Cosa sono? Approfondimenti…
Futurity: che cosa significa?
I Futurity in equitazione americana sono considerati le competizioni d’esordio dei puledri nelle varie specialità. E come tali sono importantissime, perché non solo rappresentano una vetrina sui campioni di domani, ma forniscono il primo e fondamentale impulso, quasi la linfa vitale, all’industria allevatoriale.
Originariamente i Futurity del reining e del cutting erano riservati ai soggetti di tre anni per quanto riguardava i cavalieri professionisti mentre i cavalieri “non pro” potevano anche montare, in una categoria separata, i giovani cavalli di quattro anni. Con lo svilupparsi delle sensibilità sul benessere animale, che riconoscono la necessità di dare ai puledri più tardivi i giusti tempi di addestramento e una seconda opportunità, anche i Futurity Open sono stati aperti ai 4 anni e stagione dopo stagione stanno guadagnando a grandi passi un’importanza fondamentale nel curriculum di ogni cavallo.
Reining: che cos’è?
Il Reining è una specialità in cui vengono esaltate determinate doti di movimento naturali nei cavalli americani e sviluppate tramite un addestramento raffinato e impegnativo. In questo senso è stato più volte individuato come il contraltare made in Usa del dressage classico. In questa gara di addestramento il binomio esegue un percorso (pattern) predefinito e composto da una sequenza di figure che debbono essere disegnate in totale omogeneità e armonia di movenze. Le manovre di un pattern di reining sono la stilizzazione dei rapidi movimenti compiuti dai cavalli dei ranch per radunare e lavorare la mandria. Il percorso che si svolge tutto al galoppo, per lo più a velocità decisamente sostenuta, comprende cerchi grandi e piccoli a diversa velocità, cambi di galoppo al volo, spin (una serie di piroette eseguite dal cavallo facendo perno su un arto posteriore e incrociando gli anteriori) back, rollback e sliding stop (letteralmente “stop scivolante”). Quest’ultima figura, incredibilmente spettacolare, è un vero e proprio simbolo della specialità: al cavallo, lanciato al galoppo in dirittura lungo uno dei lati lunghi dell’arena, viene chiesto uno stop immediato. L’animale, agevolato da una propensione naturale e da un’apposita ferratura, blocca le gambe posteriori portandole decisamente sotto di sè e continua a camminare con gli anteriori. Il risultato è una lunga e spettacolare scivolata, lo slide, che culminerà in una rapida inversione di marcia.
Cutting, che cos’è?
Il “cutter” e il suo cavallo entrano nell’arena rotonda (lo show pen) dirigendosi verso il bestiame che si trova di fronte all’ingresso all’estremità opposta del campo, e si addentrano fra i manzi: è il “cut”, il taglio della mandria, da cui il nome della specialità. Lentamente, con movimenti calibrati di mano e gamba, il cavaliere comunica al cavallo quale sarà il vitello da isolare e da lavorare. Poi la mano con le redini cala decisamente e l’altra si posiziona salda al pomolo della sella. Il pubblico insorge con fischi e urla entusiaste: la festa ha inizio. Da questo momento il cavallo avrà su di sè la sola responsabilità della riuscita. Al rider sarà proibito intervenire in qualsiasi maniera per dirigerlo o controllarlo. Quello che dovrà emergere sopra ogni cosa è il “cow-sense” dell’animale, il senso della mandria, dote istintiva e ancestrale molto diffusa nelle razze equine americane e selezionata a livelli leggendari nel Quarter Horse. Questo istinto porta il cavallo a imporsi sul bovino opponendosi al suo rientro nel gruppo con qualunque mezzo, fisico e psicologico. Pur non toccandolo mai, il cavallo riesce infine a fargli accettare la sua predominanza territoriale e abbandonare il progetto di rientrare fra i suoi simili.