Un termine usato spesso in maniera generica che sta a indicare le molte attività che si possono fare nella pratica dell’equitazione di campagna, ovvero trekking veri e propri (intendendo con questo termine viaggi a cavallo di più giorni), passeggiate di una giornata o anche brevi escursioni intorno al maneggio di campagna.
Indubbiamente è una attività assai praticata, anche perché non richiede un impegno agonistico specifico, un cavallo di una razza particolare o comunque di un certo pregio, un abbigliamento costoso.
Indubbiamente però anche in questo caso occorre una buona conoscenza tecnica e un buon affiatamento, necessari per superare tutte quelle piccole difficoltà – naturali o impreviste – che si possono incontrare nel corso di una escursione nella natura, come un fossetto da superare, un guado, una discesa su un sentiero ripido eccetera.
Dunque il cavallo, anche se come detto può non essere di una razza illustre (in realtà tutte le razze vanno bene, dal purosangue all’avelignese, dal lipizzano all’argentino) non deve certo essere uno ‘scarto’ di altre attività, ma un soggetto sempre ben conformato, equilibrato, coraggioso e in buona salute.
Il cavaliere ‘solitario’ deve saper rimettere un ferro nel caso si sia staccato, o sapersi orientare nel fitto della vegetazione, con l’aiuto di carta e bussola, o saper organizzare un ‘campo’ per un pernottamento sotto le stelle, prendendosi per prima cosa cura del proprio cavallo.
Naturalmente esistono numerosi centri equestri ben attrezzati per organizzare passeggiate e trekking, dove tutti i ‘trucchi’ per sapersela cavare nella natura vengono insegnati in appositi corsi o dove comunque c’è chi (guida o accompagnatore) si occupa di tutte le possibili problematiche che si possono incontrare durante un trekking.