Le cessioni di cani e altri animali sono aumentate passando dal 17 a circa il 30% ma le motivazioni sono legate a problemi economici, di eredità, di salute dell’animale e anche di adozioni inconsapevoli.
E’ quanto afferma l’Ente Nazionale Protezione animali (ENPA) affermando che “il fenomeno della cessione è sicuramente la nuova frontiera dell’abbandono”. Un caso molto frequente – viene spiegato – è “quando muore l’umano che si prende cura di un animale e i suoi eredi, al di là del grado di parentela, non vogliano prendersi cura di lui e ci si rivolge ad associazioni e volontari per ridare l’animale. Da sempre Enpa fa campagne di sensibilizzazione con i propri adottanti per invitare le famiglie a pensare al futuro del proprio animale in caso di necessità”. Ci sono poi “tante cessioni per problemi economici, in particolare per non riuscire a farsi carico delle spese veterinarie: spesso quando si prende un cane o un gatto si pensa solo ai costi dell’alimentazione dell’animale ma non si prendono in considerazione tutte le spese che prendersi cura di un amico a quattro zampe può comportare. Farmaci, spese veterinarie sono costi molto importanti da affrontare se sopraggiunge una malattia. Sono tutte eventualità che andrebbero messe incontro prima di adottare un animale”.
In base ad un sondaggio realizzato dall’Enpa lo scorso anno è risultato che tra le cause principali della cessione il 62% indica la morte dei proprietari anziani e nessun parente disposto a prendersi cura dell’animale, il 53% indica come causa il ricovero dei proprietari mentre, dato molto alto, il 53% delle Sezioni riferisce cessioni dovute all’aggressività dell’animale. Dove per aggressività però, in alcuni casi, sono incluse anche piccole lesioni come graffi o contusioni che bastano per giustificare l’allontanamento dell’animale. In questo caso il caldo sicuramente non sta aiutando (statisticamente favorisce l’aumento di aggressività negli animali) ma anche l’adattamento alle nuove routine familiari che portano stress ad umani ed animali. Sulla cessione degli animali incide anche la crisi economica, segnalata dal 45% delle sezioni, e, ancora, si da’ via l’animale per l’arrivo di un bambino in famiglia (33%). Si aggiunge anche il cambiamento delle abitudini post covid, e quindi il ritorno al lavoro e i trasferimenti di città. Un dato interessante riguarda il fatto che nelle cessioni ben il 44% dei cani era in famiglia da 2-5 anni, il 23% sopra i 5 anni.
“Sicuramente il ritorno alla normalità ma anche le adozioni via internet non hanno aiutato – afferma l’Enpa – Si continua a scegliere un animale da compagnia come fosse una borsa, scegliendolo in base ad una foto online senza considerare la compatibilità della personalità dell’animale con le routine familiari”. “Gli animali sono esseri senzienti – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – e quando li accogliamo nelle nostre famiglie dobbiamo farlo con amore si’, ma anche con consapevolezza. Prendere un cane o un gatto oggi per riportarlo dopo un anno o meno è solo un atto sconsiderato. Le adozioni consapevoli e le sterilizzazioni sono la vera arma contro abbandoni e cessioni”.