Sembra che la descrizione più antica dello char-à-bancs si trovi nel libro di Frédéric-Samuel Osterwald nel 1764: “Descrizione delle montagne e delle valli del paese di Neuchâtel”.
Lo char-à-bancs, infatti, non compare né nell’importante capitolo dedicato alla carrozzeria de “L’Encyclopédie ou dictionnaire raisonné des Arts et des Métiers” di Diderot e d’Alembert (1769-1771), neppure in “L’art du menuisier-carrossier” di André-Jacob Roubo nel 1771.
Questo primitivo char-à-bancs è così descritto da Osterwald: “Poiché in queste montagne troviamo sentieri stretti pieni di pietre in movimento, siamo obbligati a utilizzare un tipo di vettura chiamata char-à-banc. Non è altro che un carro a quattro ruote, sul quale c’è una panca imbottita, abbastanza lunga perché tre persone possano sedersi comodamente.
Aggiungiamo uno schienale, uno sgabello il tutto è sormontato da un imperiale. La facilità di scendere e risalire ne giustifica l’uso a cui è destinato”. Questa descrizione sembra corrispondere più ad una vettura particolare destinata al turismo attorno ai laghi alpini conosciuta con nomi diversi: unilaterale, vettura della costa o per il giro del lago, comtoise de côté, o lineka.
Ma allora cos’è uno char-à-bancs? Nell’edizione del 1835, il “Dictionnaire de l’Académie Française” lo definisce così: “Lungo carro […] provvisto di più panchine e solitamente aperto su tutti i lati, o chiuso solo da tende di tela”. Si tratta quindi di una carrozza fornita di un numero variabile di sedili identici, disposti trasversalmente uno dietro l’altro, generalmente nel senso di marcia, oppure uno di fronte l’altro. Può essere coperta con tettoia, con o senza tende laterali. Essendo questi char-à-bancs utilizzati esclusivamente per la passeggiata e la caccia, la posizione trasversale delle panchine aveva il vantaggio di “permettere una più bella vista della campagna” secondo Le Guide du Carrossier (n° 219, giugno 1893).
Dedicati a questi piaceri rurali, char-à-bancs carichi di compagnie allegre e festose percorrevano le campagne in un’atmosfera amichevole descritta da Le Guide du Carrossier (n°180, dicembre 1886): “Lunga vita agli char-à-bancs su cui regna l’allegria più schietta: la conversazione è generale, le risate scoppiano ovunque, gli scherzi si incrociano da davanti a dietro e tutti possono anche godersi il paesaggio che si apre davanti agli occhi di tutti”.
Sembra che ci fossero pochi char-à-bancs fino alla metà del XIX secolo. Dal 1852 al 1861, tra le 2.382 vetture sulle quali il pittore Louis-Charles Larue (1823-1882), rue d’Angoulême Saint-Honoré a Parigi, dipinse stemmi, compaiono solo tre charà- bancs (Livres de comptes de L.-C. Larue, 1852-1861. Archives J. L. Libourel.) Conobbero il pieno successo solo nella seconda metà del secolo, come indica Le Guide du Carrossier (n.219, giugno 1893): “Questi char-à-bancs sono sempre più ricercati. Sono realizzati in diverse dimensioni, forme e stili. Alcuni sono abbastanza piccoli e leggeri per una pariglia di Cob, altri abbastanza pesanti adatti a quattro cavalli. Alcuni sono costruiti nel modo più semplice ed economico possibile; altri, guidati da quattro cavalli in posta, sono lussuosamente imbottiti ed elegantemente rifiniti.”
Le più antiche rappresentazioni conosciute di char-à-bancs risalgono all’inizio del XIX secolo. Nel 1803 la pubblicazione Mobili e oggetti di Gusto, supplemento al Journal des Dames et des Modes, mostra un rudimentale char-à-bancs costituito da un cassone di carro dotato di due sedili. Nel 1808, nel suo Dessins de voitures Duchesne, famoso progettista di vetture, presenta un modello di char-à-bancs la cui struttura è molto vicina a quella dello charà- bancs pubblicato nel 1803 in Mobili e oggetti di Gusto. Lo char-à-bancs, utilizzato esclusivamente per le passeggiate o per le battute di caccia, era una carrozza destinata ai castelli e alle grandi residenze. Le copie conservate sono rare. Due carri da caccia, ciascuno caratterizzato da quattro posti, dietro il sedile del cocchiere, uno di fronte all’altro, costruiti nell’ultimo quarto del XVIII secolo per la famiglia d’Arenberg, oggi appartengono alle collezioni dei Musei reali d’Arte e di sSoria di Bruxelles.
In Polonia, il Castello di Lancut conserva un elegante esemplare a sei posti costruito prima del 1815 a Vienna da Emberg & Glass. Chiamato “Congresso di Vienna”, sarebbe appartenuto alla duchessa Izabella Lubomirska.
Lo char-à-bancs, senza dubbio, più conosciuto è l’esemplare donato alla regina Vittoria nel 1844 da Luigi Filippo, re dei francesi. Fu utilizzato il 10 ottobre 1844 per un’escursione di Vittoria e Luigi Filippo a Twickenham, Hampton Court e Claremont House. Costruito dai carrozzieri parigini Gautier e Picheron, è oggi custodito nella residenza reale di Hampton Court. Molto noto, servì da modello al carrozziere londinese Thrupp per due magnifici char-àbancs, ordinati prima del 1853 dalla regina D.Maria II, moglie del re Ferdinando II del Portogallo. Si possono ammirare, uno al Museo Nazionale delle Carrozze di Lisbona, l’altro al Palazzo Braganza a Vila Viçosa (Portogallo).
La Casa Imperiale di Napoleone III disponeva di diversi char-à-bancs, sempre attaccati a quattro cavalli in posta. Venivano utilizzati, ad esempio, per la caccia o per le escursioni quando la corte si trovava a Compiègne. Per lo char-à-bancs da dodici posti si utilizzavano sei cavalli. Lo sviluppo del turismo a partire dalla metà del XIX secolo portò all’invenzione delle grandi vetture per trasportare il maggior numero possibile di passeggeri per visite ed escursioni in luoghi pittoreschi.
La facilità di estendere il char-à-bancs per aggiungere ulteriori posti la renderà la carrozza da turismo ideale. Nel dicembre 1886 Le Guide du Carrossier (n°180) constatava che “il piacere delle escursioni in gruppo si è sviluppato in Francia, da qualche tempo, in modo prodigioso, forse lo abbiamo appreso un po’ dai nostri vicini inglesi, per i quali il picnic è sempre stato in grande onore. Indipendentemente da ciò, eccoci qui, ad adottare questa moda per le nostre gite in carrozza”. I carrozzieri costruiranno char-à-banc sempre più grandi.
Nel 1878 un tipo con quattro panchine da quattro posti ciascuna fu realizzato da Binder Aîné per la Compagnie Générale des Petites Voitures di Parigi, specializzata nel noleggio di carrozze pubbliche. Questo esemplare è servito da modello per molti altri successivamente.
Nel suo numero 180 del 15 dicembre 1886, Le Guide du Carrossier presenta un grande char-à-bancs attaccato a cinque cavalli, dotato di freno Lemoine. “Questo char-à-bancs è il più grande di questo tipo costruito finora a Parigi. Oltre al posto del cocchiere, dispone di otto panche da cinque posti ciascuna. Questa vettura si trova nei capannoni del signor Pontbas, compagnia di autonoleggio a Boulognesur- Seine.”
Nel 1898, spingendosi ulteriormente verso il gigantismo, la Carrosserie Française, casa produttrice parigina di automobili di lusso, semi-lusso e commerciali, creò un char-à-bancs con 40 posti distribuito sotto il nome di “Break omnibus da gara o da escursione” con otto file di grandi panchine coperte da tettoia.
A Parigi, queste enormi automobili utilizzate per servire gli ippodromi o fornire un servizio di trasporto per gli stranieri in visita nella capitale venivano chiamate “paulines”.
Per tutto il XIX secolo, nei cataloghi dei carrozzieri troviamo il nome “char-àbancs” dato indifferentemente a tutti i tipi vetture. Il bellissimo libro di Andres Furger, Kutschen Europas des 19. und 20. Jahrhunderts, Wagen-Atlas (2004), dimostra questo uso fantasioso e inappropriato del nome char-à-bancs. Dei 43 disegni denominati char-à-bancs tratti dai cataloghi dei carrozzieri che illustrano le dieci pagine dedicate agli char-à-bancs, 33 non sono char-à-bancs. Solo le vetture aperte con più sedili trasversali identici sono davvero char-à-bancs.
Testo e foto di Jean-Louis Libourel
- «Visita alla Claremont House » 10 ottobre 1844 con lo Charà- bancs di Gautier et Picheron attaccato à la d’Aumont. Litografia d’Edouard Pingret.
- Char à banc, Mobili e oggetti di Gusto, secondo Cahier, 1803, pl. 53.
- Char à banc, disegno di Duchesne, 1808.
- Vettura donata alla Regina d’Inghilterra dal Re dies Francia». Char-à-bancs offerto alla Regina Vittoria da Luigi Filippo nel1844.
- Char-à-bancs, detto« Congresso di Vienna », costruito prima del 1815 a Vienna da Emberg & Glass. (Polonia, Castello di Lancut).
- Vettura da caccia della famiglia d’Arenberg, ultimo quarto del XVIII secolo (Bruxelles, Musées Royaux d’Art et d’Histoire).
- Char-à-bancs di D. Maria II regina del Portogallo, di Thrupp & Co aLondra (Lisbona, Museo nazionale delle carrozze).
- Char-à-bancs (Danimarca, Lyngby-Brede, Nationalmuseet)
- Char-à-bancs di Dick & Kirschten a Offenbach sul Meno (Schleswig, castello di Gottorf).
- Char-à-bancs da caccia. Disegno d’Albert Adam (La Carrosserie Française, n° 1, gennaio 1890)
- Il Re del Portogallo D. Carlos 1^ et la Regina Amélie su uno dei due chars-à-bancs dei carrozzieri Thrupp & Maberly.