Abbandonati al loro destino in alpeggio, un gruppo molto numeroso di bovini ed equidi rischia di non sopravvivere a causa della malnutrizione e delle temperature che stanno già scendendo. Enpa, Italian Horse Protection, LAV, LNDC Animal Protection, Oipa, Progetto Islander e Vita da Cani hanno presentato un’istanza alle istituzioni preposte affinché si provveda quanto prima a riportarli a valle e hanno offerto il proprio supporto logistico e per l’affido degli animali una volta censiti e curati come necessario
Biella, 22 settembre 2022 – Sulle montagne piemontesi, in provincia di Biella, ci sono poco meno di 200 animali – tra bovini ed equidi – che lottano per sopravvivere e la cui vita è appesa a un filo. Questi animali, nonostante le gravi condizioni in cui erano tenuti dal proprietario e nonostante le denunce per maltrattamento, sono stati comunque portati al pascolo in alpeggio dove sono rimasti per settimane senza che nessuno li accudisse come necessario. Gli animali erano stati sottoposti a sequestro penale che sarebbe poi stato annullato per motivi formali. Inoltre, il Sindaco di Pettinengo, sul cui territorio si trovano gli animali in questo momento, aveva emesso un’ordinanza il 22 agosto scorso per far sì che gli equidi e i bovini venissero riportati a valle e ricoverati in una stalla, ma anche questo provvedimento è rimasto disatteso.
Diverse associazioni di protezione animale stanno cercando una soluzione per salvare gli animali che – se lasciati ancora in quelle condizioni – sono condannati a morte certa. In particolare, Enpa, Italian Horse Protection, LAV, LNDC Animal Protection, Oipa, Progetto Islander e Vita da Cani hanno unito le forze e offerto il proprio supporto alle istituzioni preposte, inviando un’istanza d’intervento immediato per la “demonticazione” e la messa in sicurezza dei bovini ed equidi superstiti.
“Purtroppo abbiamo saputo da fonti del posto che diversi animali sarebbero già deceduti nei giorni scorsi per malnutrizione o perché caduti nei dirupi che caratterizzano la zona”, fanno sapere le associazioni. “Inoltre, l’arrivo della stagione autunnale con il relativo abbassamento delle temperature, sicuramente sarà fatale per gli animali se non vengono riportati a valle quanto prima. C’è anche l’altissima probabilità che alcune femmine fossero gravide al momento della partenza per l’alpeggio, il che vorrebbe dire che potrebbero aver partorito o starebbero partorendo adesso in quelle condizioni estreme, mettendo a rischio la vita anche dei neonati”.
Data la gravità della situazione, le associazioni si sono rivolte alla Procura di Biella e a tutte le altre istituzioni coinvolte – tra cui i Carabinieri Forestali, il Ministero della Salute, la Regione Piemonte, l’Asl e i Comuni – chiedendo di organizzare con urgenza un intervento di recupero per riportare gli animali a valle, individuando una stalla in cui si possa effettuare il censimento, l’identificazione e fornire le necessarie cure veterinarie. Considerate le difficoltà logistiche presentate dalla morfologia del territorio per radunare gli animali, le associazioni hanno fornito la propria disponibilità a fornire proprio personale specializzato per supportare i Carabinieri Forestali e i pastori del luogo in tali operazioni. Nel frattempo, le stesse associazioni stanno predisponendo un’istanza per ottenere un nuovo provvedimento di sequestro degli animali anche per scongiurare il rischio che vengano avviati alla macellazione.
“Confidiamo che la nostra istanza venga accolta e che si proceda rapidamente a effettuare l’intervento richiesto per tutelare la salute e il benessere degli animali, come previsto dalla normativa vigente. Una volta messi in sicurezza e accertate le loro condizioni di salute, ci impegneremo per trovare persone adeguate a cui affidare gli animali”, concludono le associazioni.