La Route du Poisson, battezzata “La 24 ore del cavallo da tiro” è un popolare evento di attacchi sportivo e competitivo, ma anche di tradizione in quanto rievoca le modalità di trasporto del pesce dalla costa settentrionale della Francia a Parigi per secoli prima dell’avvento delle ferrovie.
La Route du Poisson ha, quindi, le sue origini in un’attività con i cavalli pesanti, che era indispensabile, fin dal Medioevo: i pescatori e il pesce pescato erano una necessità per il popolo francese in quanto fornivano una parte fondamentale della loro dieta. I porti della Normandia, come Boulognesur- Mer, rifornivano, i mercati interni fra cui, la capitale. I pescatori entravano a Parigi dalla via ancora denominata rue des Poissonniers, poi imboccavano rue du Faubourg-Poissonnière. Cavalli in pariglia o preferibilmente team di quattro o a cinque, venivano attaccati a dei carri appositamente progettati con sponde a doghe di vimini, che poggiavano su due alte ruote con cerchioni.
Erano guidati dai pescivendoli chiamati chasseurs de marée o “cacciatori di marea” e questo perché il pesce doveva essere pescato con l’alta marea, quando l’acqua era vicina alla riva, così non si perdeva tempo per portarlo a riva. Quindi, c’era una “caccia alla marea” o chasse-marée! Poi, attraverso le strade più veloci e con i cavalli adatti, viaggiando tutta la notte si riusciva far arrivare il pesce in città in mattinata. Il trasporto avveniva in meno di 24 ore, a volte addirittura in 18: il pesce era riposto in grandi ceste alternato a strati di alghe per mantenerlo fresco. Per conservarlo meglio, veniva messo anche nel ghiaccio, il che, per i cavalli, aumentava notevolmente il carico da trainare.
Il carro era ricoperto da un grande telone. Un team di quattro cavalli poteva tirare fino a 3,5 tonnellate. Il carro dei Mareyeurs, pescatori doveva cambiare i suoi cavalli ogni 28 km. Tra il XVII e il XVIII secolo, i grossisti che trasportavano il pesce avevano bisogno di cavalli forti, in grado di coprire rapidamente lunghe distanze senza fatica. Trasportare il pesce era un’impresa anche pericolosa, poiché le strade principali erano infestate di ladri. I re di quei tempo regolavano la vendita, il trasporto e l’acquisto di pesce per poter meglio tenere sotto controllo questi pericoli. Al proposito, il testo di una antica canzone evoca la storia di un pescivendolo che non riuscì ad uscire dalla conca di Boulogne, perché’ il suo carro trasportava due scatole di aringhe di troppo.
In un villaggio della Val-d’Oise, ai piedi di una collina, una targa smaltata sul muro di un caffè indica ancora “cavalli di rinforzo” affittati per aiutare la salita. Il film “Vatel” spiega le ragioni del suicidio del cuoco del principe di Condé, proprietario del castello di Chantilly: il pesce non è arrivato in tempo un giorno in cui il suo padrone riceveva Luigi XIV. Il rito quotidiano dei cacciatori di maree continuò fino al 1848, quando una nuova linea ferroviaria rese superfluo il viaggio su strada. La ricostruzione di questo antico percorso è stata proposta per la prima volta nel 1989 da un gruppo di storici dilettanti appassionati dell’era della caccia alle marea e nel 1991 il progetto fu accettato dal direttore del Haras National di Compiègne.
La Route de Poisson non solo rinnova le tradizioni storiche dei cacciatori di maree francesi e la fatica che costava loro portare il pesce ai mercati cittadini, ma anche rende merito al valore degli onesti e laboriosi e instancabili cavalli da tiro. Tutte le nove razze francesi da tiro sono protagoniste della Route de Poisson e, oggi, la guida sportiva e piacevole ha fornito una nuova motivazione per allevare e addestrare ancora i cavalli pesanti, che negli ultimi anni sono aumentati lentamente di numero.
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