La disciplina degli attacchi, o anche delle ‘redini lunghe’ per ovvi motivi, deriva naturalmente dalla antica abitudine di attaccare il cavallo a carri o carrozze, per trasporti, viaggi, commerci.
Una specialità dunque in cui il cavallo, nella sua lunga storia, può vantare una altrettanto lunga …esperienza.
La sua trasformazione da attività quotidiana a disciplina sportiva avvenne soprattutto per merito del Principe Filippo di Edimburgo, presidente, intorno agli anni ‘70 della Federazione Equestre Internazionale e grande appassionato delle ‘redini lunghe’,che naturalmente poteva contare nelle sue scuderie reali, su carrozze in grande quantità e su cavalli ‘carrozzieri’ appositamente addestrati.
Il primo campionato del mondo si disputò a Munster, in Germania, nel 1972.
I più forti driver (così vengono chiamati i guidatori delle carrozze da competizione) arrivano dal centro Europa e dai Paesi dell’Est europeo, ovvero da quelle aree dove un certo tipo di agricoltura non ha ancora messo definitivamente in pensione carrozze e cavalli, favorendo al tempo stesso un utilizzo, e quindi un allenamento alle gare, quasi quotidiano.
La specialità si divide in due categorie distinte: quella per ‘pariglie’, ovvero per carrozze tirate da due cavalli, e quella per ‘tiri a quattro’, ovvero per carrozze tirate da quattro cavalli.
.La competizione vera e propria ricalca per buone linee quella del concorso completo: il primo giorno prova di addestramento in un rettangolo, il secondo giorno prova di campagna, con un cross country di circa una ventina di chilometri, in cui gli ostacoli ,naturali non sono ovviamente da saltare ma da aggirare, con manovre spettacolari e complicate, e infine, al terzo giorno, prova ad ostacoli, in cui la carrozza deve percorrere un percorso passando attraverso ‘porte’ molto strette nel minor tempo possibile.
Il driver in queste prove, ma soprattutto in quella di cross country, è assistito da un ‘equipaggio’ formato da due aiutanti, pronti a dargli aiuto – nel caso anche scendendo dalla carrozza – in caso di difficoltà lungo il percorso. Il giudice di gara siede accanto al driver per tutta la durata della competizione. Il punteggio finale viene assegnato dopo aver esaminato vari fattori: non solo il risultato tecnico, ad esempio, ma anche lo stato di manutenzione della carrozza, l’abbigliamento del driver, la condizione dei finimenti.