In carrozza! Il grido del ferroviere per avvisare i passeggeri della partenza ormai prossima è il simbolo di due mondi diversi: quello dei treni, a cui siamo abituati, e quello delle carrozze propriamente dette, che per secoli hanno segnato il modo di spostarsi, anche da un paese all’altro.
Domenica 13 ottobre quei due mondi si sono incontrati a Trofarello e a Chieri, dove la storia è passata con la forza dirompente della locomotiva 640-143 (classe 1911, tuttora in funzione) che ha percorso gli 8 chilometri di tratta tra le due cittadine del torinese con una corsa speciale, per celebrare i 150 anni della linea ferrata.
L’evento è stato sottolineato da una rievocazione che ha coinvolto autorità e associazioni locali, Regione, Museo delle Ferrovie, bande musicali cittadine, gruppi storici e moltissimi spettatori.
A ricordo, anche un apposito annullo filatelico e una targa affissa alle stazioni di Trofarello e di Chieri. Tra i protagonisti della giornata il Gruppo Italiano Attacchi, con la presenza di cinque carrozze con cocchieri.
A Trofarello sono arrivati Erich Charbonnier dalla Val Pellice, con carrozza Milord blu, trainata da due Lipizzani (Maestoso Barbana II e Atila), Giovanni Bauducco da Carmagnola, con carrozza Vittoria verde portata da due Frisone (Morgana e Stella), Paolo Nari da Trofarello, con carrozza Vittoria Milord tinta legno trainata da due Merens dei Pirenei (Birbant del Bessé e Vichi).
Con loro anche Adamo Martin con il suo Omnibus di servizio a tre cavalli, copia fedele all’originale, che si è spostato da una stazione all’altra. Proprio come i suoi antenati di fine ‘800 (i primi esemplari di questa vettura si hanno in Francia nel Seicento, ma la popolarità arriva solo due secoli dopo) che potevano accogliere fino a 10 persone contemporaneamente o più.
Altre due splendide carrozze erano a Chieri: Uberto Alma con una Vittoria d’epoca e Cristian Piccolo con un Omnibus privato d’epoca.
Scene d’altri tempi, accompagnate da passeggeri in costume che si sono palesati all’arrivo della locomotiva in stazione, e un’atmosfera che ricordava gli anni in cui fu costruito il tratto a semplice binario. Era il 1874. Ancora per qualche decennio i destini di cavalli e motrici si sarebbero incrociati, ma il mostro di ferro che divorava le distanze attraverso la campagna e sbuffava fumo verso il cielo («Flebile, acuta, stridula fischia / la vaporiera», scriveva un impressionato Giosuè Carducci, come ha ricordato lo storico Oliva) già guardava al futuro, e fu bravo chi ne approfittò, hanno ricordato le personalità succedutesi sul palco accanto alla stazione.
Tra queste i sindaci di Trofarello Stefano Napoletano, di Chieri Alessandro Sicchiero e di Cambiano Carlo Vergnano, l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi, il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Davide Nicco, lo storico Gianni Oliva.
«Oggi non si celebra solo un anniversario – è il messaggio condiviso da tutti – ma 150 anni di impegno e sacrifici per far sì che le comunità comunicassero di più e più rapidamente tra loro. Un’importante testimonianza del passato industriale e sociale del territorio. La storia è passata di qui e chi ci ha preceduto ha avuto l’intelligenza di approfittarne. Dobbiamo andarne fieri».
Di Luca Mezzardis Photo credits: Fotoclub Neyrone (Glauco Poggioli e Claudio Pastrana)
1 L’arrivo della locomotiva storica alla stazione di Trofarello
2 Foto delle Autorità locali di Trofarello e regionali a ricordo dell’evento
3 Foto storica della stazione di Trofarello
4 Foto storica della stazione di Chieri
5 Erich Charbonnier con la sua Vittoria accompagna i figuranti alla stazi
6 Autorità e le Personalità intervenute in treno percorrono la tratta fino a raggiungere Chieri
7 Cristian Piccolo Con omnibus privato alla stazione di Chieri in attesa dell’arrivo dei passeggeri