Sarà lo Storico Carnevale di Ivrea a caratterizzare il prossimo fine settimana a partire già da Giovedì, quando nel Palazzo Municipale il Sindaco affiderà simbolicamente i poteri civili della Piazza di Ivrea al Generale imponendogli la fascia bianco-rossa, che viene indossata dalla spalla destra. Seguiranno giornate in cui la famosa battaglia delle arance infiammerà le piazze di Ivrea e una serie di rievocazioni storiche e di manifestazioni animeranno varie zone della città.
“Lo Storico Carnevale di Ivrea è un evento unico, riconosciuto come manifestazione italiana di rilevanza internazionale, come da comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27.09.1956 (foglio n. 02999/894 di prot.), un “sogno” che si manifesta ogni anno portando nelle vie e nelle piazze della città di Ivrea storia, tradizione, spettacolo, emozioni e grandi ideali. In questo evento storia e leggenda si intrecciano per dar vita ad una sequenza spettacolare che travalica e fonde i secoli.
Lo spirito dello Storico Carnevale vive nella rievocazione di un episodio di affrancamento dalla tirannide, che si fa risalire al medioevo: un barone che affamava la Città venne scacciato grazie alla ribellione della ……………………….”
Inizia e continua con queste parole la spiegazione di cosa è il Carnevale di Ivrea e chi volesse ulteriormente approfondirne la conoscenza clicchi www.carnevalediivrea.it, sito dove troverà anche il programma dettagliato degli eventi.
Tanto si è detto e scritto su questa manifestazione, ma c’è chi la vive e l’ha vissuta da protagonista da oltre 50 anni!
Riportiamo alcuni stralci dell’intervista a Domenico Moia e Gianni Gianotti, due figure storiche del Carnevale di Ivrea, che troviamo nell’articolo “DA 50 ANNI PROTAGONISTI DEL CARNEVALE DI IVREA” sul n°1/2011 del NOTIZIARIO del Gruppo Italiano Attacchi.
“Domenico Moia, quasi 80 anni, e Gianni Gianotti, 71, ci hanno accolto mostrandoci con orgoglio le immagini delle loro sfilate e delle loro partecipazioni ai tutti i Carnevali degli ultimi decenni e gli innumerevoli premi ricevuti.
I gagliardetti appesi nell’abitazione di Moia, le coppe e le targhe in bella vista a casa Gianotti raccontano una vita con i cavalli e le carrozze. Chi pensa che con l’età la memoria cominci a svanire, è senz’altro smentito da queste due storiche figure, che ricordano nei minimi dettagli fatti, cavalli, nomi e date.
Moia ci racconta del primo tiro a 9 e del primo tiro a 11 durante un Carnevale nel ’75 e compare subito nei suoi ricordi il nome di Gianotti, perché molte erano le esperienze comuni, legate all’addestramento dei cavalli, ai tentativi con i tiri multipli più spettacolari, anche ad esperienze meno piacevoli, a qualche incidente, o meglio, inconveniente, che entrambi descrivono con estrema precisione, quasi ci avessero ripensato tante volte per capire quale ne fosse stata la causa… i campanelli dei finimenti, una bandiera svolazzante….o altro. Si soffermano a raccontare nei particolari la perizia richiesta nel guidare i tiri multipli nelle strette strade di Ivrea con l’orgoglio di chi è consapevole di averlo saputo fare con grande abilità, di aver affrontato una curva strettissima con una sei o più cavalli attaccati!!!
Per Moia il primo Carnevale storico con il carro ad Ivrea fu nel 1957, ma aggiunge che partecipò a sella ad una precedente edizione, nel 1946. Fu proprio negli anni della guerra che imparò ad andare a cavallo. Gianotti iniziò qualche anno dopo, nel 1965, perfezionandosi proprio con Domenico Moia. “Prima, però, già da ragazzo” dice “lavoravo in agricoltura, nei campi attaccavo i cavalli ai carri agricoli, i tamagnoni”.
Ci raccontano dei cavalli “Erano altri cavalli una volta, lavoravano tutta la settimana in campagna, bastava la voce e andavano da soli, poi ai Carnevali si riposavano e noi ci si divertiva…” Ricordano con piacere i cavalli che hanno utilizzato nella loro lunga esperienza o quelli che, ancora oggi, attaccano. Da grandi esperti hanno avuto fra le mani (è proprio il caso di dirlo) ungheresi, frisoni, gelder.
Commentano: “Era un vanto il cavallo pomellato scuro…ma l’eleganza di alcuni frisoni e la loro bellezza come cavalli carrozzieri era da guardare…”. Se Moia ci dice di essere stato il primo ad aver portato ad Ivrea una quadriglia di Frisoni, Gianotti ci conferma che ha sempre preferito cavalli ungheresi “I cavalli ungheresi grigi in quadriglia sono uno spettacolo…”
Non mancano di lodare l’intelligenza e la docilità dei loro cavalli, quando parlano delle belle sfilate o delle giornate di battaglia con le arance a Carnevale, ma emerge anche il gusto del rischio, provare ad osare di più, ad attaccare il cavallo più difficile, a portare in piazza un attacco nuovo e mai visto prima…e lo spirito competitivo e la voglia di far sempre meglio o di stupire e di stupirsi. “Se lui diceva «io esco con sei»… allora io cercavo di superarlo e ne attaccavo nove!”
Poi la visita ai magazzini dove scopriamo bellissimi finimenti Moirano, veri gioielli accuratamente riposti, protetti e lucidati e le carrozze, pronte per la prossima uscita. “La mia prima carrozza per sfilate e passeggiate è stata un landau acquistato nel ’62, con questa facevo i matrimoni nei paesi, poi l’ho fatta restaurare più tardi.” precisa Domenico Moia.
E’ con grande orgoglio che la famiglia Gianotti ci mostra il Landau Bateau con il quale ogni anno vengono trasportate le reliquie di San Savino. E’ un incarico di grande prestigio e tantissime sono le foto che immortalano Gianni Gianotti e la sua superba pariglia elegantemente bardata, attaccata al Landau, che trasporta la reliquia del Santo durante la festa di San Savino.
La figlia di Gianotti,è la sua groom, lo dice soddisfatta e riconoscente, invece Domenico Moia confessa che la moglie non ha mai condiviso la sua passione è venuta in carrozza una sola volta “nel 74 con mia figlia, proprio una data storica!” Attaccare è sempre stato un fatto “sociale”, si attaccava con gli amici, tutti si davano una mano …. era un divertimento…
Attaccare era anche una sfida con se stessi: ricordano che l’hanno fatto sempre a loro spese, anche cadendo, a volte, o rischiando, ma imparando ogni volta qualcosa… agli inizi sempre con la quadriglia e poi col tempo i tiri multipli. […………..…]
poi i racconti ritornano al Carnevale ed il pensiero è al prossimo, ormai alle porte, al quale i nostri due interlocutori non mancheranno “…poi smetto”- dice Moia, ma non c’è da credergli!!
La gente di Ivrea è speciale, i cavalli e gli attacchi sono parte del vivere quotidiano, sono nel cuore della gente, ma non si può non riconoscere che è lo Storico Carnevale di Ivrea l’anima di tutto ciò.
E’ il Carnevale che ha mantenuto viva la passione per i cavalli, la competizione, la voglia dei giovani di imparare ad attaccare. Gli attacchi, ancora una volta si conferma, sono uno sport affascinante, impegnativo, divertente, che può svilupparsi e diffondersi solo mantenendo vivo il legame con le tradizioni storiche e culturali, che nei contesti locali, come Ivrea, hanno radici molto profonde.
GIA – Gruppo Italiano Attacchi