CAVALLI DI CAMARGUE
Cavalli di mare
galoppo nella luce
nel mattino
tra le risaie
con i raggi
che con voi
giocano
come i miei pennelli
a carpire
la luce
sui vostri mantelli
bianchi
come spuma
tra le onde
soffiate dal vento
mentre stordita
dal profumo
di erbe di Provenza
cerco di
inseguirvi
nella vostra
gioiosa corsa
di libertà.
Lady Hawk – 15/09/2010
LA PREGHIERA DEL CAVALLO AL SUO PADRONE
A te, mio padrone, rivolgo questa preghiera:
Dammi spesso da mangiare e da bere;
e, quando la mia giornata di lavoro è finita,
provvedimi una lettiera asciutta e pulita
ed una stalla abbastanza larga perchè io possa giacere comodamente.
Ogni giorno controlla i miei piedi
e governami con una spugna bagnata.
Quando rifiuto il cibo, guardami i denti;
può darsi che un’ulcera m’impedisca di mangiare.
Siccome non posso dirti quando ho sete,
fammi bere spesso acqua fresca e pulita,
anche durante il lavoro;
ciò mi eviterà la colica ed altre malattie.
Parlami:
la tua voce è talora più efficace della frusta e delle redini.
Accarezzami sovente
perchè io possa imparare ad amarti ed a servirti meglio.
Non tirare la mia testa in alto col filetto,
cosa che mi reca gran dolore al collo ed alla bocca
e mi impedisce di sviluppare tutte le mie forze
e di salvarmi dalle cadute.
Non tagliarmi la coda,
privandomi così della migliore mia difesa
contro le mosche ed i tafani che mi tormentano.
Non dare strappate alle redini,
e nelle salite non mi frustare. Non darmi calci,
non battermi quando non capisco quello che vuoi,
ma fa che io possa intenderti.
Se mi rifiuto,
assicurati che il morso ed i finimenti non siano fuori posto
e che non vi sia qualche cosa nei piedi che mi dà dolore.
Se mi adombro,
non percuotermi, ma pensa che ciò può dipendere
dall’uso dei paraocchi che m’impediscono di veder bene,
o da difetto della mia vista.
Non obbligarmi a trascinare un peso superiore
alle mie forze, nè a camminare presto sulle strade sdrucciolevoli.
Quando cado abbi pazienza ed aiutami,
che io faccio del mio meglio per mantenermi in piedi;
e se inciampo, considera che ciò non dipese da colpa mia,
e non aggiungere alla mia impressione per lo scampato pericolo
il dolore delle tue frustate, che aumentano
la mia paura e mi rendono nervoso.
Cerca di ripararmi dal sole.
E quando fa freddo mettimi una coperta addosso,
non quando lavoro, ma quando sto fermo.
Ed infine, mio buon padrone,
quando la vecchiaia mi rende inutile,
non condannarmi a morire di stenti e di dolore
sotto la sferza di un crudele;
ma toglimi tu stesso la vita, senza farmi soffrire:
e ne avrai merito.
un quadro al Centro Ippico di Castellazzo – 15/09/2010
SENZA TITOLO
Signore senti la nostra umile preghiera,
per i nostri amici animali,
specialmente per gli animali che soffrono;
per quelli cacciati
o persi
o abbandonati
o impauriti
o affamati;
per tutti quelli che devono essere abbatuti.
Noi imploriamo per loro tutta la Tua misericordia e pietà,
e per quelli che hanno a che fare con loro
Ti chiediamo che abbiano un cuore pieno di compassione
e mani gentili
e parole amorevoli.
Fa di noi dei veri amici degli animali
così che possiamo condividere la benedizione della Tua misericordia
Albert Schweitzer – 15/09/2010
PAZZA CORSA
’Corri cavallo, corri finche’ sei in tempo.
Approfittane perche’ potrebbe essere l’ultima tua corsa.
Corri cavallo, corri.
Mirta – 15/09/2010
HO UN SOGNO
Essere accampato di notte
tra gli odori di maremma
e vicino ai fuochi
sentire i cavalieri
che parlano
di grandi cavalli e grandi cavalieri
e vedere nella notte
tra gli odori di maremma
altri fuochi.
E sapere che li
altri cavalieri
parlano
di grandi cavalli e grandi cavalieri
Rodolfo Lorenzini – 15/09/2010
TRE CAVALLI
Tre cavalli
disegnano i metri
di una vita,
così mi ha detto
un amico.
Tre cavalli
per ricordare
dov’è domani.
Tre cavalli
per attraversare
lo spazio e il tempo
di un amore.
Tre cavalli
senza morso
cavalcare,
la mia storia.
Tre cavalli
per misurare
il mio amore
sconfinato.
Tre cavalli
sono insieme
alla mia persona.
Tre cavalli
non corrono
per rompersi il cuore,
insieme
fanno meno
la distanza,
e mi portano
da te,
negli infiniti
domani.
Vincenzo Andraous – 15/09/2010
IL BRINDISI DEL CAVALIERE
Brindo alle belle donne e ai cavalli….
e che quando sarò morto, con la mia pelle venga fatta una sella da amazzone;
così potrò stare tra le due cose che più ho amato!
Franz – 15/09/2010
SOLO CON TE ERO VERAMENTE IO
’La tua fiducia era il mio coraggio,
la mia mente e la tua forza insieme reano una sola cosa.
Senza di me tu non sapevi dove andare, senza di te io non mi sentivo nessuno.
La tua amicizia non mi ha mai tradito, tu sei cieco verso le cattiverie del mondo il tuo cuore non conosce furbizia ,solo con me tu eri sicuro di ciò che eri, solo con te sono veramemte io.
Anche quando non ti ero sopra e ti guardavo da terra la tua nobiltà e la tua ricchezza d’animomi trafiggevano il cuore.
quel tuo muso che per me era ormai un viso non aveva più segreti.
Il modo in cui mi disapprovavi io lo ammiravo, ti chiedo scusa se alcune avolte pur io ti disapprovavo ma eri il mio bambino e ti dovevo educare.
“Gaio tu solo eri e sarai sempre il mio più grande amico!”
MI MANCHI TANTO.
Anonimo – 15/09/2010
IL BRIVIDO DELLA VITTORIA
Essere avvolti dal silenzio, sentire solo i battiti degli zoccoli…
poi l’ostacolo… trattenere il respiro, l’ultima
stretta di gambe e un attimo dopo l’urlo della folla
che felice esulta! Giù per la schiena un brivido di gioia, poi una carezza sul collo del tuo campione.
Ho sempre desiderato provare quella magica emozione!
Anonimo – 15/09/2010
Indovinello
Oltre che una poesia, questo è anche, e soprattutto uno dei 100 indovinelli
scritti verso la fine del 1700 da
Giovan Battista Taroni – Letterato e sacerdote bolognese, vissuto a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, è l’autore di “Cento nodi da sciogliere”, soggetti da enigma in ottave.
“Ardito, col mio ferro e quasi nudo,
quante volte fugai le armate schiere;
fui del Duce primier sostegno e scudo,
portai spoglie nemiche, armi e bandiere;
pugnai nei boschi ancor contro il più crudo
furor dei mostri e di voraci fiere,
e per unico vanto il ciel mi diede
di metter la fortuna sotto il piede.”
e la cui soluzione è appunto il cavallo
Mario Taroni
http://giseno.supereva.it
Giovan Battista Taroni – 15/09/2010