Interessante Convegno tenutosi a Castelnuovo di Garfagnana, in provincia di Lucca, che ha approfondito numerosi aspetti legati alla tradizionale ed antichissima pratica agropastorale proposta quale patrimonio culturale immateriale dell’Umanità
Si è svolto nel pomeriggio di sabato 5 settembre 2020 a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca), come previsto – seguendo tutte le norme sul distanziamento sociale e l’uso di dispositivi di protezione individuale – , il Convegno dal titolo “Le radici ritrovate: riflessioni e testimonianze sulla transumanza in Toscana“ organizzato dal Comune di Castelnuovo Garfagnana e dall’Unione dei Comuni della Garfagnana.
Il Convegno ha colto lo spunto offerto da un’originale iniziativa indetta dall’Associazione Italiana Allevatori-A.I.A. , che ha ritenuto utile coinvolgere tutte le Pro loco della Toscana in un’azione di recupero della memoria inerente le varie forme in cui tale tradizione è stata praticata nel passato nella regione, alla luce del recente riconoscimento che la transumanza ha ottenuto da parte dell’Unesco di patrimonio immateriale dell’umanità.
“Nulla a che fare con il dare la stura ad alcuna rievocazione nostalgica fine a sé stessa“ – ha provveduto a chiarire a proposito dell’iniziativa dell’Associazione Italiana Allevatori e del taglio dato al Convegno, nel suo intervento di apertura Emanuele Villa, funzionario dell’Associazione impegnato da anni nel settore della conservazione e della valorizzazione della biodiversità animale – “quanto piuttosto la volontà di ribadire la straordinaria attualità che ha finito con il riacquisire quella capacità di sapere affrontare le difficoltà della vita che avevano saputo dimostrare nel passato, in Toscana così come in molte altre regioni del Paese, tutti quegli esseri umani che periodicamente affrontavano i rischi di un lungo viaggio per provvedere ai bisogni dell’alimentazione dei propri animali”.
E quella capacità, dopo i saluti di Niccolò Roni, delegato alla cultura del Comune di Castelnuovo Garfagnana, è stata magistralmente rievocata negli autorevoli interventi che si sono susseguiti di Zeffiro Ciuffoletti (Accademico dei Georgofili), Lidia Calzolai (Storica della transumanza) e Lucia Giovannetti (Archeologa).
“Uno dei tratti fondamentali di questa profonda crisi innescata dall’emergenza sanitaria che ha colpito così pesantemente anche il nostro Paese – afferma il direttore generale A.I.A., Mauro Donda – è stata la dimostrazione di quella che viene ormai diffusamente chiamata ‘resilienza’ del mondo agricolo e allevatoriale.
La ‘storia’ della Transumanza in Italia è un chiaro esempio di questa resistenza e voglia di non mollare mai, che affonda le sue radici in una tradizione familiare consolidata e in una cultura, in senso più ampio, che va rivalutata poiché esprime la distintività della nostra zootecnia e quel legame indissolubile che esiste tra le attività agropastorali ed i singoli territori”.
Ufficio Stampa A.I.A. - Camillo Mammarella