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10 Ottobre 2024

Attacchi: Carrozze per piccoli principi

Nell’estate del 2022, nella splendida Sala da Ballo del Castello di Compiègne, una mostra ha riunito una decina di carrozze per bambini appartenenti alle collezioni custodite nel castello, principalmente quelle del Musée National de la Voiture. È l’occasione per ricordare questi graziosi veicoli, spesso realizzati con un lusso pari a quello delle grandi vetture, di cui sono repliche più o meno esatte e a cui il Museum Achse, Rad und Wagen di Wiehl (Germania) aveva già dedicato una mostra nel 1995.

Lagrenée : Ritratto presunto dell’architetto Andreï Voronikhine (1759-1814) e della sua famiglia
Collezione privata.

Veicoli in miniatura, in terracotta, ceramica o bronzo, sono stati realizzati fin dall’antichità. Il loro significato e uso, spesso indeterminato, sono oggetto di varie interpretazioni: oggetti di culto, ex voto, offerte funerarie, o semplici giocattoli per bambini? Nel XVIII secolo e soprattutto nel XIX secolo, le carrozze in miniatura erano molto numerose. Molte, soprattutto quelle del XIX secolo, sono ancora conservate. Spesso è difficile determinarne la vera natura: giocattoli, modellini, carrozzine? Alcune, attaccate a piccoli pony, cani, pecore o capre, o tirate a mano da valletti o governanti, sono abbastanza grandi da ospitare un piccolo passeggero. Queste sono quelle che chiamiamo qui “carrozzine”. Riproduzioni più o meno fedeli delle vetture a cavalli usate dai grandi, queste carrozzine per bambini erano fatte a misura dei loro piccoli passeggeri.

VETTURE PER PRINCIPINI

I giovani principi, «bambini speciali, hanno sempre posseduto giocattoli eccezionali, regali di compleanno o di Capodanno, regali prestigiosi destinati piuttosto ad essere guardati. Sono stati donati loro anche giocattoli più semplici, dati come ricompensa o per il loro divertimento”. (Claude Lamboley: “I giocattoli dei bambini di Francia”, Bulletin de l’Académie des Sciences et Lettres de Montpellier, 2005, n° 35). Poco diffusi e molto rudimentali nel medioevo, i veicoli per il trasporto di persone non erano molto in uso in Francia prima della metà del XVI secolo. Sebbene fossero ancora in numero limitato, all’inizio del XVII secolo, ne esistevano già riproduzioni in dimensioni ridotte destinate all’intrattenimento dei principini, sia come giocattoli che come carrozze da passeggiata. In Francia, le testimonianze più antiche di queste carrozzine risalgono alla prima giovinezza del re Luigi XIII.


Nella sua prima infanzia, il giovane Luigi XIII possiede diversi piccoli veicoli in miniatura per il suo divertimento. Ha una carrozzina rossa a volte trainata da due lacchè, a volte attaccata a “due dei suoi pony” o anche ai ” suoi cani, con lui dentro”. Il 24 novembre 1610 “fa attaccare alla sua carrozza i suoi mastini”. Nel 1603 gli viene donata “una carrozza in cui c’erano quattro bambole; una era la regina, le altre Madame e Mademoiselle de Guise e Madame de Guiercheville. Fra il 1603 e 1610 possiede un piccolo veicolo in movimento “che lavorava su una molla”. Gioca con cavalli e carri di cartone (Journal de Jean Héroard sur l’enfance et la jeunesse de Louis XIII, 1601-1628).

Nell’ottobre del 1731 “il conte di Sassonia presenta al re [Luigi XV] sette cavallini neri, tutti di forma molto gradevole ed estremamente vivaci, che sono alti solo da 26 a 27 pollici [circa 70 cm. Sono pony molto piccoli]. Sono destinati a sua signoria il Delfino [nato nel settembre 1729, ha tre anni]. SM sembrava molto soddisfatto. Li vide nel grande cortile del canile di Versailles. Sei di loro erano attaccati a un piccolo Phaeton, guidato dal conte di Sassonia, con un postiglione. Li aveva fatti arrivare espressamente da un’isola del Mar Baltico” (Le Mercure de France dédié au Roy, ottobre 1731). Sotto la Restaurazione, il piccolo Duca di Bordeaux e sua sorella Mademoiselle d’Artois, figli del Duca di Berry, assassinato nel 1820, hanno per le loro passeggiate “una carrozza dipinta di bianco opaco con tendalino color crema inghirlandata di rose e spighe dorate; le ghirlande scendono lungo il baule e disegnano il contorno dei pannelli. All’interno c’è un bel capitonné in cachemire ricamato grigio argento, e il sedile drappeggiato all’inglese è bordato con fiocchi a S di seta bianca.

Guidati da quattro cavallini bianchi, vanno alle Tuileries o ai Bois, il più delle volte in compagnia della madre [la duchessa di Berry] che vuole seguirli a cavallo” (Henri Bouchot: Le luxe français. La Restauration, 1893). Le carrozze per bambini imitano in dimensioni ridotte, con maggior o minor precisione, la gran parte dei modelli ippotrainati in voga a seconda dei tempi: calèche, berline, phaéton, coupé, vis-à-vis, landau… Le carrozze reali o principesche per la ricchezza dei loro materiali e la loro decorazione simboleggiano potere e fortuna. Come quelle, le carrozze per bambini destinate ai giovani principi affermano con la loro sontuosità e il loro lusso l’origine nobile e l’appartenenza dinastica dei loro piccoli occupanti.

L’esempio più significativo è la piccola carrozza trainata da due pecore merinos addestrate dai famosi fratelli Franconi, scudieri del Teatro Equestre, donata nel 1812 da Carolina Murat, Regina di Napoli, al nipote, il giovanissimo Re di Roma, figlio di Napoleone I. Comunemente chiamata il “Phaéton del Re di Roma”: questa vettura è conservata a Vienna presso il Castello di Schönbrunn (Kunsthistorisches Museum, Wagenburg).
Aquila in legno dorato sull’avantreno, attributi e trofei militari — elmi, corazze, scudi, sciabole, faretre, cannoni, bandiere —, stemmi dell’impero con il collare e la Gran Croce dell’Ordine della Legion d’Onore, cesellature in bassorilievo su pannelli di rame dorato disposti tutt’intorno alla cassa, spolverata di stelle e api dorate sulle porte, tutta la decorazione rimanda alla potenza del padre e annuncia la grandezza del destino a cui è chiamato il suo erede. La raffinatezza di esecuzione di questa vettura, la qualità e la preziosità dei suoi materiali, la scelta del suo autore, J.Fr.Tremblay, rinomato carrozziere e carraio parigino, che la realizzò su disegni di Antonio Carassi, disegnatore di vetture a Parigi in rue Neuve des Mathurins, dimostrano l’importanza del bambino cui era destinato.

XVII E XVIII SECOLO: RARI SUPERSTITI

Pochi esempi del XVII e XVIII secolo ci sono pervenuti intatti. La più antica è una specie di piccola carrozza scoperta, costruita intorno al 1690, che apparteneva al figlio maggiore del principe elettore Federico III di Brandeburgo e che è conservata a Potsdam presso la Stiftung Preussische Schlösser und Gärten Berlin- Brandenburg. [Foto 3] Altra rara meraviglia del Settecento è una carrozza, erroneamente chiamata phaeton, che combina in un felice connubio una forma e un decoro scultoreo interamente in stile rocaille con ornamenti dipinti in stile neoclassico. Proveniente dal castello d’Arcangues, nel sud-ovest della Francia, è stata acquisita nel 2015 dal Musée National de la Voiture di Compiègne. [Foto 4] Alla Reggia di Versailles, la Galleria delle Carrozze custodisce due carrozze, commoventi reliquie dell’Ancien Régime, appartenute ai figli di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta: il Delfino Louis-Joseph- Xavier di Francia (1781-1789) e il Delfino Louis-Charles di Francia, detto Luigi XVII (1785-1795). Le piccole carrozze di questi figli reali, una berlina e una calèche, costruite tra il 1780 e il 1789, nonostante le loro piccole dimensioni, testimoniano la perfezione e il lusso delle carrozzerie parigine alla vigilia della Rivoluzione.


CAPOLAVORI DELL’OTTOCENTO
L’Ottocento è il secolo che ha prodotto il maggior numero di carrozzine, molte delle quali sono dei veri capolavori. Tra queste, abbiamo prima menzionato una pura meraviglia, la carrozza trainata da cavalli del piccolo re di Roma. La sua forma perfetta, a bateau à brancards aperte, riproduce fedelmente il modello di carrozza trainata da cavalli tipica del primo impero, conforme al disegno di D. M. Duchesne, sellaio-carrozziere disegnatore di vetture, riportato nel suo album “Cars de luxe ” del 1808 da, che ha avuto un’influenza duratura sulla carrozzeria francese durante la prima metà del XIX secolo. Oltre al disegno di Duchesne, Tremblay, ideatore della carrozza del Re di Roma, ebbe a modello anche le carrozze delle scuderie imperiali, in particolare la carrozza detta “delle imperatrici”, costruita dal carrozziere parigino Prelot, attualmente esposta nelle Grandes Ecuries del castello di Chantilly.

Questa piccola carrozza del Re di Roma fu l’archetipo che molti anni dopo ispirò diverse carrozze principesche per bambini: in particolare, la carrozza del Principe Imperiale, quella dell’Arciduca d’Austria Rodolfo d’Asburgo e quella del Principe Carlo di Braganza nipote del re d’Italia Vittorio Emanuele II. La carrozza del principe imperiale, nato nel 1856 e figlio di Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia, fu realizzata nel 1857 dal carrozziere Ehrler, fornitore preferito delle scuderie imperiali. La sua raffinatissima decorazione a fiori dipinti è uno dei rarissimi casi di cui si conosce la data di esecuzione, 1857, e soprattutto l’identità dell’artista, Arlot, pittore per undici anni presso Ehrler, e autore della Guide complet du peintre en voitures (1860-1861).

Conservata al Castello di Compiègne, è stata restaurata nel 2010-2012 in maniera esemplare. Due carrozzine “gemelle” che utilizzavano il moderno “bateau à brancards” della carrozza del Re di Roma furono realizzate negli anni Sessanta del 1800 da Cesare Sala, carrozziere milanese molto rinomato. La prima, destinata all’Arciduca d’Austria Rodolfo, nato nel 1858, è conservato a Vienna presso il museo delle carrozze del Castello di Schönbrunn. La seconda, donata dal Re d’Italia Vittorio Emanuele II al nipote, il Principe Carlo di Braganza, nato nel 1863, futuro Re del Portogallo, appartiene al Museo Nazionale delle Carrozze di Lisbona.

Tra le carrozze per bambini, non solo il movimento artistico neoclassico, di cui la carrozza del piccolo re di Roma è il capolavoro, ispirò diverse altre creazioni. Una sontuosa carrozza da bambino, dal ricchissimo decoro neorococò, donata al piccolo principe di Napoli, nato nel 1869 e, futuro re Vittorio Emanuele III, appartenente alle collezioni del Palazzo del Quirinale a Roma, testimonia un gusto diametralmente opposto al neo- stile classico. Come le carrozze “gemelle” di Schönbrunn e Lisbona, anche questa carrozza fu realizzata da Cesare Sala a Milano. Dimostra il genio creativo di questo carrozziere capace, contemporaneamente, della massima sobrietà neoclassica e di una folgorante reinvenzione dello stile rocaille.


CARROZZINE PER TUTTI
Nel XIX secolo, i piccoli principi non erano più gli unici a possedere carrozzine da parco. La classe borghese nella sua ascesa sociale offre anche ai suoi figli carrozzine. Sono numerose e, a volte rivaleggiano con le vetture dei principini, come una bellissima carrozza della collezione Hermès, ma generalmente sono meno lussuose. Molti modelli sono anche di costruzione semplice, come li famosi carrozzini a noleggio attaccati capre, che erano la grande attrazione nei parchi pubblici, nel Jardin d’Acclimatation, nel Bois de Vincennes, nel Buttes-Chaumont, nei vicoli degli Champs-Elysées. Il pittore Anhelme-François Lagrenée ci ha lasciato una delle più belle rappresentazioni dell’uso delle carrozzine nel suo Portrait de l’architecte Andreï Voronikhine et de sa famille. Il dipinto, proveniente da collezione privata, mostra un ragazzino, il primogenito dell’architetto, che, a fianco del padre a cavallo, tira un elegante piccolo landaulet montato su enormi molle a forma di C, in cui sono seduti il fratello e le sorelle minori. Questo dipinto da solo riassume tutto il fascino delle carrozze per bambini.

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