Oggi si sente spesso parlare di turismo someggiato, ma pochi sanno come bardare correttamente un animale da soma, scegliendo il basto più adatto e sapendo come caricarvi il materiale da trasportare.
Descrizione estratta dal libro di Gabriella Burlazzi “Scritti D’Asino”, Equitare, 2015.
Il portabagagli
Tra le persone c’è chi viaggia col trolley e chi parte con lo zaino. Chi usa una valigia rigida e chi un ampio borsone. Qualcuno porta con sé solo una sottile “ventiquattrore” e qualcun altro un capiente marsupio. Situazioni diverse, necessità differenti e preferenze personali indirizzano la scelta.
Immagino che nessuno gradirebbe appallottolare eleganti abiti stirati in uno zaino, così come si sentirebbe ridicolo trascinando una valigia rigida lungo un sentiero di montagna. Il buonsenso e la situazione specifica suggeriscono la soluzione migliore.
Se volete far portare un carico al vostro animale da soma dovete utilizzare un basto. E, anche in questo caso, valutare la situazione e usare il buonsenso. Se ci tenete alla salute del vostro compagno portatore e se volete evitare di dover prendere il suo posto e caricarvi voi in spalla il bagaglio, rotolato a terra, è indispensabile che abbiate una buona conoscenza di cos’è e come è fatto un basto.
Pur concettualmente simili, in quanto foggiati per adeguarsi alla morfologia dell’animale, esistono vari tipi di basto che differiscono in funzione di alcuni aspetti fondamentali:
– l’impiego a cui sono destinati
– il tipo di percorso
– la taglia dell’animale
– i materiali
– la tradizione locale.
Il tipo di impiego influisce sulla struttura che deve avere il basto riguardo a peso, stabilità e robustezza e determina il tipo di accessori di cui deve essere corredato. Innanzitutto si deve distinguere tra un basto da lavoro e un basto per piccoli carichi.
Per un carico ridotto, quale il bagaglio necessario per un breve trekking, può andar bene un bastino leggero, dalla struttura essenziale che consenta di appoggiare e fissare saldamente un borsone, una tenda, uno zaino.
Sull’onda del crescente interesse per gli asini e di fronte al diffondersi dei cosiddetti trekking someggiati, si è prontamente attivato un correlato mercato di settore e ora in commercio si possono trovare basti e bastini, prodotti più o meno validi, di ogni peso, foggia e persino colore!
Se siete degli aspiranti someggiatori è molto importante che, all’atto dell’acquisto del basto, sappiate valutare in base alla conoscenza e al buonsenso, scegliendo il modello adatto alle vostre effettive necessità, anziché venire influenzati dalle mode del momento. Inoltre dovrete ricordarvi che sarà il vostro asino a doverlo portare, e tener presente che un basto scadente, o di dimensioni inadatte, di sicuro gli causerà dolore e fiaccature, ma anche danni più seri dovuti all’assetto sbilanciato o alla pericolosa compressione su regioni anatomiche delicate.
Scegliete per lui il miglior basto che riuscite a trovare: a lui farete risparmiare inutili dolori e voi risparmierete su medicamenti e cure! Infine è bene tener presente che un basto leggero non deve essere usato per trasportare carichi pesanti, mentre non vale il contrario, ossia nulla vieta di impiegare un basto da lavoro e caricarlo poco!
Se si trasportano carichi pesanti, il basto deve essere molto robusto e stabile e avere una struttura preferibilmente rigida, indeformabile, per evitare che il carico posizionato sui fianchi dell’animale gli possa comprimere il torace, ostacolando la respirazione.
Un basto da lavoro è fornito di accessori specifici che consentono di contenere, sorreggere, fissare il carico. Essi cambiano a seconda che si tratti di trasportare materiale sciolto, che va contenuto (ad esempio sabbia, uva), o elementi lunghi, che vanno sorretti e fissati (ad esempio tronchi di legna), o materiali voluminosi, che vanno legati (ad esempio fieno), o materiali che richiedono supporti particolari (ad esempio grosse forme di formaggio, bidoni di latte, piccoli kayak), o che vanno protetti (bagagli di un viaggiatore o strumentazioni di un ricercatore). Il basto è provvisto di fori, ganci, anelli e secondo le necessità si impiegano cassette, ceste, borsoni, mensole in ferro, fisse o ruotabili.
Per caricare il materiale vi sono precise tecniche, come quelle per issare tronchi di legna sui muli, messe a punto con anni di tramandata esperienza dai mulattieri impegnati negli esboschi in montagna.
Importanti sono anche particolari tipi di legatura, come la “susta”, una corda impostata come un sottopancia, ma posta al di sopra del carico, finalizzata a trattenere carichi voluminosi. La difficile costruzione di questi basti da lavoro rimane di tipo artigianale, affidata alle poche maestranze ancora in grado di fabbricarli.
Il tipo di percorso influisce sui finimenti del basto, che servono a garantirne la stabilità anche a “pieno carico”. Gli elementi fondamentali, che sempre devono essere presenti, sono il sottopancia, che posiziona il basto e ne impedisce il ribaltamento per rotazione laterale, il pettorale e la braga e/o sottocoda che trattengono il basto quando tende a traslare rispettivamente indietro, in salita, o in avanti, in discesa. In certi modelli è adottato un secondo sottopancia, a garanzia di una maggiore sicurezza.
Ovviamente in un percorso con salite e discese, o su terreni accidentati ove l’andatura dell’animale non può essere regolare, il basto subisce delle forti sollecitazioni e per rimanere fermo e stabile i suoi finimenti devono essere quelli giusti, avere una sufficiente resistenza e venire adeguatamente regolati. Pertanto, nella valutazione di un basto, è importante verificare anche la loro qualità.
Mi è capitato di vedere asinari impiegare un unico elemento, spostandolo al bisogno ora con funzione di pettorale, ora di braga. E, con altrettanto disappunto, ho visto asini scendere da pendii a passetti cortissimi, con il movimento delle gambe anteriori impedito da pettorali fissati troppo in basso e inutilmente tirati.
La dimensione del basto è determinata dalla taglia dell’animale: un asinello non potrà portare il basto di un cavallo di grossa taglia, e viceversa. La struttura, o telaio, del basto dovrà essere adeguata alle misure dell’animale.
A parità di taglia esistono comunque differenze di tipo morfologico tra un animale e un altro: una groppa dal profilo più o meno spiovente, un ventre dalla rotondità più o meno accentuata. Anche la forma di uno stesso individuo può variare nel tempo.
Se il basto è provvisto di uno spesso cuscino, sarà questo che ricalcherà, in negativo, la forma della schiena dell’animale, adattandosi a essa e fornendo così un’ottima base di appoggio; intervenendo sulla sua imbottitura sarà possibile compensare variazioni che dovessero eventualmente presentarsi (solitamente succede quando si acquista un basto per un asino che è ancora in crescita, ma può anche capitare che un asino ingrassi o dimagrisca).
Nella costruzione di un basto vengono impiegati più materiali. Questi variano sia in base alla reperibilità in loco, sia in base alle capacità specifiche dell’artigiano e dipendono dall’uso cui il basto è destinato.
Anche il costo influisce sulla scelta. Nei Paesi del mondo ove permane un tradizionale impiego dell’animale da soma, fogge e materiali variano molto da una realtà a un’altra. E in una stessa regione impieghi diversi comportano materiali diversi: i basti militari hanno struttura in ferro e legno, mentre i basti impiegati dai pastori sulle Alpi hanno struttura in legno, solitamente di faggio.
Anche i materiali impiegati per il cuscino variano a seconda della disponibilità: se tradizionalmente per la fodera si utilizzavano teli di canapa o cotone e per l’imbottitura paglia e crine, oggi il più delle volte questi materiali di difficile reperibilità sono sostituiti da materiali sintetici o di minore costo. I finimenti in genere sono realizzati in cuoio, che deve essere robusto e morbido, ma in alcune zone dei Paesi poveri, il cuoio è sostituito da materiali di recupero, come gomma o nylon.
La qualità dei materiali utilizzati, la conoscenza delle loro caratteristiche e la perizia con cui vengono lavorati e poi impiegati, concorrono a fare di un basto un buon manufatto o un manufatto scadente, che potrà rovinarsi presto, rompersi e, aspetto ancor più grave, provocare malessere o danni anche seri all’animale che lo deve portare.
Scritti D’Asino
Questo libro contiene una storia, speciale ed esclusiva.
Come tutte le storie in cui un uomo e un animale decidono di diventare amici.
Il libro “Scritti d’Asino” è acquistabile on line sul sito www.nonsolocavallo.it
Formato del libro 15×21 cm
Illustrato
Pagine 152
Postilla
Nell’affrontare un trekking, soprattutto se impegnativo, è necessario che il nostro amico a quattro zampe sia adeguatamente allenato, lo stesso vale per noi. Durante il cammino è buona norma concedergli 10-15 minuti di riposo ogni 1,5-2 ore di marcia e una sosta di un’ora dopo 4-5 ore. Durante la sosta di un’ora si potrà scaricare il carico, ma è meglio non togliere il basto. Si approfitti della pausa per controllare che basto e finimenti non stiano provocando fiaccature e lesioni all’animale. La durata giornaliera ammissibile per il cammino dipende dal tipo di percorso, ossia dalle caratteristiche del terreno sul quale si procede (asfalto, mulattiera, terreno naturale morbido, terreno roccioso, ecc.) e dai dislivelli da superare, sia in salita che in discesa; dipende inoltre dal peso del carico, dall’età e dallo stato fisico dell’animale e dalle condizioni degli zoccoli ( e dei ferri, se presenti) . Infine è importante tener conto delle condizioni atmosferiche: sebbene gli asini sopportino molto bene il caldo, è meglio evitare di camminare nelle ore afose, soprattutto se il percorso non gode di ombra.
Coadiutore equide negli Interventi Assistiti con gli Animali, titolo conseguito presso il Centro di referenza nazionale CRN IAA (istituito con decreto del ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali del 18 giugno 2009 presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie). Tecnico di equiturismo someggiato Brevetto ASC–CONI. Esperta di trekking con l'asino. Autrice del libro "SCRITTI D'ASINO Basi relazionali e pratiche per una felice convivenza con l'uomo" ediz. Equitare, 2015. Fornisce supporto a chi ha problemi nella gestione e nell'addestramento dei propri asini e si impegna per diffondere una cultura e un atteggiamento rispettosi delle necessità etologiche di questi animali.