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9 Maggio 2025

Tra Arte e Cultura: Attacco alla d’Aumont: Regale!

L’interesse suscitato dall’attacco alla Demi-d’Aumont presentato in concorsi e manifestazioni da Giuseppe Usai merita che si approfondisca il tema di quando e come nacque e si diffuse questo attacco. Riproporre l’ articolo di Jean-Luis Libourel ci sembra il modo migliore per risponde con in modo esauriente queste curiosità

Nel 1819, nel suo libro “De l’aurigie ou méthode pour choisir, dresser et conduire les chevaux de carrosse, de cabriolet et de chaise…” il cavaliere Hémars si lancia in una violenta critica dell’attacco più di moda agli inizi del XIX secolo: l’attacco alla d’Aumont. Contrariamente a quanto credeva o sperava l’autore, questo nuovo modo di attaccare, venuto dall’Inghilterra, non fu una moda passeggera. Adottato dalle classi dominanti, l’aristocrazia e la borghesia, questo tipo di attacco fu per tutto il XIX secolo, il più raffinato, il più elegante, il più ostentato e ricco. E ancora oggi è così.

UN ATTACCO FASTOSO

Durante il suo soggiorno in Inghilterra, dove era emigrato, così come molti aristocratici francesi in fuga dal terrore rivoluzionario, il Duca d’Aumont (1762-1831), familiare dalla corte di Francia e grande appassionato di cavalli, aveva notato, per le strade di Londra, attacchi senza cocchiere, trainati da quattro cavalli guidati da due postiglioni. Al suo ritorno dall’esilio, introdusse in Francia questo modo elegante di attaccare, che, diventato di moda, prese il nome dell’uomo che l’aveva fatto conoscere. Quindi, dovremmo dire o scrivere alla d’Aumont, che è la forma corretta. La contrazione Daumont, entrata nell’uso popolare, definisce le vetture attaccate in questo modo, che sono caratterizzate, dalla mancanza del sedile del cocchiere. Molto spettacolare e molto costoso – per le sue uscite, un grande d’Aumont richiede sette cavalli e sette servi! – questo attacco ha avuto il favore dei sovrani, dei capi di stato, dei leader del mondo.

Nel suo splendido catalogo “La sellerie française et étrangère” (1878), il famoso sellaio parigino Léné dà descrizione minuziosa dei finimenti utilizzati nell’attacco alla d’Aumont, definendolo “attacco ricco e sontuoso, di grandi casati“. Durante il Primo Impero, veniva spesso utilizzato per le carrozze da caccia e da passeggiata delle imperatrici Giuseppina e Maria Luisa.

Apprezzato da Napoleone III, è sotto il Secondo Impero che diventa di gran moda: la dotazione alla d’Aumont delle Scuderie Imperiali includeva dodici Calèche, otto Landau, un Grand Duc, un grande coureuse, tutte a otto molle.

Sotto la Terza Repubblica, il Palazzo dell’Eliseo mantiene i cavalli per attaccare alla d’Aumont le Calèche e i Landau. Millerand Presidente francese a utilizzare questo attacco tra il 1920 e il 1924. Attaccare alla d’Aumont significa far tirare una vettura da quattro cavalli montati da due postiglioni. Questi ultimi, montano i cavalli di sinistra, detti anche porteur, e ciascuno di loro conduce il proprio cavallo e quello alla sua destra, detto anche sousverge, sotto mano. L’eleganza è d’obbligo, non c’è bilancino tra le due coppie di cavalli: le tirelle dei cavalli di volata sono fissate su quelle dei timonieri.

Per evitare al postiglione, sul timoniere di sinistra, di aver la gamba schiacciata tra il lato interno e il timone della vettura, questo, invece di essere rettilineo, è incurvato e passa sotto il piede del cavaliere, quindi la staffa interna è accorciata. Una ulteriore precauzione, è infilarsi sullo stivale interno una protezione rigida.

Oltre ai postiglioni, l’equipaggio in dotazione ad un attacco alla d’Aumont, appartenente al Capo dello Stato o ad un Principe di una casa regnante, include un cavallo battistrada prima della carrozza, dietro alla stessa due servitori di carrozza, anch’essi a cavallo e due valletti a piedi, che prendono posto su un sedile esterno nella parte posteriore della vettura. In questo caso abbiamo un attacco che si chiama Grand d’Aumont. Gli attacchi alla d’Aumont dei privati, spesso hanno solo un valletto seduto sul sedile posteriore.

Léné precisa: “Cavalli di volata leggeri ed eleganti, timonieri grandi e muscolosi. Attacco ricco e sontuoso, di grandi casati, per calèche, landau e vis-à-vis a otto molle, con vano-baule davanti e dietro.” Solo le vetture di lusso di città erano attaccate a la d’Aumont: oltre a quelle citate da Léné, anche le Victoria, i Gran Duc, le Berline ed i gran Coupè.

Più modesto, l’attacco alla demi d’Aumont richiede solo due cavalli, un postiglione, un solo valletto nella parte posteriore, né battistrada, né servitore di carrozza. Lènè nel descrivere i finimenti del demi d’Aumont aggiunge “cavalli forti ed eleganti, attacco per calèche, vis-à-vis, mylord e victoria a doppia sospensione, e, in generale, per tutte le vetture di foggia leggera ed elegante.“

Così abbiamo visto la regina Elisabetta II dal 1987 al 2015, presiedere la cerimonia annuale del Trooping of the colour non più a cavallo, come aveva fatto per anni, ma su un Duc, chiamato Ivory Phaeton avorio, attaccato alla demi d’Aumont. Questo Duc con preziose finiture in avorio, venne costruito per la regina Vittoria nel 1842 dalla famosa casa Barker a Londra.

PRIMA DI TUTTO LA CLASSE

Il generale Faverot Baron Kerbrech,a lungo Scudiero delle scuderie imperiali di Napoleone III e grande esperto in materia, afferma nel suo libro “L’Art de conduire et d’atteler, autrefois, aujourd’hui», pubblicato nel 1903 e da allora è diventata la “bibbia” di tutti gli appassionati “I cavalli per attacco alla d’Aumont dovrebbero essere grandi e derivati da buone linee di sangue cavalli e, con lunghe code e distinzione… quello del battistrada deve essere dello stesso modello quelli attaccati alla vettura, che precede, ma ancor più di classe.“ Anche i cavalli dei servitori di carrozza dovrebbero essere come quelli attaccati, poiché sono destinati a prendere il loro posto, in caso di incidente, e sono vestiti come i due porteur, quelli montati da entrambi i postiglioni: selle identiche, briglie complete di paraocchi; il cavallo del battistrada ha una briglia senza paraocchi. Il postiglione anteriore deve obbedire a quello dietro che dirige i timonieri. Da lui dipende la sicurezza della vettura.

L’attacco a la d’ Aumont è più pertinente alla equitazione che alla guida, il nostro generale barone scrive che “un postiglione di un attacco alla d’Aumont a cavallo deve tenere una postura perfetta. Anche se deve essere accademico con il pericolo quasi di cadere nel ridicolo dell’ eleganza […] Il trotto inglese è la regola i […] In ogni caso, e indipendentemente dal ritmo, la posizione del cocchiere deve restare corretta. Si ricorda che ogni atteggiamento forzato è vergognoso e proscritto dal buon gusto “.

E’ raro oggi poter ammirare attacchi alla d’Aumont, se non in capitali europee sede di una monarchia, in occasione di cerimonie, matrimoni reali, visite di Capi di Stato, cortei ufficiali… A Londra possiamo vederli più spesso, dato che ad Ascot vengono attaccati i famosi Ascot Landau riconoscibili dalle loro casse in cannage intrecciato (“Ascot Landau: Unici”, Notiziario, 05/2016, pag 26- 29).

Ma gli attacchi più raffinati alla d’Aumont sono quelli della corona dei Paesi Bassi con magnifici frisoni pieni di fuoco, le cui folte criniere, di un nero luminoso, fluttuano e si mescolano con la seta bianca di redini e passamanerie, che trainano una bella calèche color crema costruita dal carrozziere L. Hermans nel 1898 per la regina Wilhelmina, mentre la cassa arrotondata ondeggia con grazia su otto molle.

Non perdere l’occasione di vedere questo attacco, in occasione di delle sue uscite eccezionali per le strade di L’Aia o nelle sale di Palazzo Het Loo, la residenza estiva della famiglia reale: niente è più bello!

  1. Calèche alla d’Aumont, 1° Impero.
  2. Finimenti per attacco alla d’Aumont. Léné, La sellerie française et étrangère, 1878.
  3. La regina Vittoria e l’imperatrice Eugenia passeggiano nel parco di Compiègne.
  4. Grand d’Aumont con battistrada e servitori di carrozza.
  5. Servitori di carrozza delle Scuderie Reali Inglesi.
  6. Attacco alla demi-d’Aumont.
  7. La raffinata Calèche crema della regina Guglielmina d’Olanda.

    Testo e foto di Jean-Louis Libourel

GRUPPO ITALIANO ATTACCHI - Associazione Sportiva Dilettantistica
gruppoitalianoattacchi.it

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