Lester Dagge, giudice AIAT, ha condotto interessanti ricerche sulla storia che sta dietro al più classico ed elegante dei copricapi: quando e perché divenne il copricapo favorito dei gentiluomini?

Ogni volta che partecipi ad un incontro di Private Driving o ad un Concorso di Attacchi di Tradizione, eccoci tutti seduti ad ammirare i cappellini più in voga e le mode di stagione. Le falde si allungano o si accorciano, i bordi si alzano o si abbassano, mentre le piume vanno e vengono in gran numero, ma un vecchio favorito, che sembra non cambiare mai, è il cilindro del gentiluomo. I signori guidatori si siedono in silenzio a dare rapide occhiate a quelli della loro classe, ammirando la lucida brillantezza dei loro cilindri di seta, mentre arricciano il labbro in segno di disapprovazione alla vista di altri con la mezza tuba da dressage o quella parodia informe di cappello di feltro. Ma qual è la storia del cappello a cilindro? Sappiamo tutti che un cilindro è un alto cappello a forma cilindrica, con una corona piatta e una falda corta, solitamente indossato da gentiluomini in occasioni formali all’aperto e realizzato in seta nera o rivestimento grigio. Presenta un nastro nero alla base della corona e, talvolta, reca una coccarda nera decorativa. Ciascuno di questi elementi è conseguenza di importanti eventi storici. Anche indossarlo imponeva un simbolismo importante: un gentiluomo alzava delicatamente il cappello, cortese riconoscimento di cordialità, mentre esagerare nel sollevare un cilindro era troppo teatrale.
Togliersi i il cilindro e appoggiarlo al petto era un segno di fedeltà, ma guai a chiunque se lo togliesse rivelandone la parte interna o lo mettesse sul freno o sul fanale della carrozza: sarebbe stato interpretato come un gesto di disprezzo o di sfida. Per generazioni, sebbene il cappello sia stato usato per proteggere la testa dalle condizioni atmosferiche, era anche simbolo visibile del proprio status, professione o posizione sociale, e il colore, la forma e il materiale avevano un significato specifico. In ambito religioso, ad esempio, un cappello rosso a tesa larga era indossato da un cardinale e, quindi, le interazioni richiedevano uno specifico protocollo sociale, così come i cappelli militari, che esigevano un’osservanza altrettanto importante del protocollo.
L’abbigliamento militare era un fattore chiave per la moda, in particolare le uniformi e il copricapo. Sin dal Medioevo, la nobiltà vestiva le sue milizie e le sue armate con uniformi distintive per identificare il rango, lo status e l’appartenenza. Le uniformi variavano ampiamente tra i reggimenti di un singolo esercito, quindi una coccarda forniva un chiaro identificatore. Le coccarde erano indicatori di appartenenza, per esempio, le coccarde nere indicavano la fedeltà alla casa degli Hannover e al re Giorgio IV. Curiosamente la coccarda nera è ancora popolare oggi, come parte del copricapo di eserciti stranieri e della livrea da carrozza della casa reale britannica, nonché di alcuni concorrenti di Attacchi Tradizionali. Tuttavia, molti stanno, inconsapevolmente, utilizzando le loro coccarde nere come una dichiarazione di stile, ignari del loro vero significato come fedeltà alla monarchia britannica.
DIDASCALIE FOTOGRAFIE:
1. “La politesse d’aujoud’hui” di S. Marchetti.Collezione – CGR Inzago (MI)
2-3-4. Cilindri Ascot Top Hats in esposizione
5-8. Lavorazione accurata e tradizionale per la produzione dei cilindri nel laboratorio Ascot Top Hats Ltd
6. Cilindri grigi tipici per il morning dress code
7. “Cappello a Cilindro”, uno dei film più famosi di Fred Astaire