Il rapporto tra uomo e cavallo è una realtà che ci accompagna da migliaia di anni.
La vita di un cavallo allo stato domestico è strutturata con i ritmi dell’uomo. In natura, il cavallo non dorme tutta la notte, come facciamo noi. In natura i cavalli non mangiano erba secca o pellet solo due o tre volte al giorno. In natura un cavallo beve in una pozza d’acqua quando ha sete e vi si bagna gli zoccoli, mentre quando un cavallo vive allo stato domestico, l’unica acqua disponibile è in un secchio o in un abbeveratoio automatico.
Spazio, cibo e acqua sono fattori essenziali per garantire il benessere fisico del cavallo, e in qualità di proprietari dobbiamo essere sempre sicuri che stiamo fornendoli al nostro cavallo nel migliore modo possibile. Oggi, avere un cavallo non è una necessità, ma è un piacere e fare in modo che il cavallo tragga benessere dallo stare con noi è una cosa cui tutti dovremmo dare attenzione. Farlo non è difficile.
Organizzare la sua “situazione abitativa” nel modo più naturale possibile e calarla nella situazione in cui viviamo è essenziale. Se poi ci prendiamo il tempo di studiare come meglio relazionarci con il cavallo nella nostra interazione, possiamo anche aggiungere al benessere del cavallo in termini mentali, di relazione sociale, cosa che spesso viene ignorata. Human Horse Sensing ha sviluppato un sistema di relazione tra uomo e cavallo che funziona allo stesso modo a terra e in sella.
La socialità è un fattore essenziale per la specie equina, ed è stato dimostrato in una tesi molto interessante di Machteld Van Dierendonck intitolata The Importance of Social Relationships in Horses.
Che cosa possiamo fare per alleviare i disagi che la gestione allo stato domestico comporta per il cavallo?
Gli accorgimenti per far sentire i cavalli a casa anche in una scuderia non sono sempre costosi o che richiedono addestramento. Il cavallo ha una natura essenzialmente sociale che lo spinge a cercare un leader da seguire. Anche quando può vedere, sentire, e magari toccare altri cavalli, la vita in una scuderia rende le sue relazioni sociali molto limitate. Alloggiare un cavallo in una scuderia è uno stato che deriva dalle nostre necessità pratiche.
Vivendo in scuderia il cavallo è affidato completamente alla responsabilità dell’uomo per quanto riguarda la relazione, l’alimentazione e la cura. Ricordiamo però che le necessità sociali dei cavalli sono sempre vive anche in scuderia: soprattutto se alloggiati in box, hanno bisogno di entrare in relazione con altri individui, uomini e cavalli. Per istinto i cavalli sono sempre coscienti del loro spazio personale, soprattutto quando lo spazio fisico è limitato artificialmente, come in un box.
Questo spazio personale è legato alla natura più o meno sociale di un soggetto. Un cavallo altamente socievole che si troverebbe a proprio agio in un branco al pascolo, tollererà meglio l’isolamento in uno spazio che gli permetta di vedere o toccare i vicini.
In una scuderia ci saranno sempre soggetti “meno socievoli” che tenderanno a entrare in conflitto con gli altri – per soddisfare comunque i loro bisogni sociali possiamo trovargli un vicino più adatto, o utilizzare recinzioni che limitano il tocco, ma permettono la percezione visiva: il cavallo problematico non potrà entrare in contatto con gli altri ma sarà in grado di vederli. Un cavallo “poco socievole” ha bisogno di uno spazio più ampio intorno a sé per sentirsi al sicuro (“spazio di sicurezza”) e potrebbe sentirsi intimidito dalla vicinanza di altri cavalli.
Sembra un paradosso ma i cavalli “poco socievoli” si trovano meglio in un box che li isola visivamente dall’ambiente che li circonda. Al contrario per i cavalli molto sociali è preferibile una struttura dotata di aperture che permettono il contatto visivo e tattile con i compagni di scuderia. La vita dei cavalli che vivono in box è regolata dall’apertura e dalla chiusura della porta d’ingresso, che spesso è l’unico canale di stimolazione visiva per il cavallo: poter entrare in contatto visivo con i suoi compagni può diminuire significativamente lo stress dell’isolamento.
Quando si progetta lo spazio in cui vive un cavallo è fondamentale tenere presente la socialità equina, soprattutto se si considera che il soggetto trascorre la maggior parte del tempo da solo nello spazio che gli destiniamo. L’isolamento cui sottoponiamo il cavallo a causa delle nostre necessità è stressante e nella vita di scuderia spesso, l’unica fonte di socialità è il contatto con gli esseri umani. Sentirsi in grado di comunicare immediatamente con senso può trasformare te e il tuo cavallo e darvi modo di avere una vera relazione naturale.
Il vostro comportamento è ciò che conta. Human Horse Sensing è un sistema per l’equitazione basato su un dialogo dinamico attraverso il comportamento, che ci consente di gestire sempre la relazione senza essere limitati dai rigidi confini dell’addestramento tradizionale.
La relazione che s’impara a stabilire tra uomo e cavallo, entrambe specie naturalmente sociali, diventa spontanea e la comunicazione è modulata attraverso il movimento, considerando il senso attraverso il quale è ricevuta e può essere usata in qualsiasi situazione a terra e in sella nella pratica di tutte le discipline equestri.
Imparare il metodo Human Horse Sensing permette di capire in dettaglio il comportamento equino. Quello che si acquisisce è un linguaggio formulato in parametri con lo stesso significato per uomo e cavallo che ci sostiene nella comunicazione in qualsiasi situazione.
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Nata e cresciuta a Milano, ora vive con la sua famiglia in California. Laureata in veterinaria, attualmente addestratrice di cavalli e istruttrice con Human Horse Sensing, organizza corsi online e di persona presso strutture equestri anche in Italia. Migliorare la comunicazione tra uomo e cavallo è sempre stato il fulcro della sua attività iniziata 30 anni fa all'ippodromo di S. Siro a MIlano. Autrice del libro "Human Horse Sensing Horsemanship", pubblicato in inglese e italiano da Edizioni Equitare. Scrive e illustra articoli sul cavallo in Italia e negli Stati Uniti.
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