Il passaggio d’epoca che ci attraversa è uno stimolo per un serio ripensamento delle politiche che permettano ad un numero sempre maggiore di persone di stare bene e stare meglio.
I sistemi di Welfare fin qui conosciuti si sono sviluppati in un contesto che non esiste più: crescita economica costante, popolazione giovane, bisogni relativamente omogenei, solide strutture famigliari.
I radicali mutamenti socioeconomici in corso (invecchiamento demografico, diminuzione delle nascite, nuovi modelli di famiglia, flessibilità del lavoro, crescita delle disuguaglianze, migrazioni, debito pubblico, ecc..) rappresentano le principali sfide a cui dovrebbero far fronte gli odierni sistemi di Welfare.
Sul tema del Welfare il Parlamento Europeo negli ultimi anni ha emanato delle raccomandazioni, affermando per esempio che “la conciliazione tra vita professionale, privata e familiare deve essere garantita quale diritto fondamentale di tutti, con misure che siano disponibili a ogni individuo, non solo alle madri, ai padri o a chi fornisce assistenza“. Chiede, poi, agli Stati membri che il diritto all’equilibrio dei tempi vita lavoro rappresenti un obiettivo fondamentale dei sistemi sociali.
L’argomento Welfare è anche all’attenzione dell’Agenda 2030 in cui l’obiettivo 8.5 prevede di garantire entro il 2030 un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per donne e uomini, compresi i giovani e le persone con disabilità, e un’equa remunerazione per lavori di equo valore. Nel tempo anche in Italia i Governi che si sono succeduti hanno adottato misure differenti che però non sempre si sono dimostrate capaci di rispondere appieno alle nuove esigenze rappresentate dalla necessità di realizzare le proprie aspirazioni personali e professionali, di conciliare i tempi di vita e lavoro e dare risposte efficaci alle nuove tensioni sociali.
Appare pertanto indifferibile adottare una nuova visione di Welfare che ponga al centro la persona e la sua rete di relazioni anziché le tipologie di servizi di cui necessita, sposando una logica di inclusione e coesione sociale. La sfida, coinvolgendo tutti gli attori pubblici e privati, è dunque quella di coniugare politiche sociali, politiche del lavoro e sviluppo economico, pensando alla coesione sociale come grande occasione di sviluppo territoriale ed alla crescita come una sfida da realizzare attraverso la riduzione delle diseguaglianze.
Le crisi continue che ci attraversano da un lato esasperano le necessità primarie (casa, reddito, salute, occupazione, istruzione), dall’altro fanno emergere nuovi bisogni essenziali che vanno soddisfatti affinché le persone possano non solo sopravvivere ma stare bene: relazioni attive, scambi, presenza di condizioni di fiducia per produrre e creare valore, trasformando in modo attivo il proprio contesto di vita. Il Welfare oggi si trova ad affrontare una prova molto difficile: ripensare, con coraggio e realismo, l’intero sistema di protezione sociale, costruendo nuove forme di governance di sistema.
FNOVI percepisce la necessità di portare, unitamente agli altri Enti preposti per legge, all’attenzione dei decisori politici le istanze che arrivano dai professionisti affinché tali sfide siano le opportunità per progettare nuove politiche e per ripensare i fondamenti su cui si basa il Welfare, senza però rinunciare a valori come quelli dell’equità e della solidarietà, che fungano da guida e mappa per compiere coerenti scelte strategiche ed operative.