazione elementare all’addestramento propriamente detto”.
Altrettanto utile sarebbe per il cavaliere in quanto: “nel lavoro alla mano l’addestratore può vedere l’insieme del cavallo, i suoi atteggiamenti, le disposizioni della massa ed i movimenti degli arti. Confrontando in seguito a cavallo le osservazioni fatte con la vista con quelle che riceve dall’assetto, il cavaliere sviluppa di molto il proprio tatto. Impara a conoscere meglio ciò che succede sotto di lui a giudicare meglio le reazioni del cavallo, di conseguenza a regolare meglio le proprie azioni…” – “…. evitando, nelle successive lezioni del cavallo montato, le “sorprese” che sono all’origine della maggior parte delle difese”.
Ma quello su cui dobbiamo ragionare è l’impulso, o meglio la ricerca dell’impulso e le modalità per ottenerlo. Cito ancora Decarpentry: “…è l’impulso che costituisce l’essenza di tutte le lezioni che possono essere impartite al cavallo…” – “… la conquista dell’impulso deve essere all’inizio l’unica preoccupazione dell’addestratore; durante l’addestramento: la sua continua ossessione“.
Ecco perché il lavoro alla corda propedeutico diventa essenziale e un lavoro alla corda che preveda imboccatura e frusta, come eseguirlo ormai lo sappiamo. Per noi, che in sella ricerchiamo l’impulso solo con l’assetto e le transizioni e non con speroni e frusta e che spesso abbiamo a che fare con cavalli non dotati di impulso naturale, tralasciare l’accortezza di eseguire qualche minuto di lavoro alla corda prima di quello alla mano rischierebbe di farci ricadere negli errori imputati al lavoro da fermo di Baucher.
Concesso il richiamo di lingua e il tocco di frusta, sta poi a noi, mettendo in pratica le nostre conoscenze sulla cinetica e cinematica (metodo M.E.I.) scegliere oculatamente se e quando mettere in pratica questi esercizi, fermo restando alcune raccomandazioni:
- L’addestramento alla mano deve essere praticato in accordo con gli altri metodi d’istruzione del cavallo, lavoro alla corda e in sella.
- all’inizio le lezioni concludono quelle date alla corda, in cui si cercherà di ottenere un cavallo con impulso, ma calmo, rilassato e obbediente ai richiami del cavaliere; più tardi l’addestramento alla mano si combinerà anche con quello in sella.
- il lavoro alla mano non può sostituire il lavoro in sella, ma deve sempre esservi associato
- la natura e la difficoltà delle lezioni che possono e devono essere impartite al cavallo sono in funzione, prima di ogni altra cosa, del grado d’impulso che ha raggiunto.
- le riprese alla mano devono essere brevi: dieci minuti di lezione, per esempio, dopo venti minuti alla corda, da cinque a dieci minuti prima della lezione in sella, e soprattutto dopo di questa. Questo lavoro richiede grande sforzo di concentrazione, bisogna evitare che il cavallo si irrigidisca e si annoi. Il tatto del cavaliere deve indicargli in quali limiti di tempo resta in stato di “recettività”.
- nelle lezioni il cavallo, già calmo per il lavoro, dovrà essere reso attento e concentrato, evitare quindi ogni causa di eccitazione e di distrazione.
- il cavaliere deve essere paziente e cercare di farsi capire, di ottenere a poco a poco e poi di completare l’obbedienza alle proprie indicazioni.
- accontentarsi di chiedere gli esercizi
Personalmente ritengo che si tratti di un lavoro molto più delicato di quanto si pensi e da usare solo in determinate circostanze, ma i baucheristi esistono ancora e anche altri lo esercitano, spesso senza averne le competenze. Studiarlo da vicino e impararne le modalità in modo corretto, sapere in quali casi può essere utile e in quali può arrecare danni, dovrebbe far parte del nostro bagaglio culturale di cavalieri.
Giuliana Belli
Società Italiana Arte Equestre Classica
Centro di Ricerca di Equimozione e Isodinamica C.R.E.I.
LAVORO ALLA MANO
Stage con ALAIN FRANCQUEVILLE
Ancien Ecuyer e Capo del Dipartimento di formazione e ricerca presso il Cadre Noir di Saumur.
Le due giornate prevedono una parte teorica e una parte pratica e sono considerate come aggiornamento per i T.E.I.
20 / 21 aprile 2024
Per ulteriori informazioni scrivere a giuli.belli@tin.it
Centro equestre Castello di Monvicino – Abbazia di Masio – Oviglio (AL)