IL PETTIROSSO
Mai visto un passerotto sì spavaldo!
S’avvicina per avere briciole
fino ad un palmo dalla mano mia
senza paura, stando sul chi vive
per lui la fame conta più del rischio.
Evito movimenti troppo bruschi.
Son giorni che si apposta sul balcone
chiedendo, è ovvio, di beccar qualcosa
e lui mi condiziona nel mio agire
come picchietta pesce rosso il vetro
per ricordarti “è l’ora del banchetto”.
Trovo quell’esserino delicato
soffice, vivo, icona di natura
lui che dal cielo sulla terra, a noi
da messaggero dona leggerezza
colori, trilli, libertà, bellezza.
Ciuffo di pelo con la bocca a becco
gli occhietti attenti a ciò che gli sta intorno
allegro come bolla di sapone
goccia di vita che trasmette amore
con capo e petto tinti d’amaranto
intriso di leggenda nella storia
è un pettirosso forse femminella
magari per nutrire una covata.
Quando becca veloce ciò che gli’offro
la sua letizia è anche la mia
per aver scelto proprio il mio balcone
e non la vetta d’una torre antica
regala alcuni istanti dell’infanzia
e brucia l’esser stato cacciatore.
E’ ormai stanziale, debbo dargli un nome
e quello che si adatta meglio d’altri
a quella meraviglia del creato
in questa grave fase della vita
Serenità è il giusto appellativo.
E torna l’armonia nella mia valle.
marco biffani