Parigi 11 giugno 1815. La partenza per il Belgio è inmminente, dopo il ritorno dall’esilio all’Elba, Napoleone è di nuovo imperatore dei Francesi, ma l’Europa lo considera “nemico e perturbatore della pace del mondo”. E’ di fatto guerra e il terreno di scontro sarà Waterloo.
Il 12 giugno, Napoleone dorme alcune ore dopo aver sistemato nella sua carrozza, pronta per la partenza, i gioielli piu’ preziosi . Molto presto alla mattina raggiunge le sue armate e parte.
Per le lunghe trasferte preferiva la comodità della sua carrozza una pesante dormeuse a sei cavalli, vero ufficio-camera mobile, che fungeva da studio, camera da letto, sala da pranzo e toilette, tutto nello spazio limitato del’abitacolo.
Le carrozze che portavano Napoleone in battaglia erano superaccessoriate erano dotate di teiere, candelabri, profumi e set per l’igiene personale. Al suo seguito anche un landau decapottabile veloce eleggero utile nelle ricognizioni del campo di battaglia.
Qualche giorno prima denaro, oro e valori erano stati spediti a destinazione in un baule che, durante l’evolversi della battaglia, sarebbe stato necessario proteggere non solo dai nemici ma anche dai suoi stessi uomini.
A Waterloo il convoglio di Napoleone era di 14 carrozze (di cui solo 9 non vennero distrutte, la dormeuse ed il landau en berline erano le sue personali).
E’ la sera di domenica 18 giugno: la battaglia è ormai finita e l’esercito francese è allo sbando. Decine di migliaia tra morti e feriti, su ambedue i fronti, giacciono sul terreno reso fangoso dalle piogge del giorno prima. Da poco l’imperatore si è allontanato dal campo di battaglia e l’esercito francese, in rotta, si sta disperdendo in un fuggi-fuggi generale. I prussiani si lanciano all’inseguimento.
In questo scenario, la prima carrozza del seguito imperiale a cadere nelle mani nemiche fu quella su cui viaggiava il valletto Marchand, intercettata a circa 14 km a sud del terreno di battaglia. Lì si era formato un ingorgo, per un cannone che ostruiva il passaggio. In pochi istanti molte vetture si trovarono di traverso nel pantano.
Impossibile proseguire. “Il nemico, saccheggiava le carrozze, la mia sarebbe presto diventata sua preda”, raccontò nelle sue memorie lo stesso Marchand ”Aprii prontamente il nécessaire, mi impossessai dei 300mila franchi in banconote, che misi sul mio petto fermandoli con la mia uniforme e abbandonai il resto”.
Poi toccò al landau, incrociato dai prussiani 9 km più a sud. C’era una grande confusione. Secondo il racconto dei prussiani, l’imperatore salì sul suo landau, ma vedendo arrivare i nemici, ne uscì sottraendosi per un soffio alla cattura. Di sicuro c’è che la carrozza fu depredata e venne offerta poi, gravemente danneggiata, al feldmaresciallo prussiano Gebhard Lebe-recht von Blinicher, che la inviò al suo castello di Krieblowitz, in Polonia.
Nel 1975 un suo discendente donò il landau al museo del castello di Malmaison, che era stato residenza di Napoleone e della moglie Giuseppina. Così, dopo tante traversie, il landau tornava nel garage di casa, a Parigi.
Anche la dormeuse subì la stessa sorte del landau: fu intercettata dal maggiore Von Keller e dai suoi uomini del 15° reggimento fucilieri.
Uno dei fedelissimi di Napoleone ebbe appena il tempo di portare con sé la cartella portadocumenti dell’imperatore, abbandonando il prezioso nécessaire e chiudendo a chiave la carrozza. Quel mazzo di chiavi è ancora oggi conservato a Malmaison. Per Von Keller una serratura chiusa non era certo un problema: in un attimo con la sua sciabola scardinò la portiera. Anche lui inviò la dormeuse a sua moglie, a Dusseldorf. Il furgone del tesoro fu svotato e il contenuto venne distribuito a fedelissimi ma la maggior parte venne recuperata dei prussiani.
Di quel furgone oggi ci rimane solo la serratura supertecnologica, dotata di ben 427 combinazioni. Nell’inventario del maltolto c’erano molti oggetti personali dell’imperatore, come il nécessaire per la toilette in argento dorato, un prezioso collier appartenuto al fratello, un servizio da tè, caffè e cioccolata, con piatti, candelabri e posate.
Ogni articolo aveva lo stemma imperiale inciso. C’era anche un posa-liquori in mogano, E ancora, uno scrittoio estraibile con calamaio e penne, la cartella portafogli, il sigillo imperiale, mappe, telescopio e, ben riposte, due pistole fabbricate a Versailles e un’altra a due canne, tutte cariche. E non era finita qui: sul lato interno era appeso un cronometro con una catena d’argento, un elegante nécessaire per la pulizia dei denti, profumi (acqua di Colonia e lavanda).Tutti questi oggetti furono esposti a Londra nel gennaio del 1816, insieme alla carrozza e ai cavalli, in una mostra che ebbe un successo epocale. Tutta la stampa inglese ne diede notizia con grande risalto.
Poco più di due mesi dopo uno di questi giornali arrivò a Sant’Elena, sulla scrivania dell’imperatore, di nuovo in esilio, Napoleone era furibondo. “Ma il popolo inglese mi crede dunque un animale selvaggio?”: così avrebbe commentato Napoleone dopo aver saputo che si ironizzava sull’abbondanza di profumi trovati nella sua carrozza superaccessoriata.
Il giornalista si soffermava, su alcuni oggetti trovati nella carrozza, come le bottiglie di liquore e i profumi, sottolineando, con humour anglosassone, che Napoleone non si faceva mancare proprio niente. Anche se, di fatto, alla fine gli mancò tutto.
di Emanuela Brumana rielaborazione e sintesi da Fonte http://www.napoleonbonaparte.eu
- Quadro ottocentesco raffigurante la battaglia di Waterloo e Napoleone sconfitto che scende dalla sua carrozza
- Ciotola del grande necessaire che i prussiani trafugarono a Waterloo (Royal Collection Trust- Queen Elisabeth)
- Lo scrittoio e la teiera trafugati dalla carrozza di Napoleone in mostra a Londra nel 1816 (Royal Collection Trust- Queen Elisabeth)
- Il “landau en berline” con cui Napoleone si allontanò da Waterloo oggi al museo Malmaison