I professionisti sono pronti a rilanciare il loro ruolo: non esiste ambito economico, sociale o culturale che non investa l’esperienza e l’attività quotidiana di milioni di professionisti
Per la prima volta dopo decenni, sembrerebbero esserci le condizioni perché il Governo sostenga il lavoro intellettuale. Può darsi che si realizzi una chance finora disattesa: il sostegno ai professionisti concepito insieme con i rappresentanti del mondo ordinistico e delle altre categorie.
Un segnale incoraggiante deve certamente trarsi dalla riunione, convocata dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, del cosiddetto “Tavolo del lavoro autonomo”: un confronto aperto non solo alle categorie ordinistiche ma all’intero mondo delle partite IVA, dove la parola welfare ha cominciato a risuonare con eco meno utopistica rispetto al passato.
Ancora un altro segnale: i correttivi necessari per scongiurare le deleterie interpretazioni delle pubbliche amministrazioni sulla natura giuridica degli Ordini, spesso trattati come se fossero grandi enti locali.
Il riferimento è alla decisione del TAR di Roma che, annullando la circolare della Ragioneria generale dello Stato, impugnata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro – giudizio dove FNOVI è intervenuta ad adiuvandum – ha stabilito che agli Ordini professionali non può applicarsi in automatico l’intera disciplina su pubblico impiego e contenimento della spesa.
Insomma, una serie di fattori che inducono ad un cauto ottimismo.
Altro aspetto di rilievo è l’approvazione all’unanimità da parte della Camera dei deputati della proposta di legge n. 338 recante disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, che ora passa all’esame del Senato.
La norma fissa un principio fondamentale: nessuno deve lavorare gratuitamente.
FNOVI sostiene da tempo la legge sull’equo compenso: è un principio di uguaglianza tra lavoratori, un impegno per l’affermazione della dignità professionale, ma anche la cifra del livello di trasparenza tra la Pubblica Amministrazione ed i professionisti.
Insomma, il nuovo Governo dovrebbe essere in grado di affrancarsi da quell’idea semi-ottocentesca secondo cui la libera professione costituisce un mondo comunque privilegiato, autosufficiente, come i “notabili” dell’Italia di un secolo fa, un mondo che non dovrebbe certo essere destinatario delle politiche di welfare.
Auspichiamo che il provvedimento venga integrato il prima possibile al fine di includere l’intera platea dei soggetti privati tra quelli obbligati a corrispondere un compenso proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto e al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale.
FNOVI farà tutto quanto è nella sua disponibilità affinché i medici veterinari diventino protagonisti del cambiamento. I professionisti sono pronti a rilanciare il loro ruolo: non esiste ambito economico, sociale o culturale che non investa l’esperienza e l’attività quotidiana di milioni di professionisti.
Daniela Mulas