Ormai siamo in un periodo di pieno utilizzo dei nostri animali e inevitabilmente è quasi fatale che si parli di alimentazione e mangimi.
Come abbiamo già detto (nell’articolo i fieni) l’alimento principale del nostro cavallo deve essere identificato nel fieno che se accuratamente lavorato e di buona qualità è la base per il suo benessere alimentare. I cosidetti mangimi devono essere considerati come un’integrazione necessaria per poter svolgere al meglio le attività agonistico-sportive che si richiedono all’animale. Non sono necessari per il mantenimento in vita del cavallo, ma lo diventano quando i metabolismi vengono accelerati con aumento del consumo energetico per lavoro, sforzo muscolare e conseguente calore. Sul mercato sono reperibili magimi di marche, tipi e fogge diverse: pellettati, macinati, fioccati ecc… Importanti sono le materie prime utilizzate per la loro preparazione. Storicamente al cavallo da corsa insieme al fieno si dava soltanto la biada (sinonimo di avena): i vecchi detti dell’ippodromo recitavano “fieno di Pavia e biada di Maremma…..” In effetti la “Maremma” è la qualità più nobile dell’avena con caratteristiche nutritive superiori sia alla “biada bianca” nostrana, sia a quella “nera francese” oggi molto in voga.
Quando si parla di mangimi si intende un pool di elementi composti quindi da vari tipi di granaglie miscelate in quantità variabile ad amminoacidi, sali minerali, vitamine, preparati a base di fieno, frutti e vegetali vari trattati e conservati in maniera diversa.
Importante è la valutazione della quota proteica che non deve mai essere eccessiva in rapporto al lavoro richiesto. Mangimi con quote di proteine superiori al 15-16% sono da ritenersi normalmente inadatti: il cavallo normale andrebbe attestato su valori intorno al 12-13% massimo.
Anche il semplice eccesso di cereali, quindi di zuccheri, può essere veramente nocivo: può portare a problemi muscolo-scheletrici e nei casi più gravi è corresponsabile nella laminite.
I grassi, utili in inverno per la protezione contro il freddo, apportano energia nel lungo periodo, sono pertanto indispensabili per animali sottoposti a sforzi prolungati (come nell’endurance, per esempio), ma poco utilizzati da soggetti in gare di brevissima durata (salto ostacoli, corse al galoppo, ecc.). Il discorso si potrebbe protrarre a lungo, ma da tutto ciò si evince un’unica norma valida per cavalli e cavalieri: alimentarsi si, ma con moderazione e senza eccessi.
INFORMA n.4 – luglio/agosto 2021